6 agosto…4

IN VIAGGIO VERSO NORD

Con un grosso camion a 6 ruote motrici si parte da Petropavlovsk per il nord percorrendo l’unica lunga strada asfaltata che taglia in due la penisola, una valle tra  vulcani a est e una catena montuosa ad ovest. In cabina, l’autista e la guida alpina russa, di nome Rousland, ex militare sommergibilista che parla solo russo, ma profondo conoscitore dei sentieri e delle montagne di questa regione che andremo a visitare, uomo di poche parole che conosceremo meglio. Sul mezzo siamo noi 5 turisti, Natalia, che parla abbastanza bene inglese, e un ragazzo che sarà il nostro cuoco per i prossimi giorni, pochissimo o nullo il traffico appena appena fuori città. Si passa subito dall’asfalto ad una strada sterrata, si attraversano foreste di betulle con poche conifere, 2 ore dopo la parternza una breve sosta tecnica sulla sponda di un fiume, subito assaliti da una prima ondata di zanzare o mosquitos, come dicono gli spagnoli. Tempo sempre nuvoloso e afoso, pochi i campi coltivati a patate sui terreni liberi dagli alberi, vicino a una fattoria vediamo ragazzi o  studenti intenti a raccoglierle. Alle 3 siamo a MILKOVO dove ci si ferma per pranzo in un ristorante con una buona insalata di cavolo, una bella zuppetta e un polpettone di carne con purè ,  un bicchiere di succo e tanto tè. Si prosegue sempre su sterrato con  splendide viste in mezzo alle foreste di betulle, ma sporca ai lati della strada con molta immondizia abbandonata (copertoni, bottiglie di plastica e lattine), i pochi automezzi che si incontrano sollevano sempre molta polvere. Fino a 2 anni fa per superare il fiume Kamchatka si doveva traghettare, ora un nuovo grande ponte facilita la mobilità degli abitanti di questa regione. Dopo circa 600 km percorsi oggi, si arriva a Kozyrevsk, dove ci si ferma per la spesa, poi in un cottage per la cena e per la notte.  Una volta alloggiati, prima di cena si fa la famosa sauna russa, chiamata Banya, in un rustico esterno molto funzionale, necessaria per rilassarsi e lavarsi. Il cottage è circondato da un bel giardino in fiore, un orto coltivato con tante verdure oltre che a patate, una serra per proteggere al meglio dal freddo e più a lungo altri tipi di ortaggi, inoltre in giardino ci sono molti frutti di bosco (lamponi, ribes, more, uva spina e mirtilli) tutti maturi, possiamo raccoglierli e mangiarli subito, veramente gustosi. Due passi prima di cena per ler strade di questo villaggio siberiano, case dipinte con vari colori, ognuna con il suo giardino, tanto  carini. Notte nel cottage.

5 agosto ..3

CROCIERA AD AVACHA BAY E VISITA DELLA CITTA’

Dopo colazione si parte in autobus per il porto industriale dove sono ancorate diversi tipi di imbarcazioni: da pesca, navi portacontainer, petroliere, molto vecchie o decrepite, alcune  in smantellamento. Accompagnati da una guida locale, ci si imbarca su un peschereccio per esplorare la baia di Avacha dirigendosi a sud verso una riserva naturale integrata, uscendo dal porto vediamo una foca che spaventata dal rumore subito si immerge: una escursione che durerà circa 6 ore, che permetterà di avvicinarsi a dei faraglioni e a piccole grotte, con pinnacoli di rocce a lato della costa, chiamati i 3 fratelli: lasciato il battello, con un gommone circumnavighiamo un’isola dove nidificano migliaia di gabbiani e pulcinella di mare, ogni spuntone di roccia è coperto dagli uccelli, bello è osservare i pulcinella di mare che volano a filo radente sull’acqua mentre pescano, in lontananza sdraiati sulle rocce dicono di vedere i leoni marini. Nonostante il tempo bello, in mare aperto abbiamo sempre foschia e vento , bellissimo stare sul ponte ad ammirare il tutto e il nulla all’orizzonte, sentire fischiare e ululare il vento. Durante la navigazione, ci si ferma per pranzo, un sub prtende un canotto e si immerege per pescare, torna con un sacco pieno di ricci di mare, granchi, grandi stelle marine e altri pesci . Noi, sul ponte a nave ferma, ci mettiamo a pescare armati di un solo filo e di varie esche, facciamo la nostra piccola pesca, siamo fortunati pescando diverse razze e rombi, ma rimettendoli subito in mare per non vederli soffrire, non servono neanche per pranzo. Il sub ha iniziato a pulire e ad aprire i ricci che ci serve freschissimi, veramente unico e prelibato, mai provato prima, il cuoco di bordo prepara una zuppetta di pesce, calda e squisita, altri ricci vengono preparati in agro. Viene calato di nuovo il gommone, divisi in due gruppi, ci si avvicina alle rocce e alla costa per meglio vedere questa riserva davvero unica, l’ultimo tratto viene fatto a remi per disturbare e inquinare il meno possibile, un giubbetto salvagente per tutti quelli, che come me, non sanno nuotare. Si ritorna in porto guardando la città dal mare, molte altre foche al nostro passaggio subito si immergono. Sempre in autobus si và in città per la visita ad un museo, è domenica, le banche sono chiuse, aiutati dalla guida si riesce a cambiare gli euro con i rubli, da un cambiavalute  seduto e fermo in macchina, sembra un un mafioso, operazione necessaria per poter acquistare o bere qualcosa. Al mercato generale acquistiamo le prime scotelette di uova di salmone e di granchio, lungo la via principale molte sono le bancarelle dove si vende di tutto. Altro trasferimento in autobus da un’altra parte della città, per visitarla a piedi: un monumento a Lenin e un altro dedicato a san Pietro e san Paolo, penso mai giunti fin qui ma che hanno dato il nome alla città, questi monumenti sono situati sulla passeggiata a lago, in un bel verde parco, un parapetto in ferro a protezione dalle acque è tutto ricoperto di lucchetti di varie forme e dimensioni, a ricordo di perenni amori, quindi tutto il mondo è paese. Su per un sentiero, si risale la collina fino al belvedere dove sono stati posizionati alcuni cannoni rivolti al mare a ricordo di qualcosa. Il ritorno in albergo sempre in autobus, passando per la periferia della città, tra i grossi palazzi edificati in stile Unione Sovietica ormai fatiscenti e nuovi palazzoni. In albergo Natalia da le disposizioni e gli avvisi per il programma di domani, per iniziare il vero trekking dei vulcani, poi a cena: Antonio è ingegnere capo dell’agenzia spaziale iberica che con il suo gruppo in Spagna ha studiato, progettato e realizzato l’antenna che è stata installata sulla navicella spaziale realizzata con agenzie spaziali di altri paesi, in accordo con la NASA , il cui atterraggio sul pianeta rosso, Marte, è previsto per lunedì, spera che tutto andrà  bene, via internet  riesce ad avere notizie e servizi dai giornali, che confermano che il tutto sta procedendo bene. Ritrovo ancora Sarah, il loro gruppo partirà domani con un programma di visita diverso dal nostro. In camera preparo lo zaino, sempre con tanti dubbi su cosa mettere o non mettere , cielo ora molto nuvoloso, una bella dormita in albergo, poi domani si vedrà. .

 

 

4 agosto ..2

PETROPAVLOSCK-KAMCHATSKJY

Siamo sul cielo della capitale e dal finestrino intravedo i primi due alti coni vulcanici coperti di neve, stupendi che si stagliano all’orizzonte preannunciandomi come potrà essere il paesaggio della Kamchatka. Alle 9,00 ora italiano atterriamo, 14,30 ora locale, aeroporto alquanto fatiscente, si scende direttamente in una piazzola a lato di un piccolo edificio, dove si ritirano i bagagli, controllati da due addetti che provvedono al ritiro degli scontrini. Sul piazzale diverse guide con cartelli alla ricerca dei loro clienti, sono alla ricerca della mia che non ha cartello e che non conosco, in qualche modo riesco a trovare Natalia, della kamchatka last wordl tours, che mi stava aspettando e che mi presenta tre dei miei 3 compagni di viaggio, gli spagnoli Antonio, Fernando e Rosa. In attesa dell’arrivo di altri 3 clienti, all’interno della stazione aereoportuale con Natalia e i tre nuovi amici cominciamo a conoscerci. Ora si parte per la città distante circa 3 km, traffico intenso, Natalia si ferma per acquisti in un centro commerciale, poi in albergo per il chek in, alle 15,30 assegnata   la camera con Antonio per un breve riposo. Ci si ritrova poi nella hall con la coppia spagnola e con l’altra spagnola, Maria, hostess dell’Iberia che oltre al casigliano, parla francese, inglese e un pò d’italiano, questo mi faciliterà l’ntegrazione nel gruppetto. Natalia programma la visita della città per domani e la gita in barca sul Pacifico, illustra il programma dei prossimi giorni, escludendo per motivi economici il volo in elicottero, non previsto a contratto, per osservare gli orsi. Due passi fuori dall’albergo in questa periferia brutta, si rientra per cena: insalata con pomodori secchi, spaghetti con calamari, gamberetti in bianco e 3 crespelle con miele. Una grande bella sorpresa per me: seduta in un tavolo vicino in un gruppo con altri turisti, vedo SARAH, la ragazza cinese di Hong Kong da me conosciuta nel trekking in Mustang, Nepal, ritrovandola così inaspettatamente due anni dopo in Kamchatka, incontro veramente piacevole e sorprendente che mi ha fatto molto piacere. Una bella dormita in albergo dopo il lungo trasferimento da Milano.

 

 

3 agosto ..1

Finalmente si parte: da Milano Malpensa con volo Alitalia delle 13,15, in orario, bellssimo il paesaggio sul lago di Como e le Grigne, in un pomeriggio sereno si ha una visione magnifica e completa della Lombardia dall’alto, poi in quota di volo si arriva a Mosca alle 16,30, primo cambio di due ore del fuso orario. Nessun problema in aeroporto, ritiro bagagli e passaggio dai voli internazionali al terminal dei voli nazionali, nuovo volo con Aeroflot. Grande è il nuovo aeroporto di Mosca, lunga è l’attesa dopo il chek in, guardando gli schermi degli orari dei voli aerei con destinazioni verso tutte le città russe, veramente tante.   Resta in atteso del volo delle 22,30, all’imbarco molte famiglie russe con i loro bambini, carichi all’inverosimile di ogni genere di materiale, pochi i gruppi di turisti anche alcuni italiani. Sono seduto lato finestrino, volo notturno, la distanza più breve tra Mosca e la Kamchatka è rappresentata da un arco che piega decisamente verso nord, supera per un certo tratto il circolo polare artico, in questo periodo dell’anno il sole non tramonta mai si vola in una eterna luce, poco poco più che crepuscolare, con il sole fisso all’orizzonte che sembra non stia mai per tramontare. Viaggiando da solo, il viaggio non ha mai termine, pur intevallato dalle cene e dai pranzi serviti a bordo, dal pianto dei bimbi. Notte in aereo.

 

 

kamchatka 2012

L’EBBREZZA DEL CAMMINARE

Se c’è una regione al mondo in cui si ha l’impressione di dominare il paesaggio, è certo la penisola della Kamčhatka, nell’estremo oriente della Russia.    Lunga 1400 chilometri e larga al massimo 450, si innalza e si gonfia con circa 300 vulcani, di cui una trentina sono attivi.    Da nord a sud, il viaggiatore vi assapora la gioia di saltare da un cratere all’altro dalle consonanze esotiche, le una più delle altre.   Pendii pieni di detriti dell’Inskij, laghi incastonati del Ksudac, silhuette sventrata del Chodutka, cittadella del Mutnovsky, protuberanza del Semiacik, aspetto cubico del Krasheninnikov, piramide perfetta del Kronotskij, ghiacciai sospesi del Tolbaqcick, candore altezzoso della Kliucevskoja Sopka, il più alto vulcano attivo dell’Eurasia.   Giorno dopo giorno il camminatore fa progressi in uno scenario pieno di sentinelle che, lungi dal sembrare minacciose, formano altrettanti punti di riferimento che materializzano, mano a mano che il cielo schiarisce, e Dio solo lo sa se la nebbia non è frequente su questa lingua di terra stretta tra i mari d’Okhotsk e di Bering, il procedere sul dorso di una regione dove il terreno, in assenza di piste se non quelle degli orsi, è rugoso come all’alba del mondo. I vulcani, dei quali almeno uno, una alla volta all’anno si risveglia con eruzioni pericolose, sono anche dei formidabili alleati del viaggiatore che, sui fianchi devastati dalle esplosioni recenti, è liberato dallo stlanik, questa macchina impenetrabile dei fondovalle, dalle zanzare che pullulano nelle basse terre e da tutti i pericolosi corsi d’acqua da attraversare.   Quando l’elemento geologico più temuto diventa un aiuto, l’uomo che cammina è portato a credersi una creatura favorita dagli dei, in complicità con i segreti più misteriosi della creazione, in osmosi con gli umori di Gaia.

IL VIAGGIO

Preferisco ora viaggiare all’estero perchè quando sei lontano dalla tua casa, dalle tue abitudini quotidiane, in un modo o nell’altro ti ritrovi costretto ad assimilare la vita che conduce la gente del luogo in cui ti porta il viaggio, perdi per strada le mille piccole traversie di ogni giorno, la telefonata al commercialista o all’amministratore, l’appuntamento col dentista, la rogna da risolvere all’ultimo momento.    Tutto si allontana, e non solo nello spazio, ma quasi nel tempo, in un’altra dimensione.  E  dimenticando il resto, finisci con l’aprirti, con lo scoprire che il tuo modo di vivere, considerato irrinunciabile fino a poco prima, può risultare a tratti inutile, affannoso, sprecato  . Un mese vissuto in viaggio, a me da molto di piu’ di un anno speso a casa.   Sognavo un viaggio nella penisola russa della Kamchatka da diversi anni,  soprattutto per il mio interesse verso i paesaggi estremi ed insoliti e questo ne include diversi, dai vulcani attivi o spenti, agli orsi, dalla taiga all’Oceano Pacifico.   Così alla BIT di Milano, a febbraio del 2012, ho l’occasione di incontrare e conoscere Patricia dell’agenzia di Terre Polari di Thiene, con la quale organizzo nei mesi successivi questo trekking, scambio di mail con vari programmi e  preparazione di tutti i documenti necessari per l’ingresso in Russia. Patricia e Maya, due ragazze spagnole dell’agenzia, in collegamento con TERRES POLARES, loro consociata agenzia di Madrid, formano il gruppo con turisti spagnoli.    Vigilia della partenza il 2 agosto, ultimo controllo bagagli per eliminare il superfluo con rilettura del programma, rimane sempre il pensiero per le persone care che restano a casa, in particolare ai miei due nipotini LILIANA e  NICOLO’ .

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