ciad – ennedi ……..22.11

A causa del vento, l’aria entrava da ogni parte nelle tende, che continuava a gonfiarsi, quasi impossibile dormire. Avvicinandosi al campo, il vento a divelto il paravento a protezione del tavolo, la sabbia sotto le ruote del primo fuoristrada a monte è stata portata via dal vento, ora lo si vede notevolmente inclinato su un lato, difficile tirarla fuori ma alla fine operazione riuscita

Siamo nell’Eyo Demi, formazione arenacea rossastra, si piega a ovest per il primo lago del sistema lacustre di Ounianga, sprofondato in una conca sabbiosa circondata da palme e quinte roccioso, incredibile. Alcuni compagni si incamminano a piedi per andare verso il lago, smontato il campo vengono poi raggiunti, stiamo passando dalle sabbie del deserto ad un’oasi di palme che spuntano inaspettate dalla sabbia dove si trova questo splendido lago di acqua dolce, Ounianga Serir, per un bagno ristoratore fatto solo da alcuni di noi, occasione non molto frequente nel Sahara.

Siamo circondati da formazione rocciose di arenaria multicolore dal bianco al rosso, e bionde dune che discendono fino all’acqua, costituiscono una delle visioni più inusuali di tutto il paesaggio sahariano. L’acqua di questo lago è dolce, ma data l’alta salinità del terreno, gli altri sono molto salati con diverse densità e colorazioni, dal blu al verde. Dopo la pausa caffè sotto il sole e la sabbia bollente, lasciamo questo paradiso per raggiungere il villaggio di Demi, costituito da pochissime capanne e da povere abitazioni in terra. Questo nucleo abitato, situato in un ambiente assolutamente selvaggio ed inospitale, vive sull’esiguo commercio del “sale rosso cristallino” , ricavato da saline a cielo aperto con un metodo di estrazione rudimentale, che viene portato dalle carovane nelle oasi del sud e scambiato con generi alimentari di prima necessità (miglio e sorgo). Da un pozzo, a mano a mezzo di un secchio appeso ad una lunga corda, si preleva l’acqua per la nostra scorta nei bidoni, li vicino una scuola in muratura bella esteriormente, ma le aule vuote ed abbandonata, i bimbi ormai non vanno più a lezione per mancanza di fondi da parte dello stato che non paga gli insegnanti. Appoggiati al muro esterno si sono radunate diverse donne con i loro bimbi, espongono piccoli  oggetti artigianali da loro prodotti, acquisto per 10000 c f a un ……… rivestito con lane multicolori che loro userebbero quando danzano.

Prima di uscire da questo villaggio, diversi controlli da parte dei militari e pagamento al capo villaggio di un forte pedaggio per ogni turista in transito. Si riparte per fermarsi dopo pochi km presso un altro lago salato, talmente salato che sulla sua superficie, per effetto di una reazione chimica del sale a queste alte temperature, si vengono a formare dei grandi ammassi di schiuma di sale, che partendo dalle rive, a grandi o piccole masse vanno a galleggiare sulla sua superficie

. Pausa pranzo sotto un grosso albero nei pressi di un nuovo laghetto salato, dove si arriva a piedi, mentre si alzano in volo alcuni uccelli.

Si riparte per Ounianga Kebit, grosso villaggio, che rimane il punto più a nord toccato nel nostro viaggio, situato a circa 200 km dal confine sud della Libia,  posto in alto sopra questa falesia che domina il lago, Lac Yoa,

con il sole del pomeriggio le sue acque sono di un verde brillante, dalle sue sinuose sponde con diverse insenature si levano in volo stormi di uccelli , boschi di palme da dattero lo adornano, un paesaggio fiabesco se confrontato con il villaggio, da cui ci stiamo affacciando, abbastanza sporco con immondizie di ogni genere in giro per le strade, compreso le sole ossa di un intero scheletro di un animale. In questo villaggio si riesce a fare il pieno di gasolio dei mezzi, non da una stazione di servizio che qui non esistono, ma dopo una continua ricerca in diverse postazioni, da un negoziante che tiene un deposito di bidoni che arrivano dalla Libia e pompata artigianalmente con una pompa nei vari serbatoi, roba da non credere.

Nel villaggio circolano diverse camionette e  pik up carichi di militari armati e con le mitragliatrici posizionate sui tetti. In un quasi bar li vicino bottigliette di acqua fresca. Si riprende la pista di Ouadi Doum, dirigendosi ora verso sud, per il nuovo campo, che Piero lo trova dopo un’altra ora di viaggio, poco prima del tramonto.mborroni_ciad-1529

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