L’ostello e’ posto a lato della stazione , questa mattina il passaggio del primo treno locale mi ha dato la sveglia , lo sferragliare del treno mi ha fatto rientrare nella realtà quotidiana del cammino .Sento la prima aria fresca ben augurante della giornata , volgo lo sguardo ai monti che mi circondano , alle valli che si aprono e un pensiero alle persone care vicine o lontane che siano , ma tutte, ognuno a loro modo,mi vogliono bene . Teresa , la gestrice dell’ostello , è un po’ in ritardo , ma noi ospiti siamo tutti tranquilli : a tavolo per colazione , oltre alle francesi e alla coppia olandese , che proseguiranno solo fino a Point Saint Martin , si è unita a noi una giovane ragazza giapponese , non pellegrina , sta visitando tutte le valli della val d’Aosta da sola , ogni giorno ne vede una , così si rende conto di persona della bellezza di questa regione . Saluto gli amici di un giorno , alle 7,30 parto per Point Saint Martin , oggi su strade secondarie senza traffico e lungo la Dora con acque impetuose dovute alla pioggia dell’altro giorno , ma l’acqua e il frusciare delle foglie con il vento mi danno una grandeforza ed energia , un paesaggio campestre con prati pronti per la seconda raccolta del fieno . Mi fermo al ponte romano restaurato , sullo sfondo il forte di Bard , maestoso nella sua imponenza a difesa della valle , la voglia di salire c’è ma ora non mi sento un turista , rimando la visita . Attraverso la Dora sul ponte romano , percorrendo tutta la via centrale di Bard che solo a piedi si possono scoprire certi angoli affascinanti le sue case storiche con dipinti murali sulle pareti . Di nuovo sul percorso di Sigerico verso Donnas , su un tratto della via romana , ben tenuta e conservata , un cippo o miglio romano in pietra a indicarla , all’inizio un primo arco romano e uno alla fine delimitano la via principale di Donnas , molte sono le case medievali in citta’ . Due km al centro di Point Saint Martin che raggiungo in poco tempo , arrivo alla piazza centrale , cerco l’ufficio turistico ma , come al solito , non guardando i cartelli , l’ufficio e’ all’ingresso del paese a valle sulla statale ; dopo 3 ore e 15 km di cammino , colazione al bar con cappuccio e un favoloso cannolo siciliano . Squilla il telefono , e’ Rita , chiede dove ora sono , decidono di passare a prendermi per tornare con loro ad Ivrea , un bel tratto di cammino in meno , sotto un sole cocente . Prima devo passare all’ufficio turistico per il timbro , dove dovrei cercare Marina , una socia servas che avevo contattato via email prima della partenza per un’eventuale ospitalita’ da lei . La sento al telefono , chiamata da un’impiegata dell’ufficio , si dimostra come una persona sensibilissima anche per uno sconosciuto come me , la ringrazio ugualmente che ha fatto , magari sarà per un’altra occasione . M’incammino sulla strada per Ivrea , dove Rita e Giorgio mi stanno venendo incontro in macchina , li incrocio poco prima di Carema , bellissimo ritrovarsi dopo miolto tempo , ricordi familiari mi legano a loro , la gioventù di Rita e Maristella e i nonni di Santhià . Arriviamo alla loro molto bella casa alla periferia di Ivrea , accolto come un ospite importante raccontardo del cammino e della morte della nonna Liliana , poi un buon pranzo preparato da Rita . Arriva Anna sua sorella , che non vedo da tempo poi Roberto , cognato di Giorgio e rappresentante del direttivo della francigena canavesana . È’ innamorato della francigena a cui dà molto accompagnando i pellegrini che richiedono aiuto . Al p c mi mostra un video sulla via francigena , su Canterbury e su tutto il cammino promettendomi una copia , telefona a Mario Gatto responsabile dell’ostello di Santhia’ e mi prenota un letto per la prossima notte . Decido il programma di domani : andremo loro a Santhià in macchina al cimitero , alle tombe dei nonni e dei loro genitori , dopo decidero’ come proseguire il cammino , e’ scoppiata l’estate con temperature torride , vedremo .