capo verde 9/2

Un leggero venticello ci ha accompagnato per tutta la notte,  sveglia alle 6, ancora al buio, lento è il risveglio di alcuni di noi , con la fila per andare all’unico servizio a disposizione. Torniamo per colazione sul terrazzo della casa dove abbiamo cenato la sera precedente, caffè , pane, marmellata e fette di papaia non mancano mai, consegna della schisetta per il pranzo di oggi. I bagagli restano nella scuola, verrannopoi caricati sui muli, si parte leggeri alle 7.30, davanti a noi molta discesa da fare, a tornanti, fino a quando davanti a noi appare uno spicchio dell’oceano, visione bellissima con la speranza di fermarcisi, ma pura illusione , si riprende a salire su sentieri in pietra e sconnessi, con il caldo che comincia a farsi sentire e la fatica si fa sentire. Resto in fondo al gruppo con le tre amiche, facendoci superare pure dai muli carichi dei nostri zaini, pausa pranzo alle 14 sotto un’acacia frondosa, una breve nuova salita per scendere finalmente al mare su una spiaggia di sassi neri con le onde dell’oceano che si infrangono rumorosamente sulle rocce. Circa 2 chilometri di cammino sulla spiaggia e sui sassi, respirando profondamente la fresca aria salubre, anche se quella di prima non era da meno. Vediamo in lontananza un villaggio sul mare, con una moderna casa d’architetto costruita su un promontorio che spicca sopra le altre, risaliamo brevemente dal mare per raggrupparci all’ombra all’esterno del cimitero, manca però Luigi, che al bivio precedente aveva preso un’altra strada, non siamo preoccupati, ma dopo una breve attesa Edi lo va a cercare, insieme saliamo al villaggio di Cha di Igreia, posto in collina e nostro posto tappa odierno. In paese per prima cosa ci fermiamo al bar per delle birre fresche di cui tutti sentiamo la necessità, allietati dalle musiche con chitarre, che seduti all’esterno, due capoverdiani improvvisano al momento. Questa notte dormiremo in un b&b , camere molto belle, possibilità di fare doccie serie. Dopo un breve riposo, giro un pò per il villaggio a curiosare, riesco a comperare la mappa e alcune cartoline di Santo Antao, in un albergo-ristorante li vicino, dove stanno entrando un gruppo di turisti francesi, zaini in spalla, girovagando passo in una scuola nelle cui aule ci sono ancora alcuni ragazzi a lezione, poi passo al dispensario con diverse indicazioni sanitarie per i residenti. Sempre organizzato dalla guida Nobai, la signora del b&b ha organizzato la cena in un terrazzo coperto, li vcino, porzioni sempre abbondanti e buoni, il bello di condividerli con gli amici dopo la lunga giornata, un caldo passato di verdure, un secondo di pesce accompagnato da patate di vari tipi, un coppa di un buon gelato per finire.

capo verde 8/2

Alle 4, prima dell’alba, ancora al buio mi sveglio, mi alzo stando attento a non calpestare i sacchi a pelo vicino a me, mentre gli altri dormono tutti saporitamente, sento Luigi alzarsi, si prepara e mi offre un caffe freddo solubile in acqua nella sua tazza d’alluminio che porta sempre appesa allo zaino, ottimo per ricominciare la giornata. Poi mi rimetto nel sacco, fino alla colazione delle 7, caffè caldo, pane e marmellata , tanta papaia a fette. Si riportano tavoli e sedie alla scuola, dove erano state presi ieri sera, cominciano già ad arrivare i bimbi delle prime quattro classi elementari, maschi e femmine, una bella foto ricordo con loro e con gli insegnanti. Si ricomincia il cammino , tutto in discesa su sentieri in pietra, alcuni tratti su terriccio pericoloso, infatti ogni tanto si scivola, in alcuni tratti dello stesso sono in corso lavori di rifacimento con nuovi muri di sostegno eseguiti sia da uomini ed aiutati da donne, vengono pagati dallo stato con le tasse di soggiorno che i turisti pagano nei pochi alberghi. Al termine della vallata ci appare davanti a noi uno spicchio di oceano, fantastico dopo la lunga camminata, non ci arriviamo ma dobbiamo risalire di nuovo per un nuovo sentiero con molti tornanti, a lato piccoli terrazzamenti ben coltivati a patate, carote, fagioli, le prime canne da zucchero, nei pressi di qualche casa isolata alberi del pane e di papaia, nespoli con frutti quasi maturi, sulle scarpate delle pareti della vallata molte acacie simili alle mimose quasi in fiore. Breve riposo in cima quando si scollina, Luigi mi da una pastiglia di maca, rinforzante, a metà della nuova discesa pranzo con riso e ceci, ognuno di noi aveva la sua schiscetta preparata ieri sera dalla famiglia, Luigi ora risente di una contrattura alla coscia, ma riprende per scendere e poi risaslire di nuovo sempre più in alto. In un villaggio incontro una decine di ragazze con la loro insegnate di ritorno da scuola, offro alla maestra una confezione di caramelle al miele che lei distribuisce una per ogni ragazza, il paesaggio ora è verde con tanti banani, i frutti a casco appesi ma ancora acerbi. Siamo ora alla fine della tappa odierna a Meio de Espanha, sistemazione dei materassini sul terrazzo della scuola materna dove siamo alloggiati, doccia e si resta in attesa della cena che si farà più tardi in una casa poco distante. In una casa confinante, vedo un giardino a vivaio con tante piante invasate, osservo e con l’aiuto di Edi decido di prenderne una, un tamarindo, che dovrò portarmi  nello zaino in spalla per i prossimi giorni, ricordandosi di bagnarla e farle prendere aria alla sersa. Cena sul terrazzo di questa casa con riso in bianco, sempre, sughi e carne in umido, verdure a volontà, la papaia non manca. Cenano con noi una coppia di ragazzi francesi in giro da soli per il trekking dell’isola, sulla loro cartina sono stati indicati gli alloggi dove l’agenzia aveva prenotato. Chiedo ad un ragazzo della casa di farmi vedere come salire e come raccoglie le papaia, si arrampica meglio di un gatto, fantastico. Notte tranquilla, si sente solo il fruscio del vento.

capo verde 7/2

Sveglia alle 6, colazione in albergo e subito al porto con il pulmino per prendere il traghetto delle 7 per Porto Novo, sull’isola di Santo Antao, una breve e tranquilla traversata di 4 ore con un mare un pò ballerino, in questo braccio di mare che separa le due isole, con le loro cime montuose, con pochi alberi e poco verde, che si stagliano all’orizzonte. All’uscita della stazione marittima, troviamo la guida capoverdiana, di nome Edi, con un loro pulmino, in un’ora al termine della strada asfaltata, siamo a Lagedos, da dove inizieremo il nostro primo giorno di trekking. Attraversiamo il paese, fermandosi in una merceria, (rivendita di generi vari) per acquistare bottigliette d’acqua, chiaccherando con una donna seduta l’ fuori: lei è mormone, dice che c’è pure una chiesa cattolica, con il prete che deve fare il giro delle diverse chiese dell’isola , per svolgere il suo ministero. Inizia la risalita su per sentieri in una valle desertica con molti tornanti che non hanno mai fine, in cima si apre davanti a noi una verde vallata , dove ci fermiamo per pranzo, a base di panini con formaggio  e pomodoro, marmellata di mango, dolcetti vari, il tutto preparato dalla guida. Si riprende, un saliscendi ininterrotto in queste vallate con tanti terrazzamenti coltivati a patate. In un villaggio mi fermo a parlare con una signora che sembra stia tornardo da qualche mercato, osservo la sua borsa con dentro delle papaie, me ne offre una che ringrazio e prendo volentieri. Poche le case di questo villaggio, dove nei campi vengono coiltivati patate dolci, fagioli, alcuni bananeti e molti alberi di papaia con i loro grossi frutti appesi in cima al tronco, l’acqua viene raccolta in grosse cisterne, li incanalata dalla levada, piccoli canali in cemento che scendono dal monte, costruiti nel tempo, l’acqua poi, per caduta, viene ridistribuita per bagnare i terrazzamenti coltivati, ben tenuti i muretti in piegtra a secco. Finalmente arriviamo alla fine della nostra prima tappa nel villagio di Dominguinhas, in questa casa ci sistemiamo sul terrazzo predisponendo i materassini per la notte, un solo bagno comune per tutti, con due delle ragazze andiamo a lavarci, si fa per dire, in una levada, acqua fresca corrente per un buon massagio ai piedi. In attesa della cena che sarà sempre sul terrazzo al centro fra i materassini, avevo visto arrivando una scuola, dove trovo ancora la maestra : di pomeriggio lei insegna a due ragazzini di seconda e di quarta elementare, la lingua portoghese, matematica e scienza, al mattino un’altra insegnante per le rimanenti classi, mentre lei va in un’altra scuola di un altro villaggio. Birra su un terrazzo di  una merceria, poi ritorno al terrazzo per la cena, tutti seduti attorno ai tavoli con il cibo preparato dalla signora di casa, molto abbondante e buono, spaghetti e molti legumi, con un secondo di pollo. Notte nel sacco a pelo sul materassino, sotto la volta celeste con una bella stellata, un leggero vento che non ha disturbato senza sentire neppure i russatori di turno. Subito dopo cena arriva Alessandro, con la guida e con il mulo carico del suo zaino, che dopo svariate traversie e diversi voli siamo contenti di ritrovarlo.

capo verde 6/2

Sveglia delle 6.30, dove nella hall troviamo già preparati dall’albergatore, per ognuno di noi, un sacchetto con la colazione che consumeremo in aeroporto, dove ci trasferiamo con 3 taxi, si resta in attesa del volo, poi imbarco con 5 ore di volo, si sorvola l’oceano, si intravedono le Canarie e le Azzorre, si atterra a Sao Vincente all’aeroporto internazionale dedicato a Cesaria Evoria, su una pista che sembra abbia fine solo contro il monte, dall’alto appare un’isola rocciosa e desertica. Lunga fila per il visto d’ingresso per 25 euro, ritiro bagagli, nella hall ci aspetta il corrispondente locale di Walden, NOBAI, in creolo dovrebbe significare ANDIAMO,  per trasportarci in albergo in centro città con il loro pulmino, bagagli caricati sul tetto dello stesso. Assegnate le camere, breve riposo per tutti, cambio euro con la moneta locale , escudo capoverdiano, 1 euro pari a 100 escudi.  Prima uscita pomeridiana per andare in spiaggia lunga e sabbiosa a lato del porto, sullo sfondo spicca, in mezzo all’oceano, un cono isolato vulcanico : mentre alcuni di noi coraggiosi fanno il bagno nelle fredde acque per poi prendere il sole, con altri due passi a piedi sulla sabbia fino ad un molo. Dopo una birra fresca seduti in un bar a lato della spiaggia, a piedi per la strada, a lato del porto, andiamo verso la piazza centrale di Mindeleo : diverse le case che si affacciano sulla piazza e sulle vie che vi convergono hanno le facciate colorate, colori intensi dal blu al giallo, a tutte le tonalità possibili, in particolare la casa museo, color rosa, chiamata dell’armonia, di Cesaria Evoria, dove nel museo annesso vengono esposti tutti i ricordi della sua carriera nel mondo. In lontananza si vede la copia della torre di Belem di Lisbona, da non vedere, ma meglio girare a zonzo per le vie della cittadina osservando negozi e insegne, il passeggio dei suoi abitanti, mi ritrovo seduto con altri su una gradinata della piazza vicino ad una anziana che tenta di vendere ai passanti dei piccoli involtini fritti di pesce, forse, a 10 centesimi l’uno, ne prendiamo diversi, anche buoni, dopo aver parlato molto con lei e con un’altra signora capoverdiana, fotografandole infine. Rifatto il gruppo, torniamo in albergo, ritrovando con difficoltà la strada, per finire una cena in un ristorante fronte spiaggia, niente di particolare, prima della notte in albergo.

capo verde 5/2

Mi ritrovo in stazione FNM di Como lago con Italo, di Lezzeno, con il quale mi ero sentito alcuni giorni prima, in treno a Malpensa dove troviamo Nicola, altro compagno del trekking, in attesa del volo per Lisbona parliamo dei nostri viaggi o cammini fatti e di quello che ora abbiamo davanti da fare. In aeroporto a Lisbona con il metrò , nonostangtem la difficoltà nel fare i biglietti, andiamo in albergo, già prenotato, O Jardim da tessa, dove poco dopo veniamo raggiunti da Luigi, nostra guida, e da alcuni altri compagni ; in albergo in  mattinata erano già arrivate le tre ragazze e la coppia di Udine. Sistemati in albergo nelle varie camere,  con Luigi, Nicola e Giovanni usciamo per andare in centro per una birra, mentre Italo resta in camera a leggere. Del gruppo manca solo Alessandro che è rimasto bloccato a Bologna , a causa della chiusura dell’aeroporto per l’uscita fuori pista di un aereo, che dovrebbe raggiungerci nei prossimi giorni, sperando bene. Si rientra alle 24 per la prima notte del viaggio.

Il gruppo risulta così formato :

Lazzarini Luigi da Scandicci, Fi,  guida e capogruppo

Bonavia Nicola da Alzano, Bg

Serra Giovanni da Bologna

Mariani D’altri Alessandro da Cesena, Fo.

Pezzetta Ilva da Udine

Cerratti Lorenzo da Udine

Maspero Stefania da Dublino, Irlanda, ma italiana da Cormano, Mi

Rapsaite Vilma da Massa Marittima , Gr.

Montangero Carla da Torino

Borroni Mario da Como

Italo……da Lezzeno, Co.