dancalia 2016….6′ giorno

2 gennaio 2016 sabato

Sveglia  poco prima dell’alba , colazione e subito in partenza per il Dallol .  con i fuoristrada , a destra e a sinistra della strada numerosi  turisti sono accampati in altre baracche , molto peggio rispetto al nostro campo ; su sterrato prima di arrivare alla salina , che approssimativamente è  lunga circa 40 km per 20 di larghezza , arriviamo dove inizia questa distesa bianca tutta ricoperta da incrostazioni di sale , una visione dell’infinito che si stende a perdita d’occhio con sullo sfondo il vulcano Dallol . Una grande pozza d’acqua salata con i primi soffioni che fuoriescono dalla superfice stessa , vera trappola per gli uccelli che nelle loro migrazioni vedono dall’alto questi specchi d’acqua , vi si tuffano e vi muoiono  . Sempre  a bordo dei mezzi ci avviciniamo alla base del vulcano , per evitare alcuni gruppi già sul posto , passiamo sul lato sinistro del vulcano , ora deserto , dove ci aspetta una nuova meraviglia della natura  per la sua bellezza unica . Le eruzioni vulcaniche hanno lavorato le rocce saline nel corso di millenni facendole assumere forme fantastiche ,  le foto non renderanno mai  le sensazioni che noi proviamo dentro o da condividere poi . Lasciata questa baia naturale , una breve risalita al vulcano , con le nostre guide e sempre con il militare armato che ci protegge , arriviamo in un luogo di una bellezza inaudita , nessun pittore o artista ha potuto o potrà mai dipingere . Molte le foto per riprendere questo paesaggio , ma solo quelle che ognuno porterà a casa dentro il cuore , rimarrà per sempre impresso , un auguro a tutti gli amici e ai parenti di riuscire un giorno a vedere , la natura trasforma ma la bellezza rimarrà , se l’uomo non interverrà . Questo vulcano non ha un cono vero e proprio , tante piccoli laghetti sulfurei da cui fuoriescono innumerevoli piccoli gayser con fuoruscita di acqua calda creando laghetti dai mille colori su tutta la spianata superiore , simultaneamente si formano piccole e stupende piccole sculture , vere opere d’arte . Dispiace lasciare a malincuore questa meraviglia della natura , ridiscendere , un’altra sorpresa ci aspetta ;  all’ombra dei fuoristrada , breve sosta per riprenderci con delle fette d’auguria , datteri e biscotti , acqua fresca in bottiglia , mai mancata durante tutto il tour , questo per ritemprare il corpo e lo spirito . Il caldo ora si fa sentire , dovrebbe essere superiore ai 35 gradi ,ma sopportabile . Dal vulcano alla salina vera e propria , dove i tigrini spaccano la crosta del sale con due lunghi bastoni di legno , sollevando e spostando il blocco irregolare con la forza delle loro solo braccia e l’aiuto dei soli legni . Sono circa le 12 , nel momento della maggior attivita’ produttiva della giornata , dalla frattura della crosta di sale si passa al taglio dei blocchi , lavoro che possono fare solo gli afar per tradizione .  Armati di uno scalpello a lama larga riducono e squadrato i blocchi di sale in forme regolare , un lavoro faticosissimo con un caldo cocente , il riflesso del sole allo zenit brucia gli occhi , molti di  questi lavoratori sono senza occhiali , senza guanti o cappelli , ne chiedono a noi turisti ed ognuno da quello che può . Ora la terza fase del lavoro , per il carico di prova dei dromedari , seduti in ordine sparso con le loro lunghe zampe sulla salina , da parte dei cammellieri , subito poi scaricati per essere ricaricati solo al momento della partenza della carovana . Questo  lavoro inizia a settembre e va avanti fino a marzo , si ripete da millenni , si ferma solo nella stagione calda quando il termometro potrebbe raggiungere anche i 60 gradi . Torniamo al campo base per il pranzo e un breve riposo sotto la tettoia , come tutte le case del villaggio , è costruita con trochetti e ramaglia in legno , sia per le pareti che per il tetto , un telo nero di plastica viene fissato e legato come copertura , ma restano sempre fresche grazie al vento che passa  attraverso le molte fessure . Al tramonto ,  con tutto il gruppo andiamo a piedi e osserviamo come vivono gli afar : nelle piccole baracche , come veri negozi , viene venduto di tutto , altri trasformati in bar , per la consumazione dove servono  bibite tenute al fresco in congelatori , accesi solo quando c’è corrente , niente birra perchè  sono mussulmani . Su un poggio , alto sopra la valle , vediamo l’arrivo delle carovane di dromedari carichi dei blocchi sale , che stanno lasciando la depressione , in senso contrario ne arrivano di nuove dirette alla salina per il carico del giorno dopo . Passano pure alcune carovane di piccoli muli che trasportano pochi blocchi , forse piccoli propietari che non appartengono al monopolio : tutte  risalgono a Berhale impiegando due o tre giorni di cammino ,  li il sale sarà poi immagazzinato per essere smistato e succesivamente trasportato sull’altopiano del Tigray , ora con gli autocarri , una volta con lunghe carovane , sale necessario per gli animali . Ottimi cena con spaghetti , con dolci casalinghi e fette di pandoro che alcuni amici hanno portato dall’Italia . Non ci manca proprio nulla : Andrea ha procurato diverse bottiglie di acqua fredda e una bottiglia di uzo greco , di cui alla fine vedremo solo il fondo . Con Lorenza e Andrea torniamo al villaggio , per la ricarica elettrica delle nostre batterie telefoniche e fotografiche , prima del ritorno ci si ferma  alla base militare  ritrovando lì la nostra guida e i suoi aiutanti , insieme li  beviamo delle birre fresche , qua è possibile , aspettando l’ora dello stacco del generatore prima di tornare al campo illuminandoci la strada con le nostre lampade frontali  . Tutti gli altri gia’ riposano , chi dentro e chi fuori la tettoia .

dancalia 2016….5′ giorno

 1 gennaio 2016 venerdi’

Un nuovo anno davanti a noi : i desideri e i sogni sono tanti , auguro  a tutti i famigliari , parenti , amici cari un anno migliore o almeno che sia come quello appena finito , possibilmente  con solo  i lati positivi .
Sveglia alle 5,30 : con Lorenza e Alessandra nella nostra suite abbiamo riposato abbastanza bene , ragliate dei dromedari o mie russate a parte , ora tutto il bivacco alle nostre spalle si sta svegliando :  alcuni gruppi scendono nuovamente al lago del vulcano , altri lasciano il campo e scendono a valle . Anche noi ci apprestiamo a scendere lungo lo stesso sentiero percorso in salita fino al campo base , dove i fuoristrada sono già pronti e caricati per la nuova partenza , smobilitazione generale del campo da parte di tutti i vari gruppi . E’ stato confermato ad Andrea che la pista prevista per raggiungere il Dallol è tuttora chiusa a causa delle pioggie dei giorni scorsi , quindi percorso alternativo rifacendo in parte lo stesso  dell’andata : prima su piste impegnative laviche , poi sabbiose , fra i nostri fuoristrada inizia quasi una gara di un paio d’ore per superarsi fra loro , per arrivare fra i primialla strada asfaltata , costruita ultimamente dai cinesi per raggiungere e  sfruttare le cave di potassio situate nel Dallol in modo da trasportare il più economicamente possibile il materiale a Gibuti per la successiva esportazione e lavorazione . Durante la trasversata delle dune sabbiose riusciamo a intravvedere una gazzella , velocissima a scappare sulla sabbia  e uno struzzo in lontananza . Un nuovo stop per riunire in gruppo i fuoristrada , breve sosta per bere ed ammirare il brullo paesaggio desertico , raccolgo dei piccoli fiori da uno spoglio albero , donandoli poi ad alcune ragazze del gruppo . Raggiungiamo il villaggio di Amedila , sosta per pranzo nello stesso ristorante della volta precedente

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, comperato un kilo di caffe’ fresco da tostare a casa , due passi per le vie del villaggio attorniati dai bimbi , negozi dentro queste baracche che vendono di tutto dalla frutta alle verdure , dalla carne ai recipienti di ogni genere , muli e capre anche loro sulle strade interne . Amedila era una volta un punto obbligato di passaggio dove le carovane pagano le tasse per l’estrazione e il trasporto del sale .

Comincia la discesa verso la depressione dancala , sempre su strada asfaltata con grandi tornanti , arriviamo a Berhale , grande villaggio dancalo , crocevia commerciale e strategico , posto a 50 mt di altitudine . Breve sosta  per vedere in una piazzale sottostante la strada centinaia di cammelli , come se fosse un mercato di animali , li fermi per una successiva formazione di carovane . Immagine 484Proseguiamo superando un posto di blocco militare , vediamo piccole e caratteristiche case afar ai lati della strada che non riesco a fotografare , pochi alberi e rari cespugli buoni per solo per dare da brucare a capre o ai cammelli . Andrea con il suo fuoristrada ci ha preceduto per trovare un posto migliore per il nuovo campo base , e quando noi arriviamo e’ tutto predisposto . Preparate brandine e materassini per la notte , alcuni al coperto , altri all’esterno con un lato protetto dai fuoristrada ,  predisposto un box doccia dove alcuni la faranno con acqua portata con dei bidoni da un pozzo , infine una buonissima cena con brindisi finale di auguri per il nuovo anno . Mentre ceniamo

vediamo sfilare numerose carovane di dromedari che si incamminano verso la salina per il carico del giorno successivo dei blocchi di sale .

Giornata intensa , piena di ricordi da portare a casa .

dancalia 2016….4′ giorno

31 dicembre 2015 giovedi’

Alle 5,30 si sveglia il campo : diversi gruppi stanno già partendo per la salita al vulcano , colazione con pane e marmellata ed un buon caffè : poi preparazione degli zaini , il più leggeri possibili , lasciamo i borsoni al campo sui fuoristrada . Caldo umido alla partenza , prevista per le 7 , una bella camminata ci attende dai -115 del campo base ai 300 dell’Età Ale .
La prima parte del sentiero si snoda  su terreno sabbioso , qualche raro cespuglio ai lati e sui campi di lava , colline e coni vulcanici in lontananza,
si incontrano altri gruppi già di ritorno dalla notte passata sul vulcano , con in fondo alla fila i loro dromedari carichi dei loro materassini ben legati sulle  groppe .

Saliamo in fila indiana con davanti la guida Afar e dietro , a chiudere il gruppo , il militare armato di kalasnikov , un solo militare, per ogni gruppo , per salvare la forma in caso di un eventuale attacco di nemici o predoni , da solo non so cosa potrebbe fare . Si sale lentamente su campi di lava , il sentiero non e’ difficile ma il caldo umido si fa sentire : alcuni stop di riposo lungo la salita per bere e non disidratarsi . Dopo circa 3 ore di cammino siamo ai piedi del vulcano , con un ultimo strappo finale di dura salita siamo in cima , sudati ma lo sguardo sulla splendida vista della caldera , dal nero magma , ripaga la fatica .

Due passi capire in questo villaggetto costituito da piccoli ricoveri in blocchi di lava ad uso dei gruppi di turisti  per vedere dove siamo mentre le guide preparano i locali per la cucina e il locale per la cena e la colazione e noi sistemiamo i materassini ognuno nella propria grotta . Per non stare con le mani in mano , risalgo sopra il villaggio per osservare meglio dall’alto il cratere di sinistra da cui continuano ad  uscire i vapori di un vulcano . Riso con capperi e wurstel per pranzo , poi un breve riposo con tante le mosche che rompono . Appena il caldo tende a diminuire , iniziamo  il giro attorno ai vulcani  sulla caldera , sempre accompagnati da Andrea , dalla guida e dal militare che chiude il gruppo : paesaggio davvero unico sul campo di lava sottostante , questa mattina nera , a quest’ora con un’intensità di luce diversa ,sta diventantdo sempre piu’ grigio o verdastro . Siamo al primo vulcano dalle cui bocche escono molti fumi e vapori , senza l’odore di zolfo o di uova marce , al centro di questo cratere , in basso , si vede  un altro grosso cono vulcanico , quasi un mostro , apparso improvvisamente dopo una forte eruzione di lava , circa 20 anni  fa . All’orizzonte si intravvedono le montagne dell’Eritrea , stiamo camminando su una crosta di lava leggera sottile e sollevata in più punti , quasi sospesa e senza alcun appoggio visibile , camminandoci sopra  con l’eventualità di improvvise rotture , la guida raccomanda la massima attenzione . Arriviamo al cratere principale dell’Arte Ale : una meraviglia della natura , mai immaginata o da me vista in nessun’altro viaggio , indescrivibile , difficile da descrivere e poi da condividere , solo chi ha la fortuna di vederla potrà ricordare le emozioni che resteranno sempre impresse in noi .

Oltre a questo tipo di cratere , ne esistono pochi altri  laghi di lava bollente  nel mondo : il Nayrogondo sui monti del Virunga  in Congo , alle Hawaii , in Antartide e in Indonesia . Un lago di lava in continua ebollizione , improvvise bolle di lava , color rosso fuoco , si alzano dalla superficie del lago alimentando e formando sempre nuove venature che si muovono sulla superficie creando alte onde che corrono verso i bordi del cratere , subito dopo lo stesso fenomeno si ripresenta  aprendo e chiudendosi improvvisamente sulla superficie , spruzzi di lapilli raggiungono quasi il bordo dove ora noi siamo , il lago di magma è a circa 2o metri sotto di noi da dove osserviamo questa meraviglia della natura in tutta tranquillità . I fumi che si sprigionano , alimentati dal vento , portano in alto il calore che arriva dal centro della terra . Ritorneremo dopo cena , questa notte , per ammirarlo di nuovo al buio . Si ritorna al campo base camminando su un letto di lava , risalendo per un  ripido tracciato scavato a gradoni nella lava . Cena con tortellini in brodo , antipasto di salumi e formaggio portato da casa da alcuni dei nostri amici , accompagnato da un buon vino rosso .
A notte fonda riscendiamo al lago di lava , illuminandci il cammino con le nostre lampade frontali , sempre accompagnati dalla guida Afar e dal militare armato : abbiamo davanti a noi uno spettacolo unico indescrivibile : la superficie del lago continua a bollire , si apre e chiude continuamente , scintille d schizzi di lava bollnte si alzano oltre al bordo della caldera , ma Andrea assicura che nessun pericolo incombe su di noi .  Aria calda risale dal lago , solo i vapori disturbano leggermente gli occhi che ci costringe ad allontanarci dal bordo . Risaliamo al campo mentre altri gruppi  stanno iniziando a scendere . I nostri letti erano già stati preparati nei nostri ricoveri , ma all’esterno del campo troviamo un bivacco dove sono accampati  per passare la notte , sul fianco del monte , centinaia di turisti . Difficile andare per servizi nella natura , con le troppe persone in giro , pure indescrivibile è la ressa lungo la piccola via con i tanti  dromedari stesi ,  tutti i militari sono sistemati  in un loro alloggio vicino vicino alla nostro ricovero .
Brindisi finale di fine anno con i componenti del nostro gruppo augurandoci un anno migliore e nuove esperienze di viaggio ,magari ritrovandoci altrove  .

dancalia 2016 …3′ giorno

30 dicembre 2015 mercoledi’

Dopo due notti insonne , una bella dormita fa ricuperare le forze , pronti per questa nuova avventura . Dopo colazione , ritrovo alle 8 e  partenza dall’albergo con i bagagli caricati su quattro fuoristrada . Ultime disposizioni di Andrea sul programma della giornata , si lascia Makele , vestiti a cipolla per prepararsi per il forte caldo che troveremo quando entreremo nella depressione . Sarà un lungo trasferimento ma sono previste diverse fermate per ammirare il paesaggio di questa regione , passando  dai 2100 mt della città ai -115 dove faremo il campo base , per questa prima notte in attesa di salire  domattina al vulcano Erta ALE.
Attraversiamo una regione agricola con pochi villaggi , lungo la strada  alcune  case sono in blocchi di terra compatta , altre con pareti e tetti in lamiera : in un campo un contadino sta armando il terreno pieno di sassi con un aratro di legno trainato da due buoi , che seminerà poi con un grano , di cui non ricordo il nome .IMG_0087
Nuova fermata lungo la strada per ammirare da un poggio una grande vallata lavica costruita dall’acqua in milioni di anni , fra due catene di monti ,  foto di gruppo  con un grosso villaggio sul fondovalle .
Raggiunto questo villaggio , per sgranchirsi e conoscere questo paese , due passi sulla strada principale , poi per vie interne , attorniati subito  dai bambini con richiesta di matite , caramelle e soldi ,  sono tanti e non a tutti riusciamo a dare qualcosa .
In un piazzetta interna , riesco a a raggrupparli e farli sedere per terra intorno a me  per una foto ricordo , ne sono contenti quando si rivedono in nella fotografia .20151230_105913
Bancarelle e negozietti chje vendon di tutto ,  uno propone delle palline puzzolenti , che al solo odore viene il volta stomaco , penso a delle droghe locali , non è il chat ,  visto subito dopo queste foglie fresche in mano ad un ragazzo lungo la strada .
In questo tour Andrea si appoggia ad una guida locale , che ora ci accompagna in un bar ristorante lungo la strada , se così si può chiamare questo locale ,per un buon caffè dove , dove con il loro permesso , possiamo fotografare la donna e la figlia che ci hanno preparato e servito  , veramente due bei visi etiopi .

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Proseguiamo su un lungo nastro di strada asfaltata ,  abbassandoci sempre di quota ,  in discesa con tornanti  in mezzo apareti di colate di lava nera  da cui emergono piccoli cespugli  verdi con la natura che torna sempre a prendere  il sopravvento sul deserto che sembra senza  vita . Dalla strada ad uno sterrato polveroso dove i fuoristrada sollevano altissime nuvole di polvere , la pista si allarga con all’orizzonte i primi vulcani , il paesaggio di nuovo cambia , ora  il fondo della pista e’ costituita da rocce nere , molte difficoltà per evitare buchi e gli sparsi massi caduti li nel tempo .

Nuova fermata  al villaggio del capo Afar per le formalità di accesso al campo base , viene assegnato e preso a bordo un militare per la nostra sicurezza , occasione anche per fermarsi per pranzo con un buon panino , banane e arance .
Nella tettoia a lato della nostra , un gruppo di turisti giapponesi sta consumando il loro pranzo a base di riso , colgo l’occasione per  salutarli in ricordo del mio viaggio in Giappone, non in giapponese , parliamo di Shikoku riuscendo a capirci in qualche modo , parlando di tutto e del più , dell’Italia e di un futuro mio nuovo viaggio in Giappone ,  loro scattata foto a ricordo di questo incontro  .
Arriviamo al campo base , turisti e fuoristrada riempiono già ogni spazio disponibile , ma la nostra guida aveva gia’ riservato per noi uno spazio un po’ defilato e tranquillo .  Prepariamo le brandine e i materassini nelle capanne in blocchi di lava ad uso dei turisti , mentre Andrea predispone la cena con il buio e le prime stelle in cielo . Oggi , durante il trasferimento , abbiamo avuto una temperatura di circa  35 gradi  , ora fa un caldo asciutto  sopportabile .

Tutti a tavola per la cena : spaghetti al pomodoro , insalata mista con pollo , due bottiglie di vino bianco sudafricano da noi prese in aereoporto , caffe’ e rum finale come ammazzacaffe’ ; il cielo si sta riempiendo di stelle , meno brillante di quel che pensavo ,  un venticello fresco ci accompagna alle brandine ,spostate  ora fuori  all’aperto per dormire sotto le stelle , c’è sempre una prima volta . Notte fresca , un forte vento ad una cert’ora della notte si solleva , più di tanto non si riesce a dormire , alle 3,30 mi sveglio e guardo la bella luna che brilla in cielo .

dancalia 2016 …2′ giorno

29 dicembre 2015 martedi’

Sbrigate le formalità d’ingresso all’aeroporto , con caos e code per il visto , passaporti che passavano da uno sportello ad un altro , al costo di 50 dollari  cadauno , finalmente mettiamo piede in Addis Abeba : cominciamo a conoscerci fra noi , penso che sarà un buon gruppo , ben guidato da Andrea , la nostra guida , preparata avendo già accompagnato vari gruppi di Spazi d’Avventura in Etiopia per oltre 10 anni .
Si appoggiano ad un tour operatori locale , Gilbert , francese , che organizza viaggi e trekking durante la stagione turistica etiope da settembre a marzo , prima di rientrare in Francia in estate .
Fa già caldo quando usciamo dall’aeroporto, un piccolo bus ci aspetta fuori come da programma , andiamo a casa di Gilbert per un caffè e una piccola colazione ; ha una villetta singola in una zona semicentrale della città , con davanti un bel giardino , un grande albero di pepe rosa con frutti già formati con svariati nidi di uccellini sparsi sui rami , un grande albero di caffè con bacche mature da raccogliere , molti arbusti  e cespugli in fiore .
Dopo una breve sosta andiamo per musei , oggi è la festa di San Gabriele molto sentita dagli etiopi ; migliaia di fedeli ortodossi copti sono sulle strade , donne giovane e anziane con i loro vestiti bianchi caratteristici , alcune con i loro piccoli in spalla , molte protette dal sole con i loro caratteristici ombrellino colorati .
E’ un  invito a fare fotografie , seppur con il traffico in parte riesco ma inavvertitamente riprendo  il palazzo di Menelik con davanti di guardia alcuni militari ; si accorgono subito dello scatto che ho fatto , si precipitano verso il nostro pullman fermo nel traffico , lo raggiungono e in tre salgono puntando subito su verso di  me : un po’ di confusione , vogliono che elimini la foto , cerco ma non riesco ma sono in confusione , loro  insistono rinunciandoci lasciando infine il bus .

È andata bene anche questa volta , mi riprometto di stare più attento , forse ? Andiamo ora al museo antropologico per vedere lo scheletro di Lucy , e molti altri reperti ritrovati in Etiopia sulla vita dell’uomo e degli animali nelle varie ere geologiche .

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Finita la visita al museo , passuamo alla chiesa della Trinità affollata di fedeli , uomini a destra e donne a sinistra nella navata centrale , nessun prete celebra ma tutti pregano intensamente , anche ragazzi giovani che non pensi di trovare lì di giorno . Torniamo a casa di Gilbert per pranzo con un bel panino , caffè e dolci . Di nuovo in aeroporto per prendere l’aereo per Makele : anche se è solo un volo interno , nuovi infiniti controlli a cui sottoporsi , partiamo per il Tigray con un turboelica , su cui non volavo da tempo , pochi turisti oltre a noi , il resto dei posti occupato dai tigrini che tornano alla loro città : il volo dura un’ora e fa risparmiare 600 km di pista sull’altopiano , su strade cetamente non belle .  Dai finestrini dell’aereo osserviamo un paesaggio lunare , desertico con vallate e montagne che si susseguono a perdita d’occhio , mai monotono . Serata a Makele  in albergo , una bella camera e cena con  varie specialità tigrine .
Un problema per me :  avendo dimenticato a casa il carica batteria , non riesco a caricare la batteria della macchina fotografica avendolo dimenticato a casa , penso che avrò qualche problema e dovrò arrangiarmi con il telefonino o con il Tablet .


Riiesco a connettermi ad internet , per spedire i post del blog . .