dolpo 2012 …..16

 

10 maggio

Alle 9 si parte per Tarakot ,  saliscendi continui per sentieri sterrati prima , un secondo tratto su rocce sporgenti con molta ghiaia , per trovare poi , prima di uscire dalla valle , dei brevi pezzi di un  sentiero sabbioso a mezza costa non più largo di 30 cm da attraversare in fretta , guardando prima sopra , a monte , prestando attenzione alla caduta delle pietre che stanno cadendo , ma contemporaneamente il precipizio a valle di una lunga scarpata  verso il sottostante fiume . Veramente pericoloso , forsa la prima volta ad aver paura . Passato il pericolo , ci si ferma per pranzo in una locanda di un villaggio , subito tutti i bimbi vengono vicino a noi , li vedi curiosi e attenti non avendo molte occasioni di incontrare stranieri con cui confrontarsi . Si riparte a piccoli gruppi sciolti , quasi ognuno per conto suo , all’arrivo della tappa contestazione finale a Carlo e alle guide da parte di molti di noi , imputando loro la non conoscenza dei luoghi , la cattiva organizzazione e programmazione delle tappe , anche se sapevamo delle difficoltà del trekking , in parte causate dalle cattive condizioni atmosferiche non per colpa loro . Anche se stanchi e nervosi , dopo aver montate le tende al campo base , in 20 minuti saliamo al villaggio , lungo il sentiero alcuni contadini stanno arando questi fazzoletti di terra con un piccolo aratro di legno trainato da due yak , subito dietro alcune donne nei solchi appena tracciati seminano orzo o cereali vari . Dal villaggio si sale poi al monastero in cima al monte , dove le bandiere delle preghiere multicolori issate su pali sventolano mosse dal vento . Al ritorno al campo base proseguono le discussioni con Carlo , quello che penso lo devo dire , per non portare rancori e cercare di proseguire questo cammino nel modo migliore , lo sventolio delle bandiere e il paesaggio dei monti ci aiuta a rilassarci , anche per le buone notizie giunte da Katmandhu sulle condizioni di Jon ci rasserenano .

dolpo 2012 …….15

 

9 maggio

Dopo la sveglia e colazione , subito la partenza per Dunai su sentieri impervi e difficili , lunghi e faticosi ; oggi jon non sta per niente bene , continua ad avere forti mal di pancia  , coliche ed altro , ogni tanto si ferma e si siede per i forti dolori , andiamo piano e rimango in fondo al gruppo con lui e con una guida ,  ci si ferma a mezzogiorno per pranzo  per lui è solo riposo . Quando si riprende a camminare , io resto con lui mentre gli altri proseguono al spolito passo , per lui è solo sofferenza , ogni 100 mt si deve fermare per riprendere le forze , bisogna stargli vicino per eventualmente proteggerlo se dovesse cadere e potergli dare forza morale per proseguire . Prima di arrivare a Dunai , ci fermiamo in un piccolo villaggio sedendoci a lato di un gompa , ci si avvicinano dei bimbi e con una ragazzina di circa 12 anni , sveglia e attenta , parliamo un pò in inglese , le regalo penne e quaderni che avevo di scorta , li fotografo e subito le vogliono rivedere , anche quelle dei miei nipotini Nicolò e Liliana , alcune foto del mare di Chiavari , che non hanno mai visto o immaginato  cercando di ripetere i nomi in italiano . Con molta fatica riprendo il cammino con Jon , fermandoci spesso , non vedendoci arrivare Carlo preoccupatop del nostro ritardo , ha fatto tornare per aiutrarci alcune guide e con loro arriviamo tardi al campo , veramente stanchi me compreso . Carlo decide di far rientrtare in elicottero Jon il mattino dopo con un elicottero per le analisi del caso .

dolpo 2012 ……14

8 maggio

Sveglia alle 6 , le ultime notizie dicono che il gruppo dei russi è bloccato per la molta neve caduta fra i due passi a 5200 mt , e non riesce a muoversi nè in avanti nè indietro compreso i muli , bel problema per loro . Se ne prevede molta ancora per i prossimi giorni , si rinuncia a proseguire , bisogna riscendere in due giorni per lo stesso sentiero fatto a salire in qauttro , deviare per Tarakot dove decideremo cosa fare . Si parte con il sole , ma subito ricomincia a piovere decisamente , ci si coprre alla meglio riuscendoci a fermarci per un riparo sotto una grossa roccia sporgente dalla parete della montagna . Si prosegue fino alle 18 sempre con la pioggia , in attesa di montare il campo in questo villaggio , ci si ripara alla meglio in casa di una famiglia che ci ospita, alla fine dormiamo ugualmente in tenda .

dolpo 2012…….13

 

7 maggio

Dopo colazione , nuova salita per migliorare l’acclimatamento fino ai 4300 mt , in vista delle salite ai passi dei prossimi giorni , ancora da decidere viste le variabili condizioni atmosferiche . Due ore di salita , un’ora di sosta e un’altra ora per ritorno al campo per il pranzo , in un  paesaggio sempre magnifico con la cascata che vediamo da un’altra prospettiva . Nel pomeriggio andiamo a visitare un monastero posto a pochi km sulla fdestra del lago , passando vicino ad una caserma dei militari di guardia a chissà che cosa . Il monastero , luogo sacro , è ben tenuto , bellissime sono le finestre lavorate intarsiate a mano , scende da noi un monaco che ci fa entrare in una cappella , sono oramai in pochi i monaci che ci vivono e quasi tutti anziani . Verso sera , per far passare il tempo , torno dal dottor Hans  per parlare con lui , in negozio provo senza comperare prodotti artigianali , solo una piccola borsetta per Liliana .

dolpo 2012 ….12

 

6 maggio

Colazione e subito smontaggio del campo ,per poi salire al lago Poksundo, sentieri non difficili , ma si passa dai 3100 mt ai 3700 con un dislivello complessivo fra salita e discesa di oltre 1300 mt. Facciamo alcune fermate intermedie per vedere una magnifica e alta cascata , e la catena dei monti tutti oltre i 5000 mt , tutte innevate , anche per riposarci e prendere fiato in una bella e calda giornata , per ora . Eccoci infine al famoso lago , attraversando questo villaggio , così fuori dal mondo , che rispetto agli altri attraversati sembra più un paese . Sulle alture fronte lago troviamo altri escursionisti , forse russi , hanno già montato le loro tende , mentre iniziamo noi a montare le nostre  ricomincia a piovere ,  pazienza bisogna aspettare . Rivado  in paese , dove in un negozietto oltre ad acqwuistare da bere e altro , si ha la possibilità di telefonare e ricaricare le batterie , roba da non credere . Qui ho conosciuto , alloggia in una camera del paese  , un medico di Berna , il dottor Hans Martin , con cui successivamente resterò in contatto ,che per un mese all’anno presta opera di volontariato per aiutare e curare le persone di questa zona , assistito come in fermiera dalla titolare del negozio , la quale per il resto dell’anno fa quello che può . Ora sta cenando con patate bollite e contorni vari di verdura , una persona veramente in gamba , sta leggendo un testo in tedesco con la traduzione sulla pagina a lato del tibetano , per iniziare ad impararlo , parla di un filosofo indiano del decimo secolo . Gli chiedo delle pecore blu ,  blue ship , mi conferma di averle viste sui monti sovrastanti allo stato brado , mi promette che mi manderà una foto come documento . Le guide hanno completato il montaggio delle tende , ora il lago è veramente magnifico con diverse sfumature di colori dal verde al blu intenso , le montagne vi si specchiano creando bellissime immagini . Dal nostro campo partono diversi sentieri per salire ai vari passi , ora però bloccati dalla neve , Carlo e le guide devono di nuovo modificare il programma . Per meglio acclimatarci saliamo a quota 3900 mt attraverso un bosco di pini , larici e betulle , incontrando diversi tempietti , fino a calpestare la prima neve . Si torna al campo per la cena , poi in tenda , fuori siamo a meno 10 gradi , e di notte comincia a nevicare .