capo verde 7/2

Sveglia alle 6, colazione in albergo e subito al porto con il pulmino per prendere il traghetto delle 7 per Porto Novo, sull’isola di Santo Antao, una breve e tranquilla traversata di 4 ore con un mare un pò ballerino, in questo braccio di mare che separa le due isole, con le loro cime montuose, con pochi alberi e poco verde, che si stagliano all’orizzonte. All’uscita della stazione marittima, troviamo la guida capoverdiana, di nome Edi, con un loro pulmino, in un’ora al termine della strada asfaltata, siamo a Lagedos, da dove inizieremo il nostro primo giorno di trekking. Attraversiamo il paese, fermandosi in una merceria, (rivendita di generi vari) per acquistare bottigliette d’acqua, chiaccherando con una donna seduta l’ fuori: lei è mormone, dice che c’è pure una chiesa cattolica, con il prete che deve fare il giro delle diverse chiese dell’isola , per svolgere il suo ministero. Inizia la risalita su per sentieri in una valle desertica con molti tornanti che non hanno mai fine, in cima si apre davanti a noi una verde vallata , dove ci fermiamo per pranzo, a base di panini con formaggio  e pomodoro, marmellata di mango, dolcetti vari, il tutto preparato dalla guida. Si riprende, un saliscendi ininterrotto in queste vallate con tanti terrazzamenti coltivati a patate. In un villaggio mi fermo a parlare con una signora che sembra stia tornardo da qualche mercato, osservo la sua borsa con dentro delle papaie, me ne offre una che ringrazio e prendo volentieri. Poche le case di questo villaggio, dove nei campi vengono coiltivati patate dolci, fagioli, alcuni bananeti e molti alberi di papaia con i loro grossi frutti appesi in cima al tronco, l’acqua viene raccolta in grosse cisterne, li incanalata dalla levada, piccoli canali in cemento che scendono dal monte, costruiti nel tempo, l’acqua poi, per caduta, viene ridistribuita per bagnare i terrazzamenti coltivati, ben tenuti i muretti in piegtra a secco. Finalmente arriviamo alla fine della nostra prima tappa nel villagio di Dominguinhas, in questa casa ci sistemiamo sul terrazzo predisponendo i materassini per la notte, un solo bagno comune per tutti, con due delle ragazze andiamo a lavarci, si fa per dire, in una levada, acqua fresca corrente per un buon massagio ai piedi. In attesa della cena che sarà sempre sul terrazzo al centro fra i materassini, avevo visto arrivando una scuola, dove trovo ancora la maestra : di pomeriggio lei insegna a due ragazzini di seconda e di quarta elementare, la lingua portoghese, matematica e scienza, al mattino un’altra insegnante per le rimanenti classi, mentre lei va in un’altra scuola di un altro villaggio. Birra su un terrazzo di  una merceria, poi ritorno al terrazzo per la cena, tutti seduti attorno ai tavoli con il cibo preparato dalla signora di casa, molto abbondante e buono, spaghetti e molti legumi, con un secondo di pollo. Notte nel sacco a pelo sul materassino, sotto la volta celeste con una bella stellata, un leggero vento che non ha disturbato senza sentire neppure i russatori di turno. Subito dopo cena arriva Alessandro, con la guida e con il mulo carico del suo zaino, che dopo svariate traversie e diversi voli siamo contenti di ritrovarlo.

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