Notte tranquilla sotto una bellissima volta celeste, il soffiare del leggero vento si è fatto sentire contro le pareti in tela delle tende, sparse ai piedi della duna; dalle orme ritrovate sulla sabbia da qualcuno di noi, ci si accorge che una carovana di dromedari nella notte, silenziosamente, è passata vicino alle tende per risalire la alta duna, senza alcun rumore. Dopo colazione, guidati da Piero con tutto il gruppo risaliamo la alta duna, che ha la forma di mezza luna, detta barcana, che ha la parte convessa sopravento e la parte concava sottovento, la loro altezza diminuisce dal centro verso le punte, più o meno allungate, sono le più mobili fra le dune e si possono spostare dai 2 ai 30 metri all’anno, che possono raggiungere l’altezza di 20metri, (come un palazzo di 6 piani) raggruppandosi e formando dei veri e propri erg. Arrivati in cima, davanti a noi a 360 gradi si apre l’infinito spazio sulle piccole dune della regione, in continuo spostamento per opera del vento. Sotto di noi una grande oasi, ricca di palme, un villaggio con le tipiche tende tubu in legno coperte con foglie di palma intrecciate. Lo raggiungiamo a piedi, dove ritroviamo, dopo aver smontato il campo, al centro del villaggio le nostre macchine con gli autisti, stanno sollevando l’acqua dal pozzo posto per fare il pieno dei bidoni, sul posto anche diversi dromedari che si avvicinano per bere, alcuni ragazzi del villaggio cercano di tenerli a bada. Abbiamo il tempo di girare fra le palme di quest’oasi, le capanne sono tutte recintate con legni di acacia intrecciati fra loro come barriera, vedo alcuni mezzi bellici in disuso ormai insabbiati, il mio amico Vanni riesce a fotografare per me l’unico gallo ciadiano, fra i pochi magri polli di un pollaio, la cui foto mi era stata richiesta a Como da un amico. Ripartiamo per proseguire la trasversata della depression du Mourdi, dune che si susseguono alte e parallele fra loro, gli autisti hanno dificoltà a trovare i passaggi per la loro risalita e la successiva discesa, con manovre ad alto rischio di ribaltamento, diverse volte le macchine restano insabbiate, tocca scendere e con loro a fatica rimuovere la sabbia per farle ripartire. Pausa caffè,
subito dopo incontriamo una carovana di dromedari, che appaiono dal nulla quando escono da una gola fra le dune: sono carichi di sacchi di sale, datteri o altri generi di merci, diretti verso lontani mercati, alcuni cammellieri sono a piedi e guidano la loro carovana
. Attraversiamo di nuovo alcuni maestosi tassilli che si elevano maestosi sopra le dune di rara bellezza fermandoci per la pausa pranzo in un’oasi di palme, i cui frutti vengono raccolti a giugno. Ogni pianta ha un suo proprietario, al momento del raccolto ognuno sta attento ai datteri della propria pianta per evitare eventuali furti , stivandoli poi per l’essicazione in minuscole costruzioni di mattoni di fango posizionati in alto sulla duna, successivamente saranno trasportati dai cammellieri ai mercati.
Con alcuni compagni vado al lago salato, nascosto dietro l’oasi attraversando una fitta boscaglia di acacie e sterpaglie, ammiro la bellezza delle acque, grumi di sale sulle sue sponde mentre su uno spiazzo antistante diversi cumuli di sale resti di antiche lavorazioni, ormai abbandonati. Alcune zanzare malariche ronzano attorno a noi, un rumore proveniente da una specie di capanna mi allarma un pò, quando vedo un mulo che ragliando si allontana subito nel folto dei cespugli.
Si prosegue in direzione nord est per immettersi nel Derbili, altro sistema di dune barcane seguendo l’antica pista carovaniera che collegava le saline della regione ai villaggi ciadiani del Sud e alle oasi libiche del Nord. Si prosegue per la zona dei laghi, in un paesaggio lunare, il bello continua a stupirci, ogni tanto ci si ferma per ammirare il paesaggio, ogni fermata è sempre più bella della precedente, grandiosità unica con i colori delle sabbie del deserto che cambiano continuamente. Dall’alto osserviamo un grande lago dove andremo domani, con difficoltà Piero riesce a fissare il campo in alto sopra una duna mentre il sole sta tramontando, con fatica con le macchine risalgono posizionadosi controvento.
Il vento si sta alzando, viene preparato il tavolo per la cena, successivamente viene posto a monte, per proteggersi dalla sabbia e dal vento, una barriera con un telo. In queste ore il vento è molto forte, sabbia in ogni dove anche in tenda, ben fissata a terra. Nuova esperienza di una notte nel deserto. Notte di vento al lago Bokou, nei pressi di Ounianga Serir.