Ci voleva una notte così, prima di riprendere il cammino. Colazione alle 8 sempre sotto il portico della sera precedente, poi si resta in attesa della partenza: mi ritrovo in piazza con due delle ragazze, sul piazzale della chiesa, ancora chiusa, mi avvicino a due vecchietti per chiedere come poter vederla, questi chiamano un altro anziano all’angolo opposto della piazza, che dovrebbe essere il sacrestano, viene da noi, apre la porta della sacrestia, entriamo per la curiosità, ma niente di interessante. Riformato il gruppo, si riprende la strada di ieri fino oltre il cimitero, non ci fermiamo alla spiaggia, con calma e in ordine sparso camminiamo per un’antica strada lastricata in sassi neri vulcanici squadrati e protetti lato mare, da un parapetto di muro in pietra a secco, ben conservato.
Arrivo fra i primi a Cruzinha de Garca, con Alessandro, ci si riposa su delle panchine in cemento in una piazzetta vicino ad una scuola, nel cortile esterno alcune bimbe stanno facendo educazione fisica, a pallone, con il loro insegnante.
Su un’altra panchina è ferma una coppia di turisti francesi con un loro bimbo, forse di 2 anni, con il quale mi metto a giocare mimando mosse da clown, ridendo assieme. Mezz’ora dopo, alle 12.30 si rifà il gruppo, per andare a pranzo su in paese, in un ristorante sul mare, prenotato dalla guida, tutto buono con tante verdure, manioca, frutti dell’albero del pane, tanti fagioli al sugo di carne e pollo, tanta birra e budino finale. Mezz’ora di riposo sulle panchine di cemento, prima di riprendere il cammino, che costeggia sempre l’oceano in un continuo saliscendi. Diversi tratti di questo sentiero sono franati, ma sono in corso da parte di vari gruppi di operai, donne e uomini, il rifacimento, alcuni partendo direttamente dalla fondazione sulla scarpata a picco sul mare, con pericoli non da poco, sollevando e trasportando a mano le grosse pietre necessarie.
Oggi per sentire solo il silenzio e il rumore dell’oceano ho deciso di camminare in solitudine, in testa al gruppo, ma in una breve sosta vengo raggiunto da un gruppo di francesi, chiaccheroni, che abbandono subito. A Corvo, lascio l’oceano, da li comincia una lunga risalita con il caldo che comincia a farsi sentire per passare dal livello del mare ad oltre 1000 metri di quota, è proprio una via crucis, nei vari tornanti sono posizionate le cappellette indicanti le 14 stazioni, in cima è uno spettacolo meraviglioso, davvero unico vedere il sentiero tortuoso a tornanti sottostante, osservare tutti gli altri compagni che stanno risalendo. C
i si ritrova in cima prima di iniziare la nuova discesa verso Fontainas, dove si rifà il gruppo per prendere una strada lastricata in pietra, percorsa da poche macchine dirette a Ponta do Sol, meta della nostra giornata di oggi dove ci aspetta un b&b al centro di questa cittadina di mare. Noi sempre a piedi, vi arriviamo dall’alto passando vicino ad un allevamento di maiali in una bella cittadina viva con molti giovani in giro per le strade. Assegnate le camere, doccia e riposo, poi di nuovo al porto e sulla pista del’aeroporto per i pochi aerei che vi arrivano, dove tutti vi passeggiano, forse ha anche una torre di controllo. Cena al ristorante, ma niente di speciale. Non troviamo neanche un bar per il nostro rum del giorno.