dolpo 2012 …….17

 

11 maggio

E’ stata presa la decisione di tornare a Dunai , per cercare di programmare meglio Carlo con una guida Asciut partono presto per prendere accordi sul posto . Dopo colazione riprendiamo , con il gruppo riprendo il cammino quasi in discesa con frequenti edifficili strappi che sembrano non abbiano mai fine , io resto in fondo con due guide che mi fanno da angeli custrodi , cancia e kiakra , mi aiutano oltre che moralmente anche fisicamente portandomi lo zaino in alcuni tratti pericolosi . Pranziamo nella medesima locanda dell’andata , il cammino poi diventa più facile fino Dunai dove però si resta in attesa non essendo ancora arrivati i 3 muli con le tende e i borsoni . Un giro nel villaggio dove finalmente riesco a comperarmi un calendario nepalese di ricordo , quando rientro le tende sono finalmente montate mentre ora su Dunai si sta abbatendo un forte temporale . Carlo e le guide decidono per domani di proseguire a piedi verso Nepalgany , non in aereo a causa degli scioperi in corso non essendo riusciti a prenotareil volo . Solo Asciut aspetterà un volo , quando potrà esserci , in modo da essere il prima possibikle a Nepalgany e da li organizzare i successivi spostamenti verso Katmandhu , che a causa degli scioperi potranno creare ulteriori problemi .

dolpo 2012 …..16

 

10 maggio

Alle 9 si parte per Tarakot ,  saliscendi continui per sentieri sterrati prima , un secondo tratto su rocce sporgenti con molta ghiaia , per trovare poi , prima di uscire dalla valle , dei brevi pezzi di un  sentiero sabbioso a mezza costa non più largo di 30 cm da attraversare in fretta , guardando prima sopra , a monte , prestando attenzione alla caduta delle pietre che stanno cadendo , ma contemporaneamente il precipizio a valle di una lunga scarpata  verso il sottostante fiume . Veramente pericoloso , forsa la prima volta ad aver paura . Passato il pericolo , ci si ferma per pranzo in una locanda di un villaggio , subito tutti i bimbi vengono vicino a noi , li vedi curiosi e attenti non avendo molte occasioni di incontrare stranieri con cui confrontarsi . Si riparte a piccoli gruppi sciolti , quasi ognuno per conto suo , all’arrivo della tappa contestazione finale a Carlo e alle guide da parte di molti di noi , imputando loro la non conoscenza dei luoghi , la cattiva organizzazione e programmazione delle tappe , anche se sapevamo delle difficoltà del trekking , in parte causate dalle cattive condizioni atmosferiche non per colpa loro . Anche se stanchi e nervosi , dopo aver montate le tende al campo base , in 20 minuti saliamo al villaggio , lungo il sentiero alcuni contadini stanno arando questi fazzoletti di terra con un piccolo aratro di legno trainato da due yak , subito dietro alcune donne nei solchi appena tracciati seminano orzo o cereali vari . Dal villaggio si sale poi al monastero in cima al monte , dove le bandiere delle preghiere multicolori issate su pali sventolano mosse dal vento . Al ritorno al campo base proseguono le discussioni con Carlo , quello che penso lo devo dire , per non portare rancori e cercare di proseguire questo cammino nel modo migliore , lo sventolio delle bandiere e il paesaggio dei monti ci aiuta a rilassarci , anche per le buone notizie giunte da Katmandhu sulle condizioni di Jon ci rasserenano .

dolpo 2012 …….15

 

9 maggio

Dopo la sveglia e colazione , subito la partenza per Dunai su sentieri impervi e difficili , lunghi e faticosi ; oggi jon non sta per niente bene , continua ad avere forti mal di pancia  , coliche ed altro , ogni tanto si ferma e si siede per i forti dolori , andiamo piano e rimango in fondo al gruppo con lui e con una guida ,  ci si ferma a mezzogiorno per pranzo  per lui è solo riposo . Quando si riprende a camminare , io resto con lui mentre gli altri proseguono al spolito passo , per lui è solo sofferenza , ogni 100 mt si deve fermare per riprendere le forze , bisogna stargli vicino per eventualmente proteggerlo se dovesse cadere e potergli dare forza morale per proseguire . Prima di arrivare a Dunai , ci fermiamo in un piccolo villaggio sedendoci a lato di un gompa , ci si avvicinano dei bimbi e con una ragazzina di circa 12 anni , sveglia e attenta , parliamo un pò in inglese , le regalo penne e quaderni che avevo di scorta , li fotografo e subito le vogliono rivedere , anche quelle dei miei nipotini Nicolò e Liliana , alcune foto del mare di Chiavari , che non hanno mai visto o immaginato  cercando di ripetere i nomi in italiano . Con molta fatica riprendo il cammino con Jon , fermandoci spesso , non vedendoci arrivare Carlo preoccupatop del nostro ritardo , ha fatto tornare per aiutrarci alcune guide e con loro arriviamo tardi al campo , veramente stanchi me compreso . Carlo decide di far rientrtare in elicottero Jon il mattino dopo con un elicottero per le analisi del caso .

dolpo 2012 ……14

8 maggio

Sveglia alle 6 , le ultime notizie dicono che il gruppo dei russi è bloccato per la molta neve caduta fra i due passi a 5200 mt , e non riesce a muoversi nè in avanti nè indietro compreso i muli , bel problema per loro . Se ne prevede molta ancora per i prossimi giorni , si rinuncia a proseguire , bisogna riscendere in due giorni per lo stesso sentiero fatto a salire in qauttro , deviare per Tarakot dove decideremo cosa fare . Si parte con il sole , ma subito ricomincia a piovere decisamente , ci si coprre alla meglio riuscendoci a fermarci per un riparo sotto una grossa roccia sporgente dalla parete della montagna . Si prosegue fino alle 18 sempre con la pioggia , in attesa di montare il campo in questo villaggio , ci si ripara alla meglio in casa di una famiglia che ci ospita, alla fine dormiamo ugualmente in tenda .

dolpo 2012…….13

 

7 maggio

Dopo colazione , nuova salita per migliorare l’acclimatamento fino ai 4300 mt , in vista delle salite ai passi dei prossimi giorni , ancora da decidere viste le variabili condizioni atmosferiche . Due ore di salita , un’ora di sosta e un’altra ora per ritorno al campo per il pranzo , in un  paesaggio sempre magnifico con la cascata che vediamo da un’altra prospettiva . Nel pomeriggio andiamo a visitare un monastero posto a pochi km sulla fdestra del lago , passando vicino ad una caserma dei militari di guardia a chissà che cosa . Il monastero , luogo sacro , è ben tenuto , bellissime sono le finestre lavorate intarsiate a mano , scende da noi un monaco che ci fa entrare in una cappella , sono oramai in pochi i monaci che ci vivono e quasi tutti anziani . Verso sera , per far passare il tempo , torno dal dottor Hans  per parlare con lui , in negozio provo senza comperare prodotti artigianali , solo una piccola borsetta per Liliana .