Pur avendo il sacco a pelo e dormito su un buon materasso, nonostante le abbondanti bevute di rum della sera precedente, è stata una notte abbastanza fredda, siamo sempre ad oltre i 1300 metri d’altezza. Dopo colazione e in attesa di ripartire, avviso Luigi che mi assenterò per mezz’ora, voglio andare alla scuola elementare dove molti bimbi, maschi e femmine di 9-10 anni circa, tutti indossano il loro grembiule, come da noi una volta, in un’aula chiedo il permesso ad una insegnante di entrare, accossente, mi siedo vicino ad alcuni di loro sfogliando i loro libri e quaderni, per quel poco che possa giudicare, sono in ordine, ben tenuti e scritti bene, un ricordo finale con una foto di gruppo.
Una breve risalita dal villaggio, per prendere il sentiero che precipita a valle, verso il mare, con tanti gradini sconnessi e tratti di ghiaino o sabbiosi, che non mi evitano pur stando attento, alcune scivolate. Sono sempre solo davanti, mentre tutti gli altri in ordine sparso li osservo quando rallento sui vari tornanti. L’unica cosa che continua a disturbarmi è il chiacchericcio a voce alta di Italo, comasco di Lezzeno, che parla sempre del più e del meno con tutti, cercherò di fargli osservare del fastidio che mi ha dato nel momento opportuno, che si presenta poco tempo dopo. Non sapendo la strada, al primo villaggio che incontro, mi fermo ad aspettarli, quando da lontano sento chiamare il mio nome, è Edi, la nostra guida, che lasciato il gruppo è sceso a cercarmi, risalgo con lui i 1o minuti di strada fatta in più, ritrovo il gruppo al bivio di un nuovo sentiero laterale che non avevo visto, dove tutti stanno ad aspettarmi, chiedo scusa ma mi sfogo con Italo mandandolo a quel paese, è dir poco, non è mai capitato in vita mia di trattare così male una persona. Ora siamo nella vallata di Paul, con tante coltivazioni di canna da zucchero, di guayaba e di banane, piante di fagioli, vere piante e non rampicanti come li vediamo da noi, e tanti altri frutti e legumi tropicali, da cui gli abitanti dell’isola traggono il loro sostentamento.
Ci sono anche piantagioni di caffè, da una signora fuori dalla sua casa riesco a comperarne due sacchetti, uno in grani, l’altro gia macinato. Nel primo pomeriggio si raggiunge il villaggio di Lombo Comprido, dove in un’area da picnic in un parco pubblico, con piscina, tutto ora molto dismesso e abbandonato, ci fermiamo per il pranzo, non ho molta fame e non riesco a finire il cibo della schiscetta, portata sempre nello zaino. Un breve riposo, per raggiungere poi in mezz’ora la casa dove dormiremo per l’ultima notte sulla terrazza. E’ una bella casa in questo nuovo villaggio, accolti dal proprietario, Cristiano di nome, dove troviamo già i nostri bagagli arrivati poco prima con un mezzo, sistemati i materassini fatta la doccia, ho davanti a mne tutto il resto del pomeriggio. Non riesco proprio a pensare di stare fermo, chiedo a Cristiano indicazioni per scendere al mare, e come risalire eventualmente in taxi alla casa e il suo costo. Nessuno vuole venire con me, prendo e m’incammino, in discesa pima per sentieri poi per strada trafficata, incontrando alcuni turisti che hanno trovato da dormire presso altri b&b più lussuosi del nostro terrazzo, quasi tutti francesi, nessuna ombra di un italiano, arrivo in questa cittadina di mare, un ottimo bar sulla spiaggia dove mi siedo per una bella birra fresca sentendo le onde dell’oceano sulla battigia. Ricevo un messaggio da Luigi che mi prega di comperare due bottiglie di vino di Fogo per la cena, alcuni negozi li trovo chiusi, in una merceria ne compero due, che si riveleranno, quando saranno aperte per la cena, quanto di peggio si poteva desiderare, forse troppo vecchio ed ormai marsalato, quasi imbevibile. La statua di sant’Antonio domina il paese in alto sul colle, come fosse un faro, bellissima però la distesa di bouganvilla rossa che copre l’intera fascia collinare sotto la statua.
Trovo chiusa la banca, non riesco a cambiare gli euro, prendo il taxi che per 1000 scudi mi riporta in 20 minuti a casa, senza fatica. Il tempo di fermarsi a riposarsi e a scrivere in attesa della ottima e abbondante la cena, fatta nel portico coperto al piano terra. Notte sul terrazzo.