Alle luci dell’alba i colori della sabbia e delle rocce cambiano completamente rispetto alla sera precedente, man mano che il sole si alza l’ombra dei pinnaccoli di arenaria si stende su questa distesa dorata creando nuove forme. Solo due tende tubu, con la struttura in legno di acacia e la copertura in stuoie di foglie di palma intrecciata, le noto ai piedi di una grande roccia, che le protegge dai venti, da una di esse escono due donne con un loro bimbo, sempre ben coperte compreso le teste con vesti da diversi colori, fantasmi sulla sabbia del deserto. Non fa caldo per ora, camminare fra questi monumenti naturale da pace e tranquillità, fotografo molto ma le più importanti sono quelle che si prendono con il cuore, immagini incancellabili. Non si vedono animali o dromedari in giro, solo dopo colazione allo smontaggio del campo, sotto il tappeto sahariano, viene trovato uno scorpione di circa 12 cm., intento ad uccidere un coleottero, subito dopo schiacciato. La spedizione si rimette in viaggio verso nord per raggiungere Fada, villaggio sahariano costituite da case in banco riunite attorno al vecchio forte coloniale francese e al piccolo mercato. Il nucleo abitato è contenuto in un’oasi verdeggiante con numerose piante da dattero. Ha un piccolo aereoporto, utilizzato solo da turisti facoltosi, che evitano le fatiche delle piste, o da personalità locali importanti, non dai nomadi. In questo villaggio ha casa Rocco, figlio di Piero, base per le sue spedizioni nell’accompagnare turisti nell’Ennedi o nel Ciad, si visita la sua casa e il suo giardino, diverse le piante di agrumi messi a dimora avendo l’acqua e la possibilità di farli innaffiare sempre nonostante il caldo, si fa scorta d’acqua dal suo pozzo. La stagione turistica in Ciad, vista da Piero, dura circa 6 mesi da ottobre a marzo, poi il forte caldo e il periodo delle pioggie rendono difficile il viaggio, in questo periodo lui accompagna non più di un centinaio di turisti in vari gruppi, pochi altri tour operetor fanno questo tipo di spedizioni. Terminate le formalità burocratiche, si entra in una regione di cordoni dunari e gruppi montuosi isolati, dune illuminate dal sole si susseguono infinitamente in un paesaggio fiabesco, un paio di volte i fuoristrada, a turno, si insabbiano
, dobbiamo scendere dai mezzi per diminuire il peso degli stessi, mentre gli autisti, aiutati da piastre metalliche, rimuovono la sabbia da sotto e ai lati delle ruote per disinsabbiare il mezzo. Bellissima l’immagine di un solo albero che si erge solitario su questa duna di sabbia increspata
, i ripple mark, provocati dall’acqua e dal vento sedimenti sui sabbiosi, come sulle rive dei mari.
Solo due grossi fuoristrada di locali, in lontananza provocano un vento di sabbia offuscando la visuale dell’infinito, l’unico traffico automobilistico che incontriamo. In lontananza scorgiamo delle gazzelle che, al solo rumore, fuggono velocemente.
Pausa pranzo in una piccola oasi di palme con insalata di pomodori, mozzarella fresca, mezzo pompelmo gia tagliato in 4 parti e un buon tè caldo. Entriamo ora nella depresssion du Mourdi dove Piero fissa il campo alla base di una grossa e alta duna detta la Barkana del Mourdi, meravigliosa illuminata dal sole che sta tramontando, leggermente inclinata sul nostro lato e alta oltre 20 metri. Ora mi sto rendendo conto che sto facendo il mio migliore viaggio fatto in questi ultimi anni. Dopo il montaggio delle tende, in attesa della cena, alcuni salgono in cima alla duna per vedere dall’altra parte il villaggio sottostante, mentre con Vittorio vado alla ricerca di pietre o selci con la punta affilata che gli ominidi usavano per la caccia, ritrovando pure alcuni piccole parti di coccio lavorati oltre a un pezzodi un grosso piatto, riccamente decorato, Piero e con una certa ragione, chiede di lasciarli sul posto anche per non avere difficoltà in dogana al rientro. Vittorio mi racconta la storia della sua vita, in Niger da quando ha lasciato Roma a 30 anni, è un piacere stare ad ascoltarlo, dovrebbe scrivere un libro per tutto quello che passato,il coraggio di ricominciare sempre una nuova vita. Sono tante le stelle cadenti che scivolano dal cielo, tanti i desideri che si chiedono, spero che qualcuno possa avverarsi.