7 agosto ….5

CAMPO ALLA BASE DEL VULCANO TOLBACHIK

Come sempre mi sveglio presto, esco in giardino per gustarmi i maturi frutti di bosco, poi tè a colazione con salmone fresco, pane con fomaggio, di nuovo in giardino con Rosa sempre alla ricerca di nuove piante, prima non scoperte in questo eden. Si riparte fermandoci prima in paese, per gli ultimi acquisti personali,(lattine di birra, biscotti e cioccolati) che torneranno utili nei prossimi giorni, dove non troveremo nulla. Una lunga mattinata di trasferimento su una stretta pista che attraversa una intricata foresta di betulle, si avanza a fatica, alcuni tratti sono acquitrinosi, il fango arriva quasi al’altezza del serbatoio, sobbalzi a non finire, con    molti rami che invadono la carreggiata, guadando ruscelli, superando enormi pozze d’acqua dove qualunque veicolo non idoneo non sarebbe in grado di proseguire, si deve superare un fiume con la corrente d’acqua molto forte ad altezza delle ruote, quasi sommerse, un bravo eun grazie all’autista.  Una fermata tecnica necessaria per sgranchirsi, a lato del fiume, sempre assaliti dai mosquitos prima di ricominciare sempre attraverso la foresta di betulle: in questa stretta pista si incrocia ora un camion, proveniente dalla direzione opposta, uno dei due per consentire il proseguimento del viaggio ad entrambi, con difficoltà, si deve spostare. Finalmente siamo fuori dalla taiga dopo 5 ore di viaggio spossante, pausa per un tè, in lontananza si  vedono i primi vulcani, finisce la foresta, inizia ora un paesaggio vulcanico brullo e scuro. Si sale per il campo base di oggi posto ai 1150 metri: sembra di essere su un altro pianeta, mini coni vulcanici sparsi quà e là, il terreno è di un grigio cenere-rossastro mentre il cielo è coperto di nuvoloni, una inusuale luce arancione creata da un caldo tramonto ci sorprende. Si montano le tende dietro tre case di legno esistenti, adibite a cucina-pranzo, e che potrebbero essere utilizzate anche da eventuali gruppi di escursionisti o scalatori che potrebbero sopraggiungere. Nella tenda, alloggio per le prossime tre notti, stendiamo il materassino e il sacco a pelo con il proprio zaino o borsone. Alle 16 si pranza con un piatto di brodo e della carne bollita, alle 17 si inizia la prima escursione sul vulcano spento vicino al campo base: leggera salita con un giro attorno al cratere, paesaggio bello da rimanere affascinati. Di nuovo si ritorna al campo base, non stanchi, ma pronti a risalire subito su un altro cono vulcanico li vicino, sempre accompagnati dalla guida Rousland e da Natalia per un altro piccolo trekking, con la loro raccomandazione di non allontanarci da soli dal gruppo per un eventuale sempre probabile incontro con gli orsi, che noi non vediamo, ma che loro vedono e sentono la nostra vicinanza, troviamo comunque le loro impronte e dei loro escrementi. Cena alle 20,30 nella tenda cucina, poi si esce per sedersi attorno al fuoco a cantare unendoci ad altri gruppi di turisti sopraggiunti dopo, prima di andare a dormire per la prima notte in tenda.

 

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