Borges

faccio mio questo capitolo del libro di Federico Pace – SENZA VOLO –

                                                          La biblioteca e il fiume

Durante una conversazione avvenuta sulle onde radio , Jorge Luis Borges,  nel lontano 1984, disse a proposito del viaggio che ” se si considera non dico la vastità dell’universo, ma del pianeta, ciò che un uomo può vedere è ben poco” . Il mondo, per utilizzare une delle metafore più care dell’allievo di M acedonio Fernandez , apppare come un’infinita biblioteca e ciascun luogo un libro . E se Borges diceva di non aver letto molto, quando pensava alla vastià delle biblioteche, così allo stesso modo, ciascun viaggiatore pare perdersi di fronte alla vastità del mondo. Tante le destinazioni o i luoghi da vedere , che è facile perdersi di fronte a quell’infinita biblioteca che è il pianeta . Seppure tanti sono i luoghi che ciascuno può avere visitato, ancora di più e infiniti , sono quelli che ancora non ha mai visto. E altrettanti sono quelli , che seppure visitati una volta, sono intanto cambiati, mutati, trasformati. Un monarca che è stato deposto, un muro che è crollato o una foresta che viene depredata. Uno dei libri con più pagine della biblioteca del pianeta è il lungo corso d’acqua della Cina . Grande Fiume, Fiume Azzurro, Yaangtze Kiang, Chiang Jang. Già dai nomi pare inafferrabile. Esso da solo pare essere un intero pianeta che non può essere conosciuto per intero. O  raccontato. O navogato. Il fiume dai tanti nomi è lungo seimila chilometri, ha un carattere irruente e tempestoso. Nel suo naturale procedere ridisegna il paesaggio ed è come se rimodellasse le montagne , scavasse le anse e trasformasse continuamente la terra che attraversa. ……………..

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