Ho caro il mio giardino , più di qualsiasi altro, non perchè sia il più bello, ma perchè è stato da me addomesticato, l’amo quindi non per le sue qualità intrinseche ma perchè ci apparteniamo. Nei miei viaggi incontro altri luoghi, mi sento attratto, mi chiedo come sarebbe bello vivere lì, ma torna a prevalere l’affetto per il giardino a me inevitabilmente fedele, lui non viaggia, mi aspetta .
Quasi sempre, da simili tentazioni, nasce qualcosa: una nuova pianta, altri fiori, un diverso modo di potare, un intento.
Fare…disfare …rifare…ricominciare…un giardino non sarà mai finito e non finirà mai.
CHE COS’E’ UN GIARDINO
Il giardino è uno spazio delimitato da siepi o da muri, un luogo adatto al riposo, alla riflessione, alla quiete, un luogo protetto nel quale sostare in una natura da noi addomesticata, in contrasto con una natura esterna che può essere selvaggia e imprevedibile.
Vero o immaginario che sia, nel nostro giardino c’è la nostra imprescindibile impronta, il piacere di una creazione minore, fatta a nostra immagine, in cui si compongono vari elementi da noi selezionati con cura per ricercare, o forse ritrovare, un equilibrio momentaneamente perduto.
Nel nostro giardino ideale c’è il nostro ordine o il nostro disordine, c’è la scelta e la composizione di alcuni elementi tratti da paesaggi naturali per regolare tensioni e contrasti, ricercando tra loro nuove relazioni con un significato a noi adattabile e affine.
Sicuramente ci saranno degli alberi, o almeno un albero, simbolo del contatto con l’infinito e l’invisibile. Con le loro cime che sfiorano le dimore celesti e le loro radici sprofondate nella terra, gli alberi testimoniano dell’unione tra cielo e terra e dell’eterna ricerca di elevazione dell’uomo. L’intreccio dei loro rami che si protendono verso l’alto stanno come ad indicare che esiste una molteplice risposta alle domande della vita e un molteplice cammino verso la sua meta finale.
Anche l’acqua è in generale un elemento indispensabile del giardino. L’acqua come fonte di vita che ristora, rigenera, disseta il viandante assetato e garantisce la fertilità e la frescura del luogo. Come fontana zampillante esprime energia, dinamismo, come stagno immoto e silente, la preziosa meditazione di una bianca ninfea. Vicino allo stagno si stende il muschio, altro elemento che invita alla riflessione con la sua coltre morbida, tenera, vellutata e al rispetto del suo lento e umile lavorio.
E in mezzo a cespugli e piante, aiuole di fiori e panchine addormentate, i sentieri sono come la trama di un racconto con intrecci che s’incrociano e conducono a soluzioni impreviste, o tracciati paralleli con un destino incerto che si ferma a volte davanti ad una porta o ad un muro.
Nel giardino la natura viene educata e domata dal volere dell’uomo, del giardiniere che lo crea, lo mantiene e lo trasforma. Esistono vari tipi di giardinieri e ne esiste anche un tipo folle, nel quale la vocazione al potere frustata si esibisce nelle più strane alchimie funzionali, esperimenti in cui riesce ad esprimere la sua latente o conclamata aggressività. A lui si contrappone il giardiniere saggio, che mantiene l’ordine delle promesse e della bellezza senza far violenza alla natura.
ricerche e pensieri di MARISTELLA , in un suo testamento che mi ha lasciato , quello che LEI voleva fare nel giardino di Vignale e che cerchero’ di portare avanti .
l’ALBERO DELLA VITA e l’ALBERO DELLA CONOSCENZA
Creare un giardino con i suoi alberi, fiori ed erbe, soddisfa noi stessi ora ma rimarrà nel tempo per chi ci seguirà.
Pensiamo sempre di sapere tanto, perchè l’esperienza ci dovrebbe insegnare a vivere.
Accanto ai giudizi ci sono i pregiudizi, d’ogni genere e d’ogni tempo, compreso il nostro.
Aprirsi sempre al nuovo, e non smettere di apprendere .
Per ritrovare nel giardino la positività :
ALBERO DELLA PACE
Il fiore dell’albero……………”la vita è Saggezza”
il frutto dell’albero……………”la vita è Pace”

Si sale al primo piano sede del museo , ora manca la corrente , un po’ buie , ma una volta ripristinata , vediamo nelle diverse teche oggetti preziosi della storia etiope , nelle sale diversi reperti etnici delle varie tribù . Usciamo e in attesa del nostro gruppo , escono pure i bimbi etiopi che vengono a sedersi accanto a noi , sui muretti dell’ingresso : ordinatamente su invito dei loro insegnanti cantano battendo le mani , si fanno fotografare volentieri , scambio con un loro maestro l’indirizzo mail per trasmettere successivamente loro le foto scattate . Pranziamo in un locale caratteristico vicino al museo , da piatti etnici alla pizza , tante specialità a base di carne . Torniamo a casa di Gilbert , persona disponibilissimo pronta a rispondere ad ogni nostra domanda , per un attimo di pausa e di riposo . Ora in un altro quartiere per prendere in un locale tipico un caffè caratteristico etiope , molto forte ; sulla strada siamo assaliti da venditori di strada locali , vendono di tutto dalle cartine dell’Africa alle collanine , dai cd con le loro musiche , molti i mendicanti lungo il marciapiede , bisogna fare particolare attenzione ai borseggiatori che qui certo non mancano . Ora al mercatino turistico per gli ultimi acquisti , sia sulle bancarelle lungo la strada oppure in un palazzo con molti negozi ai vari piani dove si trova di tutto , anche libri stampati durante il periodo coloniale italiano . Andrea ha ora prenotato alcune camere in un albergo li vicino , per sistemarsi prima della cena e della partenza di questa notte dall’aeroporto per il rientro a casa .