capo verde 12/2

Ottima e abbondante colazione, alle 9 inziamo la lunga risalita verso le creste boscose dell’isola, tra i boschi di Pini Canari, sentiero a tornanti dove incontriamo diversi contadini, uomini e donne, sono intenti nei lavori dei loro campi terrazzati che iniziano a piantare fagioli.

Oltre ai muli che utilizzano per muoversi, hanno nel poco pascolo a disposizione alcuni bovini per la produzione di latte che adoperano per i loro buonissimi formaggi che abbiamo gia assaggiato. Entrando in pineta, sembra di essere in un nostro paesaggio alpino del Trentino, un lungo tratto pianeggiante in mezzo a questa foresta con profumi intensi di resina e del sottobosco, ci si ferma per pranzo e riposino sul bordo superiore della caldera del vulcano Cova de Paul, ad oltre 1200 metri di quota, lo sguardo arriva all’infinito dell’oceano con l’isola di Sao Vincente davanti a noi.

Con Nicola una breve passeggiata al radiofaro posto in cima al pico molti fiori alla base, una sola casa per il custode di guardia un grosso bue nero, sta riposando saporitamente. Si scende sulla pista che costeggia il cratere tra mimose fiorite, per una bella strada lastricata in pietra si va verso la fine tappa del giorno. Incuriosito dall’insegna di un locale-bar-risorante-locanda che decanta le piante endemiche e le varie erbe aromatiche della zona, entro con le tre amiche, viene incontro il proprietario che è un italiano, di Mondovì, qui trasferitosi per cambiare vita. Ritrovati gli altri compagni, mi faccio da solo gli ultimi 5 chilometri di salita,

poche macchine in strada, raggiungo la piazza di Pico da Cruz, dove sul marciapiede e lungola strada è in corso una tombolata: ogni giocatore ha per terra davanti a se alcune cartelle, chi tiene il tombolone estrae, dopo averla agitata ogni volta, un numero ad alta voce lo dice, ognuno con un sassolino lo segna sulla propria cartella, fino a quando uno urla la propria gioia per aver vinto, il primo e unico premio sono due galline vive che il vincitore corre a slegarle e a prenderle e le consegna a sua madre in piazza ad assistere al gioco.

Scene che non dimenticherò facilmente. Arrivano ora tutti gli altri, la locanda dove alloggeremo è li vicino, prendiamo possesso dei letti nelle varie camere, birra per dissetarci, doccia e breve riposo per me.

Per non farmi mancare nulla, con Nicola e Giovanni decido di salire in cima al pico, bellissimo panorama su Sao Vincente e sulla foresta di Pini Canari sottostante, mezz’ora di fatica in più ma ne valeva la pena. Ottima la cena, in un locale al piano terra, con il locale merceria, un quasi buncker sempre chiuso a chiave, ogni tanto persone del posto vengono a far spesa di generi alimentari.

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