Alle 4, prima dell’alba, ancora al buio mi sveglio, mi alzo stando attento a non calpestare i sacchi a pelo vicino a me, mentre gli altri dormono tutti saporitamente, sento Luigi alzarsi, si prepara e mi offre un caffe freddo solubile in acqua nella sua tazza d’alluminio che porta sempre appesa allo zaino, ottimo per ricominciare la giornata. Poi mi rimetto nel sacco, fino alla colazione delle 7, caffè caldo, pane e marmellata , tanta papaia a fette. Si riportano tavoli e sedie alla scuola, dove erano state presi ieri sera, cominciano già ad arrivare i bimbi delle prime quattro classi elementari, maschi e femmine, una bella foto ricordo con loro e con gli insegnanti. Si ricomincia il cammino , tutto in discesa su sentieri in pietra, alcuni tratti su terriccio pericoloso, infatti ogni tanto si scivola, in alcuni tratti dello stesso sono in corso lavori di rifacimento con nuovi muri di sostegno eseguiti sia da uomini ed aiutati da donne, vengono pagati dallo stato con le tasse di soggiorno che i turisti pagano nei pochi alberghi. Al termine della vallata ci appare davanti a noi uno spicchio di oceano, fantastico dopo la lunga camminata, non ci arriviamo ma dobbiamo risalire di nuovo per un nuovo sentiero con molti tornanti, a lato piccoli terrazzamenti ben coltivati a patate, carote, fagioli, le prime canne da zucchero, nei pressi di qualche casa isolata alberi del pane e di papaia, nespoli con frutti quasi maturi, sulle scarpate delle pareti della vallata molte acacie simili alle mimose quasi in fiore. Breve riposo in cima quando si scollina, Luigi mi da una pastiglia di maca, rinforzante, a metà della nuova discesa pranzo con riso e ceci, ognuno di noi aveva la sua schiscetta preparata ieri sera dalla famiglia, Luigi ora risente di una contrattura alla coscia, ma riprende per scendere e poi risaslire di nuovo sempre più in alto. In un villaggio incontro una decine di ragazze con la loro insegnate di ritorno da scuola, offro alla maestra una confezione di caramelle al miele che lei distribuisce una per ogni ragazza, il paesaggio ora è verde con tanti banani, i frutti a casco appesi ma ancora acerbi. Siamo ora alla fine della tappa odierna a Meio de Espanha, sistemazione dei materassini sul terrazzo della scuola materna dove siamo alloggiati, doccia e si resta in attesa della cena che si farà più tardi in una casa poco distante. In una casa confinante, vedo un giardino a vivaio con tante piante invasate, osservo e con l’aiuto di Edi decido di prenderne una, un tamarindo, che dovrò portarmi nello zaino in spalla per i prossimi giorni, ricordandosi di bagnarla e farle prendere aria alla sersa. Cena sul terrazzo di questa casa con riso in bianco, sempre, sughi e carne in umido, verdure a volontà, la papaia non manca. Cenano con noi una coppia di ragazzi francesi in giro da soli per il trekking dell’isola, sulla loro cartina sono stati indicati gli alloggi dove l’agenzia aveva prenotato. Chiedo ad un ragazzo della casa di farmi vedere come salire e come raccoglie le papaia, si arrampica meglio di un gatto, fantastico. Notte tranquilla, si sente solo il fruscio del vento.