vercelli ….mortara – 3

 

Una notte veramente tranquilla in questa anonima stazetta d’albergo .  Iniziamo verso le 8 il nostro cammino per Mortara con poche nuvole attraversando il Sesia  camminando lungo l’argine sinistro del fiume verso Palestro sempre costeggiando campi di riso . Diverse aziende di riso si trovano lungo il percorso, fuori da una di queste ci fermiamo a parlare con una bella giovane ragazza laureata in agraria i cui genitori mandano avanti la loro azienda da 5 generazioni : ci illustra le varie qualità di riso , come si  coltiva , spiega il raccolto fino alla vendita , ci parla del granoturco che finisce tutto in Germania per la produzione di benzine . Passiamo in Lombardia sotto il ponte dell’autostrada Milano Genova  notando  subito la differenza da come vengono tenuti i canali di scolo delle acque e la manutenzione di sentieri , nel vercellese ordine qua un pressapochismo. Palestro come citta’ e’ insignificante  , proseguiamo sul lungo argine dove troviamo diversi cacciatori in attesa delle prede , tutti coi carnieri vuoti , meglio così . Arriviamo a Robbio , io davanti , Lutz e’ rimasto indietro , e’ il nome dell’amico pellegrino tedesco , Dumbert e’ il cognome . Non vedendolo arrivare , torno indietro a cercarlo , lo trovo seduto su una panchina con un altro attacco di diabete,  riprese le forze , ci fermiamo ad un bar per ricaricarci di energie . Mi sento al telefono con Augustin , il pellegrino spagnolo , per sapere dove ora si trova , ma non riesco a capire il suo spagnolo basco , lo ritroviamo piu’ avanti sulla strada per Niconzio dove lui si fermerà li per la notte . Noi proseguiamo per Mortara , raggiunta dopo quasi 19,25 miglia da Vercelli , una tappa piuttosto lunga avendone fatte due in un solo giorno . Dopo due birre in stazione , alle 19 raggiungiamo l’abbazia di Sant’Albino , struttura bella e ben conservata  una magnifica accoglienza ci viene riservata con una super cena preparata dalla signora Franca . Questa e’ una struttura comunale per accogliere i pellegrini sula francigena , a lato dell’abbazia , gestita molto bene . Siamo in 4 ospiti , pellegrini : oltre a me e a Lutz , c’e’ una coppia francese , si cena e si dorme nel grande salone , il sacerdote responsabile della struttura ci accompagna a visitare l’interno dell’abbazia illustrandocela .Stanchi e soddisfatti di quello fatto finora.

 

santhia’ – vercelli – 2

 

L’abbondante cena di ieri sera ha lasciato un peso sullo stomaco , notte insonne , pazienza , ma ora pronti per la partenza della seconda parte del miocammino verso Roma  . Lasciamo l’ostello noi tre pellegrini , un veloce colazione al bar della stazione . Si presenta subito un piccolo problema : Dumbert  , il pellegrino tedesco , sta poco bene , ha un forte tremolio alle mani , mi spavento e ci si ferma per aiutarlo , dopo mezz’ora passa tutto ; dice che soffre di diabete e potrebbe ripetersi questo stato , di non preoccuparsi , con l’insulina passa tutto , io pensavo al Parkinson . Resto preoccupato , ma si inizia a camminare in una giornata un po’ uggiosa , intervallata ogni tanto da qualche pioggerellina che non dà fastidio anzi piacevole . Camminiamo per sentieri costeggiando campi di riso dorati e maturi, altri già trebbiati . Ma quanto sono belle le spighe di riso , ben cariche di chicchi , prima volta viste da vicino . Risaie a non finire all’orizzonte , seppure non illuminate dal sole hanno uno splendore magnifico , penso pero’ al lavoro delle mondine e alle fatiche che a suo tempo dovevano sopportare nei campi , torno ai racconti fatti da mia suocera Liliana e da sua mamma Stella , nate e vissute a Santhia’ , ricordi e sacrifici da loro fatti in prima persona come mondine . Proseguiamo per San Germano Vercellese , dove alla prima  fontanella facciamo scorta di acqua . Oggi non ci sono zanzare e non fa caldo , credo di aver fatto bene a giugno fermarmi , sarebbe stato veramente dura sopportare quel caldo sotto un sole cocente d’inizio estate . Arriviamo alla periferia di Vercelli, lasciamo Augustin , il pellegrino  spagnolo che preferiscre andare all’ostello del convento di Billieme , in citta’ ci raggiungono due pellegrini francesi , marito e moglie , anche loro alla ricerca dell’alloggio per la notte , con loro andiamo all’albergo Valsesia , in centro , dove noi abbiamo avevamo prenotato , anche loro trovano una camera . Formalità , doccia , riposino , poi esco con Dumbert per visitare la chiesa di sant’Andrea e la cattedrale di sant’Eusebio , nuovi timbri sulla credenziale , una birra nella piazza centrale di Vercelli in attesa della cena . Una panissa perfetta alla vercellese per entrambi , per Dumbert anche una trippa , ritorno in albergo sempre con una leggera pioggerellina . Speriamo per domani  in un tempo migliore .

 

santhia’……..1

Trasferimento in treno a Santhià , ma alla stazione di Como lago un contrattempo : sono arrivato in anticipo , sto seduto su una panchina in attesa , sul secondo binario si ferma un treno , motore diesel lasciato acceso  emanando fumo e odori nauseabondi , provocando inquinamento che mi disturba , dopo mezz’ora , non cambia nulla , vado all’ufficio gestione e chiedo all’impiegato almeno di far spegnere il motore , questo  fa finta di non capire , dice che i macchinisti sono a pranzo . Mi rompo , chiamo i due poliziotti di servizio , chiedo loro di intervenire , fanno rintracciare i macchinisti  e finalmente sto benedetto motore viene spento ricevo un grazie anche da altri viaggiatori in attesa . Poca strada dalla stazione all’ostello dei pellegrini , gia’ prenotato  , dove trovo Mario , responsabile della via francigena di Santhià e Vercelli e altri due pellegrini diretti a Roma , un tedesco di 72 anni e uno spagnolo di 77 che arriva dai paesi baschi ,  passando prima per Lourdes . Dal treno i colori della campagna vercellese sono uno spettacolo : le spighe del grano di riso , ondeggiano al vento , il verde e l’oro si mescolano nelle varie tonalità , trasformano il piatto paesaggio in un quadro meraviglioso . Cena da pellegrino al ristorante Viittoria con un’ottima paniscia , secondo e dolce tanto per cominciare . Solito problema per la prenotazione degli alberghi per la notte successiva , rimediando una camera all’hotel Valsesia di Vercelli , anche per Lutz il tedesco .

 

como …anteprima per roma

Vigilia della partenza , ultimi preparativi e giorno quasi di riposo , vado in centro a Como per vedere le installazioni provvisorie di orticolario OLTRE I CONFINI , arrivo a villa Olmo , sul lago  è in corso la manifestazione di motonautica , la centomiglia del Lario tutte le vie transennate , un rombo di motori assordante ,  addio camminata tranquilla . Proseguo per  Cernobbio , fino al giardino della valle , alle spalle di villa d’Este , per un pieno di armonie olfattive che ripaga della confusione precedente , a  meta’ percorso incontro nonna Pupa , 90 anni appena compiuti , colei che da una discarica in molti anni ha recuperato questa meraviglia . La serata  a Como per un concerto di canti gregoriani nella basilica di sant’Abbondio, momento di pausa e riflessione in questa chiesa stupenda . A casa completo lo zaino, ultimi saluti a parenti e amici, l’attesa è finita , domani si inizia . Un proverbio comasco : “Var pusee un andaa’ che cent andemm” che , tradotto , significa : vale più andare che dire cento volte andiamo .

Lo diceva  Plinio il Vecchio.