Sveglia delle 6.30, dove nella hall troviamo già preparati dall’albergatore, per ognuno di noi, un sacchetto con la colazione che consumeremo in aeroporto, dove ci trasferiamo con 3 taxi, si resta in attesa del volo, poi imbarco con 5 ore di volo, si sorvola l’oceano, si intravedono le Canarie e le Azzorre, si atterra a Sao Vincente all’aeroporto internazionale dedicato a Cesaria Evoria, su una pista che sembra abbia fine solo contro il monte, dall’alto appare un’isola rocciosa e desertica. Lunga fila per il visto d’ingresso per 25 euro, ritiro bagagli, nella hall ci aspetta il corrispondente locale di Walden, NOBAI, in creolo dovrebbe significare ANDIAMO, per trasportarci in albergo in centro città con il loro pulmino, bagagli caricati sul tetto dello stesso. Assegnate le camere, breve riposo per tutti, cambio euro con la moneta locale , escudo capoverdiano, 1 euro pari a 100 escudi. Prima uscita pomeridiana per andare in spiaggia lunga e sabbiosa a lato del porto, sullo sfondo spicca, in mezzo all’oceano, un cono isolato vulcanico : mentre alcuni di noi coraggiosi fanno il bagno nelle fredde acque per poi prendere il sole, con altri due passi a piedi sulla sabbia fino ad un molo. Dopo una birra fresca seduti in un bar a lato della spiaggia, a piedi per la strada, a lato del porto, andiamo verso la piazza centrale di Mindeleo : diverse le case che si affacciano sulla piazza e sulle vie che vi convergono hanno le facciate colorate, colori intensi dal blu al giallo, a tutte le tonalità possibili, in particolare la casa museo, color rosa, chiamata dell’armonia, di Cesaria Evoria, dove nel museo annesso vengono esposti tutti i ricordi della sua carriera nel mondo. In lontananza si vede la copia della torre di Belem di Lisbona, da non vedere, ma meglio girare a zonzo per le vie della cittadina osservando negozi e insegne, il passeggio dei suoi abitanti, mi ritrovo seduto con altri su una gradinata della piazza vicino ad una anziana che tenta di vendere ai passanti dei piccoli involtini fritti di pesce, forse, a 10 centesimi l’uno, ne prendiamo diversi, anche buoni, dopo aver parlato molto con lei e con un’altra signora capoverdiana, fotografandole infine. Rifatto il gruppo, torniamo in albergo, ritrovando con difficoltà la strada, per finire una cena in un ristorante fronte spiaggia, niente di particolare, prima della notte in albergo.