verso il VULCANO AVACHA
Questa mattina ci si sveglia con la pioggia, colazione e smontaggio delle tende, si scende a valle fermandoci per una bagno ristoratore nelle calde acque termali calde di Verkhne Paratunskie, ci si arriva dopo un breve sentiero in salita dalla strada di circa 20 minuti, indispensabile lavarsi dopo alcuni giorni passati con poca acqua. Si riprende dopo due ore per fermarsi in un centro commerciale per le ultime spese di gruppo, non posso non acquistare dei libri fotografici e un tubetto di maionese, tanto declamata da portare a casa. Lasciata la strada asfaltata, per raggiungere il nuovo vulcano, si deve percorrere una pista di circa 80 km, tutta lungo il letto di un fiume, ora in secca, Sukhaya. Non riesco a spiegarmi il perchè ci siano molti fuoristrada, dove siano diretti, stanno risalendo come noi sulla stessa nostra pista. Eccoci arrivati in questo villaggio, ai piedi del vulcano, un immenso area adibita a parcheggio per i fuoristrada, quasi un campeggio, ognuno ha la propria tenda montataa lato dei mezzi, senza servizi, persone arrivate dalla capitale, al centro del grande piazzale un grande palco montato, completo di impianti sonori e di luci, ci si ritrova in una bolgia infernale. Per noi era stato prenotato un cottage, dove dormiremo in un’unica stanza, in un sottotetto mansardato e basso, attenti ad alzarsi per non battere la testa. Ottima cena nel salone sottostante, doccia a pagamento al costo di 200 rubli cadauna in un bagnetto con accesso dall’esterno del locale. Il cottage è leggermente rialzato rispetto al piano strada, lì sotto vivono liberi diversi opossum, entrano ed escono ripetutamente per cercare da mangiare, attraverso aperture appositamente fatte per loro, si avvicinano facilmente alle persone per prendere quasi dalle mani dei biscotti o del pane, lo rosicchiano o lo portano nelle loro tane. Notte quasi silenziosa, nonostante le musiche e i rumori che provengono dal parcheggio. Vedremo domani il motivo di questo raduno.