10 agosto …8

LATO NORD DEL VULCANO TOLBACHIK

Sveglia mattutina, colazione con porridge e tè, poi ci trasferisce con il mezzo, un’ora crica di viaggio, per iniziare di questa nuova escursione, una bellissima e calda giornata. Campi di mirtilli si stendono sotto di noi, pronti da mangiare ma anche cibo per orsi, bisogna attraversare  un torrente dalle acque tumultuose in piena, grosse difficoltà per superarlo su una tavola in legno non più larga di 15 cm, semplicemente appoggiata sulle due sponde e su massi non proprio stabili, ad un metro sopra le acque vorticose, non c’è altra via, uno alla volta con zaino in spalla e pertica di appoggio per sicurezza, riusciamo a passare senza bagnarsi.  Si sale bene su prati di rododrendi, non in fiore in mezzo a rocce laviche affioranti, alla nostra sinistra si apre una grande valle lavica dalle molte creste e da picchi  erosi dal vento. Arrivati  in quota, ai piedi della cima del vulcano, lasciati gli zaini sul prato, si risale di altri 300 mt. per osservare su questo lato molti ghiacciai  che scendono a valle, una cima maestosa innevata in lontananza si staglia su un cielo blu senza nuvole. Ci concediamo un meritato riposo sognando in grande, solo il  silenzio ci circonda mentre si pranza con pane e salmone, dolce e un frutto ci ridanno forza per il ritorno. Si torna a valle, alla base delle formazioni vulcaniche viste durante la salita, scoprendo nuove grotte dalle formazioni granitiche particolari, internamente ricoperte di piantine verdi, come dei capelvenere, che sopravvivono con la poca umidità della roccie e protette dal vento. Una nuova lunga camminata, con continui saliscendi, per raggiungere il torrente da un’altra parte, da riattraversare, stavolta ancora in una situazione piu’ difficile:  la guida trova un tronco lungo circa 5 metri, con un diametro di circa 15 cm, lo appoggia fra le due sponde del torrente, ne trova un’altro più piccolo e tenendolo in mano, aiutato da un altra persona, lo usa come parapetto, così da permetterci a tutti di superare le acque su questo tronco, in bilico e con molta paura, poca  sicurezza e tanta tremarella resta. Si raggiunge il camion parcheggiato in un’area da picnic, dove pranziamo, dove una famiglia russa sta cuocendo della carne fatta alla griglia, che ci viene pure offerta, per la fame che abbiamo è veramente buona e tenera.  Si rientra al campo base alle 17  per l’ultima notte in tenda, cena per poi sedersi attorno al fuoco a raccontarci le nostre precedenti esperienze di viaggi e i nostri sogni.

 

 

 

 

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