Subito dopo colazione, vado in una libreria alla ricerca di libri illustrati sul Dolpo, trovo solo piccole guide e tre libri in inglese, che leggerò poi a casa: DOLPO THE HIDDEN PARADISE, STONE OF SILENCE e THE HIDDEN LAND. Come programmato, si inizia con una visita a Katmandhu, con guida parlante italiano, di nome Mahesh che ci presenta e illustra la sua città in tutti i suoi aspetti, religiosi, civili, architettonici con molti altri particolari, che lo scorso anno mi erano sfuggiti: si parte con un minibus, si comincia dai templi induisti, percorrendo una strada in costruzione che per allargarla demoliscono le facciate dei fabbricati sia a dx che a sx, lasciando in piedi il resto delle case. Si comincia dal quartiere induista Pashupatinah arrivando poi al fiume dove è in corso la cerimonia di cremazione di un cadavere, in vita deve essere stata una persona ricca vista la quantità di legna usata per la pira e il gran numero di parenti attorno alla salma. Si sale sulla collina li vicinoper vedere i numerosi templi, assieme ai molti fedeli induisti, bellissimi nelle loro vesti multicolori, attorno ai templi vivono in libertà molte scimmie, mentre all’interno vi abitano molti shadu con i loro seguaci. Con il minibus andiamo in centro per la visita al tempio di Boudhanaht, prima a pranzo in un ristorante tipico che dà sulla piazza, con lo sguardo sempre rivolto al tempio e al grande paesaggio dei monti all’orizzonte, sulla piazza sottostante con le processione dei monaci attorno al tempio mentre fanno ruotare le ruote di preghiera appoggiate sui muri, restando noi ammiratti da tanta devozione. Visitiamo un monastero buddista, situato in piazza, riccamente decorato, vivendo intensamente l’incontro avuto singolarmente con un monaco, con una preghiera, anche senza capirci nulla, mi trasmette una forte energia interiore donandomi infine una sciarpa bianca a ricordo dell’incontro. Ci si trasferisce al tempio delle scimmie in un’altro quartiere della città, entrando anche in un tempio dove è in corso una cerimonia religiosa con monaci, giovani e anziani, intenti a cantare e a pregare, al suono dei tamburi. Bello è vedre dall’alto la città e tutti i suoi templi; riscendiamo a piedi dall’alto della collina su una lunga scalinata, sempre con le scimmie, piccole e grandi, che ti si avvicinano e assalgono da ogni dove alla ricerca del cibo, ci si trasferisce con il minibus a Durban Square, piazza storica di Katmandhu, centro a suo tempo della vita hippy degli anni 70. Entriamo nel cortile della casa della Cumari, la dea bambina, che sola una volta al giorno si affaccia alla finestra della sua camera per osservare e salutare i fedeli, affacciatasi la vediamo, dal suo volto sembra che lo sguardo ti parli e ti scruti dentro, apparizione misteriosa e fuori dal tempo che abbiamo avuto la fortuna di osservarla. Si prosegue con la visita al palazzo reale e ai diversi templi con il tetto a pagoda della piazza, a piedi si rientra in albergo percorrendo le strette vie, sempre affollate di persone, di motorini, risciò e biciclette, tutti suonano i loro clacson infernali nelle varie tonalità per farsi strada, vero caos infernale. Cena all’ultimo piano di un ristorante, salendo per cinque piani su scale anguste, soddisfatti ma stanchi. .