mustang …4

Come al solito, mi sveglio prima degli altri, esco solo per un giro nel parco a bordo lago, vicino alla guesthause, dove trovo molti abitanti che fanno ginnastica, diversi gruppi di bimbi si allenano sui prati facendo yudo e karate con i loro istruttori, alcune donne sono intente a lavare i loro sari e i vestiti direttamente nel lago, poi vestite entrano in acqua per il bagno. Un lunga passeggiata per tornare sulla strada alberata con grosse e vecchie piante, tipo spaccasassi, e tutte hanno  il primo tratto del tronco colorato, rosso e giallo a strisce, abbastanza curioso. Rientro per colazione con gli altri, e subito dopo carico degli zaini su un nuovo pulmino pronti per la partenza. Subito i primi problemi: lungo questo primo tratto di strada sterrata si deve superare un ponte su un torrente, neanche troppo largo, formato da leggere tavole di legno, che non sopporta il peso del mezzo, dobbiamo tutti scendere per alleggerirlo e poterlo superare, intorno al mezzo si radunano subito persone del posto con i loro animali, capre e cani. Ci si ferma per pranzo a Beni, roccaforte dei maoisti durante l’ultimo periodo della rivoluzione. Ora passiamo in un altro distretto e per entrare bisogna cambiare pulmino, queste sono le regole. La strada, si fa per dire, di nome ma non di fatto, corre a lato del grande fiume Kala Kandagy, a monte le alti pareti della montagna, a valle enormi scarpate precipitano sul fiume, a pochi centimetri dal bordo strada. Nuova fermata a Tatopani per un te, per sgranchirsi si scende sulle rocce del sottostante fiume, si riparte, ma dopo pochi kilometri, la strada è stata momentaneamente chiusa a causa di una frana, degli operai stanno facendo brillare i grossi massi con delle mine per liberarla e per il ripristino del fondo prima della riapertura; si sentono forte i colpi delle mine, come se fossero bombe, e un gran polverone, siamo a circa 2 kilometri dalla frana. Poco più avanti, ci fermiamo di nuovo, in un punto panoramico, per poter scendere a fiume ed osservare da sotto uno dei più grandi canyon del mondo, pareti che scendono dagli 8000 metri ai 2000 dove siamo ora. Passiamo una grande gola di questa vallata, ci si ferma per la notte al lodge di Ghasa, scarico  di ogni materiale dal pulmino, zaini compresi,  domani nuovo distretto e nuovo pulmino. Lo staff inizia a preparare la cena: un minestrone, antipasto di verdure fresche, secondo con riso e stufato, una sorpresa per Eugenia: oggi è il suo compleanno, lo chef, pur senza forno, ha preparato un torta. Si pasteggia con il raschi, bevanda a base di riso calda a 18 gradi, le guide cantano per noi canzoni nepalesi. Fuori piove e fa freddo, si comincia a vedere il Daulaghiri e il gruppo dell’Annapurna, due maestosi ottomila.

Gruppo è così composto: Carlo e Marco sono le nostre guide italiane, i due sposini di Arenzano, Raffaella e Leo, Eugenia e Carmen di Savona, Antonio il sardo, Sarah di Genova la più giovane del gruppo, Peter lo svedese, Clift l’americano, Sarah la ragazza cinese di  Hong Kong , Cristina la ragazza spagnola di Figueras, lei domani  inizierà  il circuito dell’Annapurna, da sola. Lo staff è composto da uno chef, da 5 aiutanti cuochi e da 6 tra guide e portatori. In totale siamo un gruppo di 25 persone, a cui poi si aggiuggeranno 14 asinelli e muli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *