Il cammino di SHIKOKU
Il pellegrinaggio di Shikoku è un pellegrinaggio di 88 templi sparsi sull’isola di Shikoku, Giappone. Si crede che tutti questi templi siano stati visitati dal celeberrimo monaco buddista Kukai, che nacque a Zentsuji, Shikoku, nel 774. Comunque, Kukai ha menzionato la sua visita a soltanto due di questi templi nei propri scritti. In aggiunta a questi ottantotto, vi sono oltre 200 bangai – templi non considerati parte degli ottantotto ufficiali -. Per completare il pellegrinaggio, è necessario visitare i templi secondo l’ordine prestabilito, ma non ha importanza da dove si inizi; il pellegrinaggio in senso inverso (anti numerico) è considerato più difficile e secondo alcuni per questo più meritorio. La prima menzione del pellegrinaggio è del periodo Edo. Per secoli i pellegrini si sono spostati a piedi, ma i pellegrini moderni utilizzano perlopiù automobili, taxi, autobus, biciclette o motocicli (la maggioranza dei pellegrini viaggiano con tour organizzati) e i pellegrini a piedi rappresentano una minoranza molto limitata. Il percorso è lungo circa 1200 km e a piedi richiede dai 30 ai 60 giorni per essere completato, mentre i pellegrini organizzati dai tour operators specializzati durano in media 10 giorni. I pellegrini che completano il percorso sono chiamati o-henro-san e sono riconoscibili il più delle volte dai vestiti bianchi, dai cappelli di carice e dai bastoni per camminare. Molti pellegrini cominciano e completano il percorso visitando il monte Koya, nella prefettura di Wakayama, sede spirituale della scuola buddista Shingon di cui Kukai è considerato il fondatore in Giappone. Esiste un sentiero che porta in cima alla montagna, ma i pellegrini utilizzano solitamente il treno.
Gli ottantotto templi
Prefettura TOKUSHIMA
n.1 RYOZENJI Naruto- n.2 GOKURAKUJI Naruto -n.3 KONSENJI Itano
n.4. DAINICHIJI Itano – n.5. JIZOJI. Itano – n.6. ANRAKUJI. Kamita
n.7 JURAKUJI. Awa – n.8. KUMATANJI. Awa – n.9. HORINJI. Awa
n.10 KIRIHATAJI. Awa – n.11 FUJIIDERA.Yoshinogawa n.12SHOZANJI.Kamiyama – n.13 DAINICHJI. Tokushima
n.14 JORAKUJI. Tokushima – n.15 KOKUBUNJI. Tokushima
n.16 KAR’ONJI. Tokushima – n.17 IDOJI. Tokushima
n.18 ONZANJI. Komatsushima – n.19 TATSUEJI. Komatsushima
n.20 KAKURINJI. Kathryn – n.21 TAYRYUJI. Anan
n.22 BIODIJI. Anan – n.23 YAKUOJI. Minami
Prefettura di KOCHI
n.24 HOTSUMISAKIJI. Muroto – n.25 SHINSHOJI. Muroto
n.26 KONGOCHOJI. Muroto – n.27 KONOMINEJI. Muroto
n.28 DAINICHIJI. Konan – n.29 KOKUBUNJI. Nankoku
n.30 ZENRAKUJI. Kochi – n.31 CHIKURINJI. Kochi
n.32 ZENIBUJI. Nankoku – n.33 SEKKEIJI. Koch
n.34 TANEMAJI. Haruno -n.35 KIYOTAKIJI. Tosa
n.36 SHORYUJI. Tosa – n.37 IWAMOTOJI. Shimanto
n.38 KONGOFUKUJI. Tosashimizu – n.39 ENKOJI. Sukumo
Prefettura di EHIME
n.40 KANJIZAIJI. Ainan – n.41 RYUKOJI. Uwajima
n.42 BUTSUMOKUJ. Uwajima – n.43 MEISEKIJI. Seiyo
n.44 DAIHOJI. Kumakogen – n.45 IWAYAJI. Kumakogen
n.46 JORUNJI. Matsuyama – n.47 YASAKAJI. Matsuyama
n.48 SAIRINJ. Matsuyama – n.49 JODOJI. Matsuyama
n.50 HANTAJI. Matsuyama – n.51 ISHITEJI. Matsuyama
n.52 TAIZANJI Matsuyama – n.53 ENMYOJI. Matsuyama
n.54 ENMEIJI. Imabari – n.55 NANKOBO. Imabari
n.56 TAISANJI. Imabari – n.57 EIFUKUJI. Imabari
n.58 SEN’YUJI. Imabari – n.59 KOKUBUNJI. Imabari
n.60 YOKOMINEJI. Saijo -n.61 KOONJI. Saijo
n.62 HOJUJI. Saijo – n.63 KICHIJOJI. Saijo
n.64 MAEGAMIJI. Saijo – n.65 SANKAKUJI. Shikokuchuo
Prefettura di TOKUSHIMA
n.66 UNPENJI. Miyoshi
Prefettura di KAGAWA
n.67 DAIKOJI. Mitoyo – n.68 JNNEIN. Kan’onji
n.69 KAN’ONJI. Kan’nji – n.70 MOTOYAMAJI. Mitoyo
n.71 IYADANIJI. Mitoyo – n.72 MANDARAJI. Zentsuji
n.73 SHUSSHAKAJI. Zentsuji – n.74 KOYAMAJI. Zentsuji
n.75 ZENTSUJI. Zentsuji – n.76 KONZOJI. Zentsuji
n.77 DIRYUJI. Tadotsu – n.78 GOSHOJI. Utazu
n.79 TENNOJI. Sakaide – n.80 KOKUBUNJI. Takamatsu
n.81 SHIROMINEJI. Sakaide – n.82 NEGOROJI. Takamatsu
n.83 ICHINOMIYAJI. Takamatsu – n.84 IASHIMAJI. Takamatsu
n.85 YAKURIJI. Takamatsu – n.86 SHIDOJI. Sanuki
n.87 NAGAOJI. Sanuki -n.88 OKUBOJ. Sanuki
Il percorso è suddiviso in quattro sezioni, una per ciascuna delle quattro prefetture dell’isola. E ogni sezione rappresenta anche una fase diversa in un viaggio religioso. Il tema della sezione Prefettura di Tokushima (templi 1-23) è “RISVEGLIO”, Kochi (templi 24-39) incentrata sulla “FORMAZIONE ASCETICA”, Ehime (templi 40-65) è orientato a “ILLUMINISMO”, e la sezione Kagawa (templi 66-88) batte NIRVANA, come tema.
programma definitivo
7 aprile -Partenza da Milano Malpensa per Osaka
8 aprile -Arrivo ad Osaka e trasferimento a Kyoto in treno , pomeriggio visita in autonomia della città ; passeggiata del filosofo , padiglione d’argento , quartiere storico delle case da tè Gion ,cena a Pontocho
9 aprile -Visita della città con guida : castello Nijo , padiglione d’oro, palazzo imperiale , santuario Heian , tempio Sanjusagendo , tempio Kiyomizu
10 aprile -Traferimento in treno a Monte Yoshino principalmente per la fioritura dei ciliegi
11 aprile -Completamento della visita in autonomia di Kyoto e successivo trasferimento in treno a Sagano-Arashiyama per visita al tempio Tenryuji , boschi Bamboo , ponte di Togetsukyo e tempio Ryoani , quindi rientro a Kyoto. Pomeriggio escursione guidata a Nara per visitare tempio Todaji con il grande Budda , il parco dei daini e il santuario di Kasuga .
12 aprile -Trasferimento in treno da Kyoto per Himeji per visita castello dell’Airone bianco . Pomeriggio trasferimento in treno a Hiroshima , e con traghetto visita all’isola di Miyajima per visita al santuario di Itsukushima .Rientro per la notte ad Hiroshima .
13 aprile -Mattino visita al Peace museum – Peace memorial park – Peace memorial hall – the Cenotaph – Bomb Dome . Trasferimento in treno a Tokushima via Okayama e Taksmatsu
14 aprile -Trasferimento in treno da Tokushima a Naruto ed inizio del cammino degli 88 templi
Dal 14 aprile al 24 maggio -finalmente il cammino
24 maggio -Termine del cammino e trasferimento in treno a Okayama via Takamatsu
25 maggio -Visita ad Okayama
26 maggio -Trasferimento a Naoshima via treno e battello con ritorno ad Okayama .
27 maggio -Trasferimento in treno da Okayama a Osaka , poi sempre in treno al monte Koya per visita ai templi
28 maggio -Trasferimento in treno a Osaka , visita alla città e al parco Kemasakuranomija
29 maggio -Partenza da Osaka per Milano
Riflessioni
Il giorno della partenza si avvicina velocemente : ci si muoverà in aereo , in treno , in autobus , in taxi e finalmente a piedi . Alloggeremo in ottimi albeghi prenotati in anticipo o nei templi lungo il cammino , negli ostelli , nei minshuku o nei Ryokan, forse un po cari . Prima il Giappone turistico da noi scelto , poi un cammino sconosciuto , in un paese che non conosco , tra gente che parla una lingua forse difficile , andremo all’avventura , con un itinerario preparato con una guida , ogni giorno saremo e arriveremo quando di volta in volta lo decideremo . Non avremo un programma quotidiano regolare , ma avremo la fortuna di vedere questa parte del mondo nel modo a cui a noi piace , con un’altra prospettiva , senza essere incoscienti ( se va bene ) oppure folli irresponsabili ( se va male ) . Sarà senz’altro un’esperienza indimenticabile e straordinaria che ci arricchirà enormemente . Questo viaggio o cammino sara’ in dimensione di avventura soft ( non rischiamo nulla di più di quello che rischieremmo o che abbiamo già rischiato facendo il cammino di Santiago o la via Francigena che spaventano e scoraggiano la maggioranza delle persone ) , ma sara’ una sfida alla nostra capacità di adattarsi , al gusto di scoprire il diverso , all’accettazione dell’incognito . La ricompensa finale sarà impagabile : sentirsi orgogliosi di sé .Bisogna ricordarsi la massima di Dante :
FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI , MA PER SEGUIR VIRTUTE E CONOSCENZA
Pregusto e non temo quello ci aspettera’ . Gli imprevisti saranno il nostro pane quotidiano proprio perché per il cammino degli 88 templi è pianificato solo a grandissime linee , tutto dai sentieri alle comunicazioni con i locali , dai pasti e alle spese quotidiane , alla ricerca dei letti per la notte, sarà una scommessa , carburante per la curiosità , compagna gradita ogni giorno . Tutto sarà una scoperta e ognuna di queste diventerà una gemma . Il prezzo da pagare : fatica ( quella è garantita ) , qualche imbarazzo , qualche delusione , qualche rammarico , non ci fermeremo alle prime difficoltà , di questo ne sono ora certo .
sorrisi
Non guardare mai indietro . Essere sempre consapevoli degli altri .
Tenere gli occhi sempre impostati sulla via . Fuori dall’habitat metallico delle proprie vetture , all’aria aperta e con la testa meno piegata sullo smartphone , le persone si liberano dalle zavorre e sono più sorridenti . Sono quel che sono . In fin dei conti basta poco per trovare motivi per imparare ad affrontare la vita con più leggerezza , coraggio e autonomia . Il massimo è riscoprire la propria fanciullezza : arrampicarsi su un albero , giocare alla caccia al tesoro con gli amici , fare una gara di corsa o gettarsi nel fango . Nella vita di tutti i giorni o in vacanza . Ma può bastare anche meno :
IO SORRIDO ..TU SORRIDI…CONTAGIAMOCI IL SORRISO
7 aprile 2014 martedi’
DEVO CAMMINARE LEGGERO PERCHÉ CAMMINO SUI MIEI SOGNI .
I passati restano , i futuri arriveranno , ora viviamo il presente senza ansia ma intensamente , un mondo nuovo ci aspetta . I dubbi della vigilia non ci devono preoccupare , le difficoltà non ci mancheranno , di volta in volta le affronteremo . È la nostra prima volta in Giappone , paese per noi occidentali letteralmente stregato , che mi ha sempre affascinato .
Accompagnati da Sandra , figlia di Alberto , in una bella mattinata primaverile , eccoci a Malpensa pronti per la partenza per Francoforte .
Qui ci ha raggiunto da Roma Cristhine , cosi’ il piccolo gruppo si e’ formato . Imbarco per Osaka Kansai alle 11 ore e puntualissimi si parte con un 747 , semivuoto cmeno di 100 viaggiatori : ci si distribuisce sulle poltrone centrali adoperandole poi come letti , cena tipo giapponese a borso servita dalle molte hostess a disposizione .
Viaggiamo verso est , un bel sole sopra le nuvole , sorvoliamo l’Ucraina senza essere colpiti da nessun missile , superiamo Mosca volando sopra la Siberia , passiamo Ekaterinburg , il fiume Obs fino a Vladivostok .
Ricordo di aver fatto , viaggiando in senso inverso , questo parte di Siberia in treno sulla transiberiana , tutte altre emozioni .
Parliamo fra noi del nostro programma , su quello che ci aspetta , ma con la promessa di ritrovarci mercoledì 17 giugno a Vignale , per raccontarcela con calma la nostra avventura . Passo un po di tempo guardando sul visore un film , che spero di rivederlo a casa : WILD del 2014 , regia di Jan Marcvallee . Parla di un cammino fatto negli USA da una ragazza , il PACIFIC CREST TRAIL , che dopo la fine del suo matrimonio e la morte della madre , sembra aver perso ogni speranza della propria vita , cosi’ un giorno decide all’improvviso di fare questo cammino . Tenta pure a me questa esperienza : approfondiro’ a casa e chiederò informazioni a Clara , l’amica di Boston e se le sarà possibile procurarmi guida e cartine , vedremo !!!! Un bel tramonto ci accompagna verso il Giappone , dove alle 24 e 30 dopo 11 ore di volo atterriamo , 9 ore di fuso quindi , ma ad Osaka sono le 7 e 30 . Arrivati in Giappone .
Con un sorriso in più ci apprestiamo a partire per un nuovo cammino nella mitica terra del Giappone , lasciandoci alle spalle il nostro continente dove finora abbiamo vissuto , per andare alla ricerca di nuove esperienze , nuovi incontri con cultura e una diversa spiritualità , per approfondire la loro storia , l’arte e la cultura , giardini e paesggi sempre sognati e che ora ci apprestiamo a viverli dal dentro .
8 aprile 2015 mercoledi’
Siamo all’interno dell’aeroporto per le formalità doganali e il ritiro dei bagagli , ma Osaka ci accoglie con un cielo coperto e con nuvole cariche di pioggia . Convalidato il Rail Pass con prenotazione del treno e dei posti per Kyoto per le 11.16 , trovato pure un wifi libero connessione gratuita , forse per tutto il Giappone , che rimarra’ per me sempre un problema .
Non riusciamo a noleggiare un nuovo telefonino che potrebbe servire per le chiamate interne in Giappone , problema rinviato . Precisione Svizzera per la partenza del treno , un supertreno che in poco più di un’ora ci portera’ a Kyoto . Fa pure freddo e spira un vento gelido : dal treno vediamo la periferia di Osaka , brutta con grattacieli sullo sfondo ma una serie continua di agglomerati di casette basse , anonime , lungo la ferrovia , un quartiere dopo un’altro senza interruzioni fino a Kyoto .
Eccoci ora nella stazione centrale di questa citta’ , ultramoderna e veramente bella , un’architettura unica che meriterebbe da sola il viaggio .
Siamo stanchi e fa freddo , prendiamo un taxi per l’albergo prenotato , in centro , assegnata la camera e sistemazione bagagli . La fame si fa sentire , spaghetti al pollo e funghi al bar ristorante vicino all’albergo , ottimi accompagnati da un te’ caldo . Breve riposo e riordino delle idee , con un taxi , costano poco e sono veramente tanti , andiamo nella parte nord nel quartiere di Higashiyama a visitare il Padiglione d’argento , Ginkaku-ji , con il suo giardino , dire stupendo è poco . Pieno di turisti , sopratutto giapponesi li’ arrivati con svariati autobus ,visto il loro numero al parcheggio . Le forti pioggie dei giorni scorsi , il freddo e il vento di oggi hanno rovinato la fioritura dei ciliegi , ormai sul finire , forse la primavera è arrivata in anticipo . Dopo questo meraviglioso giardino , ci facciamo la passeggiata del filosofo , lunga circa 3 km che costeggia un corso d’acqua con alberi di ciliegi di diverse varieta’ ai lati , abbastanza ancora in fiore .
Il nome deriava da un filosofo che era solito passeggiare da queste parti , a meditare e perso nei suoi pensieri . Lungo la via , molti piccoli tempietti con pietre arrotondate , tutte rivestite con grembiulini , il cui significato cerchero’ di chiederlo ad Ambrgio Azuma al ritorno . Il freddo aumenta e sempre in taxi andiamo nel quartiere storico di Pontocho , con molti ristoranti e locali tipici , per un aperitivo finendo con cena , tempura e sushi per iniziare a conoscere la cucina giapponese . Kyoto , escluso giardini e templi della citta’ imperiale , ormai e’ simile a tutte le grandi città del mondo globalizzato , negozi e boutique delle varie case, si assomigliano tutti e li troveremo ovunque andremo . Domani proseguiremo la visita di Kyoto con una guida , speriamo solo in un tempo migliore .
9 aprile giovedi’
Finalmente una notte di riposo , dopo due giorni trascorsi fra il volo aereo e il primo a Kyoto , senza aver dormito . Oggi e’ una bella giornata , ottima per visitare templi , palazzi e giardini , sole e non pioggia .
Cristhine e’ alloggiata in un altro albergo e andiamo da lei per colazione , ritornarnando poi al nostro , per il previsto incontto con la guida e gli altri turisti del nuovo gruppo pronti alle 8,30 ad iniziare la visita a Kyoto muovendoci in autobus . Si inizia al Castello di Njio ( Nijo Castle ) originale del 1603 e ufficiale residenza del primo Tokugawa Shogun , Ieyasu . Spero che le foto Nuove emozioni vissute in questo nostro primo giardino con un castello bellissimo , e spero che le foto fatte potranno dare un domani agli amici a casa le sensazioni provate . Il folto gruppo limita molto il rispetto degli orari dei tempi prefissati , specialmente per noi che come pellegrini siamo abituati a darci i nostri tempi e spazi necessari
Per i particolari storici della visita , chi vuole vada alla guida illustrativa .
Durante la preparazione e lo studio del viaggio , muoversi in Kyoto sembrava tutto facile come pure gli spostamenti da un tempio ad un altro , invece ora è tutta un’altra cosa, quasi proibitivo andare a piedi , bisogna spostarsi solo con mezzi , la cartina e’ una cosa , la realta’ e’ un’altra .
Ora andiamo al Padigline d’0ro – Kinkaku – The Golden Pavillon , con tutte le pareti esterne rivestite d’oro , circa 20 kg , emana uno splendore con splendidi riflessi nel lago indescrivibili . Per non parlare poi del giardino , che pur senza la fioritura dei ciliegi , ormai finita ,e’ di così rara unica bellezza . Nuovo trasferimento al Palazzo Imperiale , famoso da sempre , qualcosa di straordinario . Vari gruppi di turisti in attesa di entrare sul piazzale esterno incolonnati per quattro su lunghissime file , ogni turista deve compilare un modulo che la guida deveri consegnare al corpo di guardia armato prima dell’ingresso . Molte belle sono le stanze del palazzo ,costituito da piu’ edifici , stanze con pitture alle pareti che riproducono piante e animali , personaggi della corte nei vari momenti della giornata e della loro vita , ma alla fin fine il tutto mi sembra vuoto , un museo vuoto di quello che fu . Il parco e il giardino intorno e’ ben tenuto e merita di essere visto . Pausa pranzo predisposto della guida , già previsto in contratto : pranzo , veramente buono , alla giapponese con alcuni piatti caldi scaldati direttamente a tavola , con fornello elettrico .
Si riprende nel pomeriggio con la seconda parte di Kyoto : visitiamo un bellissimo tempio scintoista , il santuario Heian jingu Shrine , costruito nel 737 dall’imperatore Kannu . Nella sala centrale un monaco celebra una funzione con molti fedeli in preghiera . Per la quinta tappa di questo giorno siamo al tempio Sanjusangendo , molto spettacolare per l’esposizione in questo grande salone di oltre 1000 statue del Buddha a grandezza umana , in bronzo , tutti diversi fra loro e posti su 7 file , su più gradini con al centro la statua del grande Buddha . Alcuni pannelli ilustrano la loro storia e la loro origine , anche in lingua inglese .
Ultimo il piu spettacolare e magnifico del giorno : il Tempio di Kiyomizu che da solo meriterebbe una visita al Giappone . L’unico problema è la troppa folla che riempie la strada ancora prima di arrivarci , ma poi disperdendosi poi per i vari templi e nel grande giardino , veniamo ripagati dalla fatica . Molte donne giapponesi vestono il kimono , perfino alcune bimbe lo portano e stanno veramente bene . Siamo su una delle tante colline di Kyoto , molti templi con altarini di ogni tipo dedicati a Buddha , su un lato della collina alcuni giardini pieni di sassi arrotondati con sopra i loro grembiuli e cappellini su un lato di una collina come se fosse un cimitero . Si rientra in albergo in autobus : cena in un ristorante giapponese dove si entra dopo aver tolto le scarpe , tavoli posti ad una quota di 30 cm più bassi rispetto al pavimento del locale e con la signorina che prende le ordinazioni e servira’ poi in ginocchio , un inchino dopo ogni movimento per il servizio e finale prima di usacire . All’uscita del ristorante , un portaombrelli a griglia quadrata per contenere circa 50 ombrelli , ognuno con un suo lucchetto con chiave di fermo per la chiusura e per non essere rubati . Buona idea . Domani altra bellissima giornata sul monte Yoshino .
10 aprile venerdi’
Oggi prevista pioggia , dispiace per la visita che dobbiamo fare al Monte Yoshino , ma bisogna pensare positivo e andarci . Dopo colazione con la metropolitana e in sole tre fermate siamo oltre alla stazione centraledi fronte al New Hotel Miyako dove troviamo la guida e tre turisti italiani di Milano . In treno ad Osaka dove si aggiungono altri due cinesi : con altra metropolitana e con un treno regionale in circa 2 ore arriviamo alla stazione di Oshino . Breve attesa e in funicolare saliamo ai templi posti in cima al monte Yioshino : fedeli shintoisti e numerosi turisti prendono la strada in salita e , a piedi sotto la pioggia , salgono la strada verso la cima del monte . Quasi tutti hanno ombrelli , tranne noi due pellegrini : con scarponi ai piedi e con le giacche a vento ci arrangiamo . Il monte Oshino si trova al centro della prefettura di Nara ed è una delle principali località turistiche del Giappone per la fioritura degli alberi di ciliegio , circa 300000 che fioriscono in fasi successione dalla base della collina alla cima del monte , in base ai vari tipi di piante . Il Monte Yoshino è un Sito Patrimonio dell’umanità che include templi ed vari sacri . Nonostante siamo sul finire della fioritura , il paesggio su tutti i lati delle colline con la nebbia o l’umidita che sale , ci lascia tutti meravigliati , uno spettacolo davvero unico . I templi non sono dei musei per turisti , ma tutti i giapponesi che praticano lo shintoismo si fermano a pregare intensamene inginocchiandosi davanti ai vari buddha nei vari templi inchinandosi più volte e a più riprese . Assistiamo anche ad una bellissima cerimonia shintoista all’esterno del tempio principale tenuto da monaci e monache con i loro vestiti o costumi tradizionali , molto caratteristici , che rievocano riti antichi accompagnati da canti e musiche . Su un palco grossi contenitori di legno contengono lunghi bastoni sottili di quercia , non di ciliegio perché legno sacro , che servono per macinare pestando a fondo dei cereali in esso contenuti . Nella parte centrale del cortile è stato preparato un pagliaio a cui durante la cerimonia , viene dato fuoco e a turno monaci e monache prendono da alcune tinozze lunghi mestoli d’acqua da buttare sul fuoco per qualche rito propiziatorio .
Prima di proseguire per altri templi ci ripariamo dalla pioggia in un ristorante pranzando con udon in brodo , buoni e che ci riscaldano pure .
Molti negozietti per turisti vendono varie specialità dolci e o salate , alcuni assaggini ma nessun acquisto . Nei templi bisogna sempre togliersi le scarpe prima di entrare , noi avendo gli scarponi doppia fatica che alla fine non disturba per il troppo bello che stiamo vedendo evivendo seppur con la pioggia . Si ridiscende con la funicolare per riprendere poi il treno : il Giappone sorprende sempre di più : i treni arrivano normalmente in stazione con i sedili dei vagoni rivolti verso il senso di marcia ; quando poi devono tornare a valle non invertono il senso di.marcia dei treni , ma con un certo meccanismo tutti i sedili delle quattro carroze vengono girati verso il nuovo senso per vedere sempre il paesaggio di fronte e non di spalle , inimmaginabile . Altre due due ore di treno e torniamo ad Osaka : stazioni piene di gente , corridoi e scale mobili comprese ,i viaggiatori aspettano ordinatamente lungoi i binari davanti alla carrozza prenotata con il numero relativo indicato a pavimento . A Kyoto sono ormai le 19 , stanchi dopo una lunga giornata vogliamo fermarci a visitare la stazione di una straordinaria bellezza , struttura in acciaio e vetro , avveniristica cattedrale consacrata all’era dei trasporti con diverse aree di ristorazioni e negozi , ormai globalizzati . Uno splendore di giochi di luci e di forme architettoniche all’interno , scale mobili con luci e disegni continuamente rinnovati e illuminati . Siamo sulla copertura al 15′ piano , dove troviamo uno splendido giardino pensile con diverse piante di diverse essenze , con una bella vista notturna .Completiamo la serata con una leggera cena e alcuni dolci in una boulangeri prima di riprendere il taxi per l’albergo .
11 aprile sabato
Si preannuncia un’altta giornata piena e intensa , il tempo è migliorato : oggi completiamo la visita dei principali templi e della ciita’ imperiale di Kyoto , rimandando il resto ad una prossima visita in Giappone . Colazione all’holly caffè , con la metropolitana in stazione per confermare subito all’ufficio della JRP i posti a sedere sul prossimo treno che prenderemo per Hiroshima . La destinazione di oggi si trova nella zona sud-ovest della citta’, area di Sagano-Arashiyama per la visita al tempio Tenryuji ed al suo bellissimo giardino . Con il RP prendiamo un treno locale che dalla stazione centrale con 9 fermate ci porta in questa zona , a piedi con una breve passeggiata arriviamo al tempio da visitare , il Tenryuji : subito in giardino e questo ci permette di girare nel giardino con calma , prima dell’arrivo della folla dei turisti , osservando bene scorci stupendi con colori e fioriture di più piante , un laghetto centrale e ruscelletti d’acqua che attraversa tutto il giardino , sui cui si riflettono il verde con i suoi fiori e il bosco di bambu’ . Tutto è ben studiato e inserito nel giardino creando spazi dove ci si dovrebbe fermare per meditare fermando i nostri pensieri sulla vita vissuta e da vivere sempre troppo inyensamente . Sono all’opera molti giardinieri intenti a pulire , lungo i sentieri , i petali dei fiori e le stradine interne rastrellando e livellando a mano il ghiaino per terra del pavimento . fra i pochi visti fin’ora questo e’ il migliore . Entriamo ora al tempio , sempre dopo aver tolto nuovamente le scarpe ; stanze enormi divise da sottilissime pareti , tutte fittamente decorate che riportano scene di animali , paesaggi o di vita vissuta dai feudali del tempo , curati fin nei minimi paricolari , quello che sorprende che tutti i locali sono vuoti e nulla ricorda il periodo storico passato . Ora andiamo a vedere il tempio Ryoanji con il rinomato giardino zen di pietra e ghiaia , sempre affollatissimo e con poca possibilita’ di fermarsi ad osservarlo e meditare sui suoi significati . Lasciato il tempio , proseguiamo per fare la passeggiata nel bosco di bamboo nel verde di un bosco lungo una strda asfaltata, e non ritenendolo bella come di interessante come segnalato , a meta del percorso ritorniamo indietro volendo andare a piedi al rinomato ponte di Togetsukyo , anche li’ una delusione , forse una volta era bello , ma oggi con le macchine e il traffico del mattino che vi scorre sopra lasciamo perdere tornando cosi’ alla stazione . Si fa tardi perché alle 13,30 dovremo essere di nuovo al New Mihako Hotel per per la visita guidata a Nara , altra capitale imperiale del Giappone . Troviamo un treno in un’altra stazione di un’altra linea ferroviaria e con un successivo cambio di treno riusciamo ad arrivare in tempo .
Pochi indicazioni stradali indicanti la direzione per la stazione , chiediamo informazioni ad alcuni giapponesi del posto che rispondono gentilmente alle nostre richieste riuscendo a capirci . Con diversi cambi sui treni locali riusciamo ad arrivarei in tempo all’appuntamento . Puntuali si parte alle 13.40 in autobus per Nara , attraversando un’anonima periferia di Kyoto arrivando a Nara in circa un’ora . Sul piazzale molti autobus scaricano in continuazione gruppi di turisti , quasi tutti giapponesi , pochi stranieri e si sente pure qualcuno parlare italiano . Si inizia con la visita al Todaiji con il grande Buddha , veramente imponente : la guida e il nostro gruppo di circa 25 persone andiamo in ordine sparso , mescolato alla folla perdendoci di vista fra noi : da solo attraverso tutto il parco dei daini in libertà , sono liberi a centinaia nel giardino delparco e lungo le vie interne , turisti che acquistano ai banchettini pacchetti di biscotti per dar loro da mangiare , questi daini sono peggio dei piccioni in piazza del duomo a Milano come le anatre nei nostri laghi , animali tutti affamati e molti loro escrementi sono sparsi per terra lungo i viali .
Non avendo rivisto nessuno del gruppo , da solo salgo a visitare bene e con calma il santuario di Kasuga con le sue tremila lanterne sparse per viali e per i corridoi dei templi . Molti riti scintoisti sono in corso con tanti fedeli a pregare ,inavvertitamente li seguo dentro i loro luoghi di culto dove non si potrebbe , ma vengo richiamato alla fine anche per aver fatto una foto ad un buddka che non avrei dovuto fare . Sono le 4 e non vedendo arrivare nessuno del gruppo ,comincio ad preoccuparmi , scendo di buon passo attraversando il parco e in 2 km arrivo all’autobus ricevendo pure due telefonate di sollecito da Alberto per sapere dove mi ero cacciato perché sono tutti erano li ad aspettarmi , qualcuno pure incavolato per il mio ritardo . Chiedo scuso per il ritardo causato , ma il piacere di girare da solo è stato cosi’ forte , che non ho potuto farne a meno.
Con tutti loro in autobus ritorniamo al tempio delle lanterne , da loro non ancora visto , che io rivedo volentieri . Ritorno a Nara con fermata ai vari alberghi , dove sono alloggiati i vari gruppi dei turisti per farli scendere . Dopo una leggera cena , in camera con preparare zaini per il trasferimento di domani .
12 aprile domenica
Prima donenica in Giappone . Trasferimento in taxi alla stazione di Kyoto dove facciamo colazione alla boulangeri , ricerca del treno e del binario per Himeji con difficolta’ a causa del nostro scarso giapponese , con posto prenotato utilizzando il Japan Rail Pass prendiamo un treno superveloce shinkasen per Osaka e successivo cambio via Yokohama arriviamo a Himeji . Speciale questo supertreno , comodissimi i sedili , dai finestrini scorre velocemente un paesaggio di anonime periferie e agglomerati di piccoli paesi con case basse , siamo ora a Himeji , grande città famosa per il suo castello dell’Airone Bianco , recentemente restaurato e aperto al pubblico . È una bella giornata di primavera , molti turisti si stanno incamminando verso il castello e sotto le sue mura comincia una lunga fila di visitatori in attesa dell’apertura : dal piazzale d’ingresso , alberato con molte piante di ciliegio in fiore , lo vediamo nella sua grandiosita’ , ha 8 piani con tetti a pagoda che si sovrappongono , lo vediamo ora dall’interno delle mura da diverse angolature con un bel panorama sulla citta’ arrivando fino all’ultimo piano , per mezzo di scale interne in legno . Le stanze del castello sono sempre senza arredi , ma un altare a Buddha non manca mai dove i fedeli scintoisti si fermano a pregare suonando la campana per ricordare al loro dio le loro preghiere . Si ridiscende attraversando vari cortili interni dove molti turisti stanno facendo picnic , noi ci avviamo verso la stazione fermandoci ad osservare al semaforo due motociclisti con moto di grossa cilindrata , colpiti dal loro casco particolare a forma di maschera od orco . Pranzo in un ristorante quasi italiano , due piatti di spaghetti al pomodoro e alla bolognese , insalata di tonno con birre . Lungo il viale e’ stata predisposta una smoking room , chiusa e riservata ai fumatori , mai vista prima utile per chi non puo’ farne a meno , essendo vietato fumare in strada .
Qualche difficolta a ritrovare gli armadietti dove avevamo riposto gli zaini , riuscendo a partire in orario per Hiroshima . Dalla stazione , con un taxi all’albergo , fatta la registrazione e assegnate le camere , usciamo subito per andare con un treno locale , in un quindicina di fermate , al porto per andare subito dopo in traghetto all’isola di Miyajima , utilizzando sempre il JRP . Alle 4 ci si imbarca per l’isola dove andiamo a visitare il tempio di Itsukushuma costruito in una baia su palafitte il cui Tory rosso , che fa da ingresso al tempio , con la bassa e con l’alta marea viene in parte sommerso . Entriamo a visitare il tempioposto su palafitte , tutto laccato in rosso , diverse sono le sale da cerimonia e con molta fortuna assistiamo ad una funzione religiosa : due ragaze inginocchiate al centro di una sala davanti ad un monaco e a due monache come assistenti , tutti con paramenti sacri , pregano fra loro celebrando un loro rito sacro .
Torniamo verso l’imbarco per un’altra via laterale piena di negozietti per turisti , a quest’ora vuota : anche qui come a Kyoto , i cavi elettrici di alimentazione alle case corrono sospesi e legati fra loro , non propri belli da vedere . Bel tramonto sull’oceano dalla nave con sullo sfondo la citta’ di Hiroshima , con il treno di nuovo in albergo per una serata speciale :
è l’ultima con Cristhine , ormai alla fine del suo viaggio in Giappone , prima del suo rientro in Italia . Alberto ha deciso di festeggiarla con una sorpresa : una cena nel miglior ristorante giapponese di Hiroshima .In una sala privata serviti magnificamente da una cameriera in kimono , ottimi piatti di questa unica cucina , mai provata prima d’ora , difficilmente ne avremo un’altra cosi .
Domani per noi sara’ è l’ultimo giorno come turisti , saremo a Shikoku per iniziare il nostro cammino .
lunedi 13 aprile
LIFE IS A PLAYGROUND OR NOTHING
Colazione in albergo , avvicininandoci ai luoghi simboli di questa città i taxi , a causa della leggera pioggia che sta scendendo e da un leggero vento . Partiamo dal A-bomb Dome fulcro dello scoppio della 1′ bomba atomica , esplosa sopra di questo centro direzionale a 600 mt di altezza e il suo spostamento d’aria ha causato tutto quello che sappiamo . Questo fabbricato e’ rimasto come al momento dell’esplosione a futura memoria e a monito per le generazioni future .
Quest’anno ricorre il 70′ anniversario dello scoppio della prima bomba atomica avvenuto il 6 agosto 1945 , a guerra ormai finita , ma voluto dall’America e fatta esplodere per completare i loro esperimenti : la follia umana non ha limiti , come il caso ultimamente del pilota tedesco che ha fatto precipitare l’aereo sulle Alpi francesi . Speriamo sempre in un domani migliore per lasciare ai nostri figli un mondo migliore , si spera .
Passiamo ora al Peace Memorial Park :
Memoriale nazionale della pace di Hiroshima per le vittime della bomba atomica -Hiroshima Peace memorial museum – Cenotha for the a bomb victims – Nachaima cho , con gli origami di carta a forma di aironi che questa bimba ha voluto fare per ognuna delle vittime , ma morta a 12 anni nel 1955 a causa della radioattivita’ senza essere riuscita a finirli tutti .
Di fronte a questi ricordi si rimane senza parole , con il nostro cuore veramente triste . Molti turisti , anche italiani sono in giro per il parco facendosi subito notare ; ritorniamo a piedi verso l’albergo per ritirare i nostri zaini percorrendo il Peace Boulevard ( Heiwa Odori ) , molti centri commerciali ai lati di ampi verdi viali , ma appena si passa per vie laterali tutti i cavi ellettrici sono aerei formando vaste ragnatele . In attesa del treno per Okinawa , pranzo a base di spaghetti .
Le linee ai treni superveloci shinkaisen sono sempre al primo piano nelle stazioni , bisogna controllare il nome del treno , la carrozza da prendere e dove posizionarsi prima della partenza , treni sempre puntualissimi . In meno di un’ora siamo a Okinawa , dove salutiamo Cristhine ringraziandola per i bei giorni passati assieme , rincresce molto ad Alberto lasciarla per i prossimi due mesi , ma noi dobbiamo iniziare il nostro cammino .
Nuovo treno per Takamatsu e successivo cambio per Tokushima dove arriviamo verso le 16.30 . In stazione troviamo ad attenderci l’amica Emi , nostra guida a Kyoto , Nara e al monte Yoshino , che abita in questa citta’ , ci offre dei dolci locali , a nostro ricordo le do delle cartoline di Como e Milano per la simpatia dimostrata .
Ci aiuta per chiedere alcune informazioni per l’orario del treno di domani per la stazione di Bando , un grazie e un abbraccio , con la promessa di risentirci vi-mail . In taxi per l’albergo , gia prenotato , sistemazione e doccia , poi cena con un riso cantonese in un ristorante cinese .
Alle 20 andiamo a teatro per uno spettacolo di danze popolari giapponesi :
AWA ODORI KAIKAN , gruppi con costumi tipici e danze accompagnate da un gruppo musicale . Siamo al termine della prima serata sull’isola di Shikoku , finalmente domani daremo inizio al nostro cammino per visitare gli 88 templi , da tempo sognato .
14 aprile martedi’
Lasciamo l’albergo di Tokushima alle 7 , piove leggermente , a piedi in stazione per colazione restando in attesa del treno delle 8,20 .Il treno costituito da una sola carrozza elettrificata , alla seconda fermata si riempie di ragazzi e ragazze quindicenni tutti in divisa , gonne e pantaloni della stesso tessuto tipo scozzese , giacche nere uguali , cravatte e papilon tutti uguali , tutti inquadrati che andranno a scuola , ad un
unico collegio , salgono e scenderanno poi in silenzio , senza far casino proprio come succede da noi . Alla quarta fermata loro scendono tutti , proseguono in pochi fra cui alcuni pellegtini . Scendiamo alla stazione di Bando , sesta fermata del treno locale per Takamatsu : il tempo di rendersi conto dove ci troviamo , sul piazzale esterno della stazione una lunga striscia verde disegnata sull’asfalto indica il nostro cammino verso il primo tempio , e un nuovo segnale sui pali con il pellegrino rosso , con freccia , da seguire e cercare sempre per non sbagliare strada , pochi per ora in realta’ . In 1 km raggiungiamo il tempio n. 1 RYONEJI , dove compriamo la compostela , ossia il libro per i timbri e gli ideogrammi che ci faremo apporre ad ogni successivo tempio . Compero il cappello conico da pellegrino , protetto esternamente con un foglio di p v c a protezione della pioggia , un oggetto in più da portare e da non perdere .
Attraversiamo a piedi diversi paesini , tutti uguali fra loro con case basse e senza negozi e bar , alcune hanno dei bei giardini , alberi con grosse arance mature , percorriamo alcuni tratti di sentiero fangosi a causa delle ultime pioggie , gli abitanti salutano cordialmente rispondendo in giapponese cordialmente alle nostre richieste di verifica del percorso che stisamo facendo , non ci capiamo molto ma ci arrangiamo .
Passiamo aI vicinI tempi n. 2 GOKURAKUJI e al n. 3 KONSENJI , e poi in pochi km al n. 4 DAINICHIJI , qui il primo errore di percorso di questo cammino essendoci inoltrati su una strada secondaria che porta non si sa dove , non avendo trovato il segnale rosso del pellegrino ; dopo oltre 5 km ritorniamo sui nostri passi , un giapponese urlando da lontano ci richiama e ci indica la giusta direzione da prendere . Il tempio n, 5 JIZOJI è abbastanza vicino , pure questo poco segnalato . In tutti i templi troviamo diversi fedeli pellegrini scintoisti , tutti in bianco con i loro cappeli , diversi gruppi fanno il cammino in autobus o con le loroi macchine , tutti si fermano davanti ai vari altari dei Buddha a pregare , cantare ed accendendono incensi o lumini , tutti sembrano che abbiano una vera fede , che siano giovani od anziani , sia donne che uomini .
In questa prima parte non incontriamo nessun pellegrino straniero , e quando qualcuno chiede da dove arriviamo , restano sorpresi e meravigliati . Ora un lungo tratto di strade secondariae attraversando vari paesini , sempre uguali fra loro , arrivando infine al tempio n.6 ANRAKUJI , abbastanza stanchi quando arriviamo , chiediamo al tempio informazioni dove potersi fermare a dormire per la notte : hanno un solo unico locale sopra il portone d’ingresso , senza materassi , senza luce ed acqua ; rinunciamo decisamente , e’ abbastanza presto e cosi’ deciddiamo di proseguire fino al prossimo tempio , i n. 7 JURAKUJI : prima di entrare al tempio andiamo al minchuku Ishida , segnalato sulla guida , poco lontano ma gia’ tutto occupato . Torniamo allora al tempio e per trovare il posto per la notte : scopriamo che questo tempio ha anche una zona adibita ad albergo per pellegrini o turisti , prenotiamo fortunatamente una camera , mentre tutte le altre sono gia’ prenotate o occupate dai gruppi di pellegrini giapponesi . Doccia e lavaggio dei vestiti con il lava asciuga , cena alle 6 alla giapponese nel salone con tutti i pellegrini , ormai reiusciamo ad usare bene i bastoncini per mangiare .
Non c’è wifi , pazienza , spediremo poi . Oggi abbiamo fatto i primi 28 km del nostro cammino , il tempo è migliorato e speriamo bene per domani .
15 aprile mercoledi’
Colazione alle 7 nella sala comune , alla giapponese , con brodo di miso , una ciotola di riso , verdure varie e una fetta di uovo sodo , aringa affumicata e tanto te caldo . Iniziamo il cammino del giorno sotto un pallido sole con cielo nuvoloso , assieme a molti altri pellegrini diretti al tempio n. 8 KUMADANIJI che raggiungiamo in breve tempo . Subito vicino
troviamo il tempio n. 9 HORINJI accompagnati dal vento che aumentera’ sempre di più nel corso della giornata . Percorriamo sempre strade secondarie asfaltate attraversando piccoli villaggi , semivuoti con pochi abitanti in giro , troviamo un bar-caffe’ ,comunicando con loro con google transletor , dal giappponese all’inglese-italiano , riusciamo con una loro telefonata a farci prenotare una camera per la notte nei pressi del prossimo tempio n. 10 KIRIHATAJI dove arriviamo poi in breve tempo .
Vediamo arrivare numerosi ragazzini che vanno a scuola : le mamme ai vari incroci controllano il poco traffico , fermano le macchine con una bandierina e fanno attraversare i bimbi in sicurezza ordinatamente sulle strisce . Il tempio si trova in cima ad una verde collina dove ci si arriva salendo per mezzo di lunghe rampe di gradini in pietra , timbro e ideogramma sulla compostela come per ogni precedente tempio , veramente belli , ricevendo sempre due immaginette rappresentante la divinita’ del posto e del Buddha . Alberto , durante la discesa , si prende il gusto di contare il numero dei gradini arrivando alla fine a 332 , ricoperti da foglie bagnate con pericolo di scivolare . Rispettando il loro senso religioso si salgono le scale saleendo sul lato sinistro scendendo sempre dal destro . Per completare questa giornata di cammino , dobbiamo percorrere ancora 10 km :breve sosta lungo la strada su una panchina , dove e’ appoggiata un manichino di donna vestita da pellegrina con il suio cappello , vista da lontano ha tratto in inganno talmente sembrava vera .
Pranzo coni dolci offerti da Emi a Tokushima , finora conservati .
Con vento forte contrario al senso di marcia , si cammina con fatica passiamo due grossi fiumi su stretti ponti , fermandoci per una pausa ad un Rest Hut , vicino alla città di Awa City , arriviamo al tempio n. 11 FUJIIDERA , dove troviamo gruppi di pellegrini giapponesi in preghiera , arrivati in autobus . Dopo aver visitato il tempio , ci facciamo spiegare come raggiungere la nostra pensione prenotata , Yamasa , sembra facile ma dobbiamo richiedere più volte e a varie persone come arrivarci .
Difficile e’ descrivere persona che ha accolti , sia fisicamente che caratterialmente , ci accompagna in camera dove troviamo sul tatami i due materassi , stanotte prima volta dormiremo in questo nuovo modo .
Ci sono altri due ospiti giapponesi nella locanda : buona cena alla giapponese con un buon caldo sake finale .La tappa di domani sarà difficile , sara’ salita per arrivare al tempio posto ad oltre 1000 metri ; per diminuire la lunghezza della tappa decidiamo di prendere un taxi , lo prenotiamo per le 7 con una telefonata del proprietario della locanda , siamo riusciti a capirci in qualche modo .
Oggi abbiamo camminato per km 28,6 , non male .
16 aprile giovedi’
La prima notte passata a dormire sul materasso posato sul tatami non è stata delle migliori , ho dormito poco e mi sono alzato tutto anchilosato .
Colazione con miso , riso , salmone , uova quasi sodo , macedonia , varie verdurine , te a volontà . Siamo pronti per la partenza per il tempio 12 , ci aspetta una lunga e dura salita : alle 7 puntuale arriva il taxi che abbiamo prenotato , su e giu’ per verdi vallate con molti boschi , decidiamo sul momento di farci portare direttamente al parcheggio del tempio evitando cosi’ la dura salita , con il pesante zaino sulle spalle . Un’ora di macchina anziche’ una dura lunga giornata di cammino , penso sia stata la soluzione migliore , anche perche’ in questo tempio o nei pressi non c’e’ possibilita di trovare da dormire per la notte trovare da dormire , verificato .
Siamo a più di 1000 metri di quota , immersi in un paesaggio alpino , dal parcheggio saliamo al tempio percorrendo una bella stradina per circa 500 metri con ai lati statue che rappresentano varie deita’ . Conferma del passaggio al tempio n. 12 SHOSANJI apponendo sulla nostra comppostela il timbro e l’ideogramma , sempre belli , originali e diversi fra loro .
Avendo modificato il programma , decidiamo di raggiungere entro sera il tempio 13 , facile discesa per sentieri nei boschi fermandoci per un te al primo paese raggiunto , offertoci gratuitamente da alcune signore anziane tutte con indosso giacche uguale fra loro , come fosse un costume , ferme presso un bancchetto lungo la strada del villaggio . Siamo scesi a circa 200 mt di quota , ora comincia il bello : dobbiamo risalire per sentieri rocciosi e attraversare un bosco che in 2 km ci portera’ a 466 metri di quota . Alberto comincia a risentire della fatica , a causa anche del caldo , all’arrivo sulla cima altri pellegrini , gia arrivati prima , vedendoci stanchi e sudati , ci offrono dolci e cioccolatini , veramente gentili , meno male che l’acqua non ci manca . Il peggio della giornata sembra superato , ora ci aspetta una lunga discesa per raggiungere la nostra meta del giorno . Attraversiamo valli alpine e paesi disabitati , sotto di noi un bel fondovalle dove scorre un grande fiume . Vediamo solo vecchie contadine che coltivano e zappettano i loro piccoli orti , poca gente e nessun ragazzo nei villaggi attraversati , sostituiti da diversi manichini appoggiati ai muri all’esterno delle case , sul ponte o lungo la strada che vogliono rappresentare gli abitanti in costume nei loro mestieri , persino uno da vigile , messi all’esterno delle case per far sembrare il paese più vivo .
Ora siamo su una strada asfaltata a scorrimento quasi veloce , i mezzi viaggiano sul lato sinistro quindi noi camminiamo a destra con molta attenzione . Sorpassiamo e veniamo poi sempre ripresi da 4 veloci pellegrini che fanno il cammino a piedi come noi , che ritroveremo al tempio e in albergo alla fine . Siamo arrivati al tempio n. 12 DAINICHIJI , troviamo l’albergo Kadoya subito li vicino a lato , ottima accoglienza , subito lavatrice e docce , successivamente arrivano molti altri pellegrini .
La cena ci viene servita in camera , molto buona con un sache’ finale caldo . La nostra tappa di oggi è stata di 27,22 km , ora dopo cena studio del programma di domani per raggiungere bene il tempio 19 .
SHIKOKU IS A PLACE WITH A VIRTUE AND LOVE .
17 aprile venerdi’
Colazione in albergo , pagato l’extra per il sake , cominciano il cammino in una bella mattinata fresca . In poco tempo arriviamo al vicino tempio n. 14 JORAKUJI incontrando poco prima un giovane nel suo giardino , che smette di lavorare per parlare con noi , raccoglie dalla pianta e ci offre dei mandarini , i kumquat , maturi e buoni che mangiamo subito .
Proseguiamo subito per il tempio n. 15 KOKUBUNJI , con ha le stesse forme e caratteristiche degli altri visti fin’ora : per non farci mancare nessun tempio shintoista , ne visitiamo pure un altro , non segnalato .Al tempio n. 16 KANONJI ci arriviamo in 4 km sempre su strade asfaltate secondarie , riscontrando ancora una volta che i vari paesi o villaggi attraversati sono uguali fra loro , senza negozi o bar , solo alcuni centri commerciali sulle arterie principali . Lasciamo la zona collinare ed entriamo di nuovo nell’area urbana della città di Tokushima raggiungendo il tempio n. 17 IDOJI , dove molti gruppi di pellegrini sono gia’ in preghiera davanti alle divinita’ e ai vari Buddha . Ora in citta’ comincia il tratto , forse più difficile perche’ non ben segnalato , non ritrovando i segnali del pellegrino rosso : nel contempo cerchiamo in banca di cambiare la valuta , non riuscendo né con la carta di credito e neppure con il contante , pazienza e rimandiamo . Non riuscendo a venirne fuori da questa caotica citta’ , troviamo una stazione di taxi e decidiamo di prenderne uno , saggia decisione che ci porta al tempio n. 18 ONZANJI , un’altra scalinata per salire al tempio , parliamo con un pellegrino giapponese che ci indica per un hotel li vicino per la notte , lo troviamo chiuso , decidiamo di andare con un autobus al successivo tempio che ci fara’ risparmiare questi ultimi 5 km arrivando subito al tempio n. 19 TATSUEJI , veramente bello , confortevole e ha pure l’albergo per pellegrini o turisti . Stanze grandi a 2 o più tatami , il tutto veramente zen con pareti a colori rilassanti . Alle 5 funzione religiosa scintoista all’interno del tempio con il monaco che recita e canta le preghiere : noi assistiamo senza capirci nulla . È arrivato perfino un pellegrino giapponese in bicicletta non so da dove .
Domani sarà una tappa altrettanto difficile , Alberto riesce a farsi capire e a prenotare , dopo il secondo colle della giornata , sempre ai 1000 mt , una stanza in un minchuku 3 km fuori dal percorso , non vogliamo essere ansiosi ma la prevedo molto dura . Cena sempre alle 6 , seduti vicino a noi troviamo una ragazza italiana di Gaeta con il suo ragazzo tedesco , appena arrivati poer fare qualche giorno il cammino partendo da questo tempio .
Sono in Giappone per turismo da un mese e vi resteranno ancora per un altro , per proseguire poi per l’Australia , beati loro . Ottima la cena fatta in ginocchio davanti ai bassi tavolini , alzandosi al termine della stessa coni dolori in tutte le articolazioni . Oggi le prime due ampollas , medicate e spero che non mi daranno problemi nei prossimi giorni . Oggi a piedi solo una quindicina di km , giornata quasi di riposo .
18 aprile sabato
A letto dopo cena alle 19,30 , lunga notte da passsare sul tatami in questa enorme stanza . Alle 6 , svegli da un pezzo , ottima colazione , poi zaini in spalla alle 6,45 iniziamo questa dura lunga giornata di cammino .
Sempre percorrendo strade asfaltate , trafficate , in 10 km arriviamo a Katsuura Town : campi ai lati delle strade coltivate a riso e in questo periodo stanno trapiantando le piantine , a mezzo di un trattore .
Con queste risaie ai lati del cammino sembra di essere nel vercellese o in lomellina , come esssere quasi sulla francigena . A parte qualche grosso centro commerciale aperto , il resto dei negozi , esasendo sabato , è tutto chiuso come pure l’unico bar trovato . Un grosso cartello stradale indica la deviazione per il nostro tempio , ora su un sentiero in salita che si inerpica sempre di più . Da sentiero erbato , ora diventato un ciottolato sconnesso con gradini di varie altezze e dimensioni , incrociandosi diverse volte la strada principale . Attraversiamo boschi di bambu e foreste di alte conifere , i nostri zaini cominciano a farsi sentire per il peso , costa fatica la salita obbligandoci ogni tanto a fermasi per riprendere fiato . Il sentiero percorso dai pellegrini da centinaia di anni , è molto ben segnalato e pulitissimo , senza plastica o cartacce in giro . Dopo questo dislivello che in pochi km siamo passati da 15 mt agli oltre 500 mt di quota siamo stravolti arriviamo al tempio n. 20 KAKURINJI , timbro e ideogramma sulla compostela ,con tante foto a ricordo di questo tempio giardino immerso nella natura . Sono molti i pellegrini giapponesi li giunti a pregare chi in autobus o in macchina , pochi quelli a piedi da noi incrociati durante la salita ritrovando pure i due ragazzi , l’italiana e il tedesco .
Lasciato il tempio , in discesa su strada asfaltata riprendendo più a valle un sentiero per attraversare su un ponte un piccolo torrente riprendendo di nuovo la salita . Alcune case hanno giardini d ben curati , uno in particolare ha diversi bonsai di varie altezze con alberi di varie essenze .
Siamo arrivati al tempio n. 21 TAIRYUJI , varcato il portale d’ingresso entriamo nel migliore tempio mai visto fin’ora sul percorso , molti edifici religiosi collegati fra loro con diverse scalinate , siam0 su una collina in un vero parco , con alte conifere e diversi alberi in fiore . Nel cortile si avvicina a noi un monaco buddista in tonaca grigia che arriva da Daremshala , sede del Dalai Lama in India , con cui parliamo un poco anche con un ragazzo francese , pellegrino come noi , seduto li vicino .
Visitiamo bene questo bellissimo tempio , spiace lasciarlo ma dobbiamo raggiungere il prima possibile il nostro ryokan prenotato a 4 km in un villaggio vicino . Nuovamente su strada asfaltata , ottima accoglienza all’arrivo , abbiamo una nostra stanza da 8×8 mt , da sola grande come un appartamento . Alle 6 cena sempre su tavolini bassi , seduti a terra nel salone come tutti gli altri ospiti pellegrini giapponesi , però per noi vecchieti ci danno due basse sedie . Alle 21 a nanna , un po in ritardo diversamente rispetto al solito nostro orario . La nostra camminata di oggi è stata di km 31,7 , non poco , ma veramente interessante .
19 aprile domenica
Notte tranquilla al Sakaguchi-ya , colazione alle 6.30 e salutati i due amici italo-tedesco , che lasciano il cammino : gli altri pellegrini , prima di colazione , cordinati dal loro capo , recitano le loro preghiere .
Comincia a piovere rimandando la partenza : quando si riprendiamo , forse ancora assonnato , nonostante Alberto mi chiede conferma se la strada e’ giusta , sbaglio percorso , ma siamo raggiunti , dopo circa 1 km , dalla proprietaria dell’albergo che ci aveva visto sbagliare riportandoci in macchina all’albergo .Attraversiamo nuovi campi di riso con le nuove pianticelle appena messe a dimora , ogni tanto qualche casa sembrano tutte senza vita , nessun bambo in giro . Ora si comincia a salire , il sentiero si fa sempre piu duro attraverso boschi di conifere e bambuseti , alcuni tratti gradinati , alcune bisce d’acqua attraversano il sentiero , Alberto e altri pellegtini sono dietro , cammino da solo vagando con il pensiero e meditando sulla mia vita , ritrovandoci tutti alla fine della discesa al rest hut . In pochi km siamo al tempio n. 22 BYODOJI sempre con gruppi di pellegrini raccolti in preghiera . In questo tempio tutti i fedeli lasciano su ogni gradino delle scalinate alcune monetine come offerta , tante ma solo da 1 yen , pochi da 50 , abbastanza tirki per ingraziarsi bene il Buddha . Ora la parte più lunga del cammino di oggi , dovremo percorrere ancora altri 25 km . Sempre e solo su strade asfaltate a grande scorrimento camminando lungo i bordi , senza pericoli apparenti in un paesaggio monotono . Tempo sempre nuvoloso con il vento che tira dall’oceano che non promette niente di buono . Lungo la statale 55 diretta a Muroto , anche con diversi tunnel da attraversare ,senza vedere mai la fine anche se andiamo ad oltre 5 km all’ora . Eccoci arrivati alla città di Minami Town e al tempio n. 23 YAKUOJI , molto stanchi , timbra sulla compostela e ricerca del letto per la notte : rinunciamo al primo albergo perché non fa cena e colazione , i successivi 6 sono tutti pieni , così ritorniamo al primo sistemandoci direi bene .Dopo l’ingresso al tempio , mi sono ritrovato senza forze e concentrazione , calo di zuccheri , grazie ad Alberto sono riuscito a riprendermi . Cena in un ristorante cino-giapponese con pollo fritto e insalatina , spaghetti ai frutti di mare , birra e caffè , con un bicchierone di sache’ caldo , ora sto meglio e non ho più freddo di prima . Oggi forse abbiamo camminato un po’ troppo , compreso i vari percorsi o errori abbiamo fatto 37,86 km .
Ora un buon letto , pur su un tatami , sto scrivendo mentre Alberto russa alla grande .
20 aprile lunedi’
BEAUTIFUL STORIES OF SHIKOKU o quasi
Si preannuncia una giornata di pioggia e vento : andiamo prima in stazione per prendere i biglietti per il treno per il tempio 23 YAKUOJI , dove incontraiamo un pellegrino americano del Texas , 60 anni , anche lui in cammino . Ritorniamo in citta’ per andare in banca e all’uficio postale per cercare di cambiare o prelevare , senza riuscirci , pazienza .
Con gli zaini in spalla , ritorniamo in stazione dove all’ufficio turistico ora aperto ci danno le informazioni di cui abbiamo bisogno , reincontriamo il ragazzo francese che torna a Tokushima e una coppia giapponese che proseguira’ il cammino . Colazione alla macchinetta del caffe’ con due dolci presi prima al supermercato della stazione . Prendiamo il treno delle 13,05 che ha una sola carrozza , dopo 6 stazioni , cambiamo treno per farne altre farà 3 , prendiamo ora un autobus viaggiando lungo la statale 55 costeggiando l’oceano Pacifico , con onde alte si infrangono sulle rocce , mentre a monte abbiamo un desolante paesaggio di rocce . Scendiamo alla fermata che abbiamo richiesto all’autista , saliamo al tempo n. 24 HOTSUMISSKIJI su una lunga scalinata scivolosa a tornanti , piena di foglie bagnate , ha appena smesso di piovere e una leggera nebbia avvolge il tempio e noi . Difficile è sempre parlare e farsi capire dai giapponesi , parlano sempre molto velocemente , abbiamo si prenotato una camera , ma farsela assegnare non e’un compito da poco . In camera ora Alberto provvede al lavaggio della biancheria sporca con la lavatrice e asciugatrice , poi doccia , in un grande onsen a disposizione insaponandoci e lavandoci prima di entrare in bagno , con il rubinetto se si vuole avere acqua pernon sprecarla , poi nudi nel grande bagno , fantastico e rilassante . Uomini e donne separati : sono solo nel bagno , quando entra un’inserviente dell’hotel che con un catino in mano mi indica qualcosa sulla superfice dell’acqua e che non riesco a individuare: lei insiste indicandomi un insetto , forse una zanzara , che mi fa raccogliere , deve avere una ottima vista , come faceva a saperlo . Cena con pesce fresco e tante altre sfiziosita : ad Alberto il pesce fresco non piace faccio volentieri un sacrificio mangiando al suo posto . Due birre e un sache’ finale completano la serata . Prima di andare a dormire , il solito problema per prenotare un albergo per la prossima notte dove trovare da dormire : diverse telefonate in giapponese , ormai la nostra lingua , ma con l’aiuto di una ragazza dell’hotel riusciamo prenotando ad Aki Town , speriamo bene .
21 aprile martedi’
Ormai abituati al tatami , si dorme bene svegliandosi in forma, dopo la colazione con un caffè caldo e una buona cioccolata , lasciamo il tempio all’alba ancora senza sole , ma si spera in una bella giornata .
Lasciamo il promontorio , percorrendo la statale attraversiamo alcuni paesi , vuoti come al solito , ma una bella vista sull’oceano ci rinfranca.
Dopo pochi km arriviamo al tempio n. 25 SHINSHOJI postio a lato della statale e di fronte al porto del paese : sempre salire le tante scalinate di accesso per andarlo a visitare , ma questo tempio lo merita . Riscendiamo in ctta’ verso le 9 , alcuni negozi cominciano ad alzare le serrande tra cui una bella pescheria . Percorriamo per 4 km la statale , che lasciamo per prendere una piccola via che sale in collina al prossimo tempio , con un bello strappo su gradini di roccia , nel bosco , in un’ora arriviamo al tempio n. 26 KONGOCHOJI , interessantissimo disposto su più fasce con molte zone a verde . Ritorniamo poi sulla statale seguendo la strada asfaltata che ha permesso ai pellegrini di salire al tempio in autobus o in macchina . Come gia’ programmato proseguiamo in autobus , e con circa 40km di statale arriviamo in poco tempo alla città di Tano Town .
Per fermarsi un attimo a riposare e a riflettere , proorio alla fermata troviamo una locanda , fermandoci cosi’ per pranzo : pollo e birra .
Ora ci aspettano 5 km di salita e 300 di dislivello per arrivare al tempio , preferiamo chiamare un taxi che arriva guidato da una donna : una grande macchina con cambio automatico che con fatica risale i vari tornanti : le abbiamo chiesto di aspettarci al parcheggio per permetterci di visitare il tempio n. 27 KONOMINEJI in 15 minuti , e poi accompagnarci , sempre in taxi , ad Aki Town dove abbiamo prenotato l’albergo dove dovremmo avere la possibilita’ di prelevare o cambiare la valuta . Sono oltre 40 km di strada , grande traffico , l’albergo prenotato è grande , bello e lussuoso , ma sempre con il problema della lingua : nessuno parla inglese ed è dura chiedere informazioni , forse non si capiscono o non vogliono capire , neanche fra loro penso che si intendano quando telefonano per conto nostro per cercare di prenotare , per noi , un albergo in un successiva citta’ per la notte successiva . Grazie ad Alberto e alle sue indistenti richieste i vari problemi si stanno risolvendo . Aki Town è una città di mare lunga 20 km , rimane il problema del cambio della valuta e per andare in un ufficio postale segnalatoci posto in centro città ad oltre 10 km e’ prendere un altro taxi : soliti problemi per farci capire , riuscendoci infine ,facile per il cambio della valuta , difficile prelevare con la carta di credito , solo Alberto con l’aiuto di una bella impiegata giapponese , con il bancomat riesce a prelevare .Ritornarniamo in albergo a piedi , poi stanchi , anche del traffico , con due autobus e una dura salita finale sotto il sole arriviamo in albergo senza essere assilllati dal cambio .
Bella la vista sul Pacifico dall’undicesimo piano dalla nostra camera , a finire una leggera cena al ristorante . Oggi abbiamo camminato poco , solo circa 25 km ma domani ci rifaremo .
22 aprile mercoledi’
Compresa la prima colazione nel prezzo , puntualmente alle 7 andiamo all’11 piano , dove una grossa fila di giapponesi sono in attesa dell’apertura del ristorante : quando viene aperto , tutti vi si precipitano dentro , sembrano che tutti muoiano di fame , e’ un assalto al sel service : primi , dolci , frutta , chi ne ha più ne mette nel proprio piatto , anche noi lo stesso . Colazione che servirà anche da pranzo . Abbiamo prenotato un taxi che ci portera’ alla prima stazione a circa una decina di km di distanza dove prenderemo il primo treno facendo , facendo i biglietti alla macchinetta erogatrice , scritte e segnali sempre in giapponese , arrivando alla partenza della nostra tappa odierna . In pochi km sempre su asfalto arriviamo al tempio n. 8 DAINICHIJI sempre con salita finale di accesso al tempio . Considerazioni sul cammino : solo i pellegrini giapponesi , con tanta fede nel loro Buddha , lo sentono veramente come percorso di fede , al resto dei giapponesi non interessa a molti , non sembra neanche molto conosciuto , lo si sente anche quando chiediamo informazioni .
Per noi pellegrini miscredenti , è solo un lungo percorso su strade asfaltate , attraversovillaggi e paesaggi che si ripetono fra loro , senz’altro nuova esperienza in un altro mondo diverso dal nostro .
Prima di arrivare al prossimo tempio , Alberto va un po’ in crisi , e’ stufo di questo modo di camminare ed e’ pronto a rinunciare : ne parliamo un po’ , ma proseguiamo attraverso distese di risaie fino al tempio n. 29 KOKUBUNJI ,tempio che rida un po’ di pace interiore .
Rimodifichiamo il programma del giorno , prenotando un taxi , prima per visitare il tempio n. 30 ZENRAKUJI , di nessun valore e abbastanza vuoto , il taxi ci apetta 15 minuti al parcheggio , per poi attraverso la grande città di Kochi ci facciamo portare fino al kochi yoth hostelling internstional , dove riusciamo a prenotare per tre notti , decidendo di fermarci per riprendere poi con calma il nostro cammino . Siamo accolti bene dal gestore, sistemati gli zaini in camera , verso le 16 prendiamo un treno per Kochi station center , un giro in centro e all’ufficio turistico per informazione sugli orari degli autobus in modo da visitare nei prossimi 2 giorni gli altri templi della citta’ lasciando gli zaini all’ostello . Cena poi in un ristorante vicino all’ostello , con un piatto di spaghetti alla carbonara e con un hamburger , all’ostello prima di dormire due bicchieri di sake , freddi ma con le bollicine come se fosse champagne , mai assaggiato prima . Una bella collezione che proveremo nelle prossime serate .
Oggi a piedi circa 20 km , il resto coi mezzi .
23 aprile giovedi’
Colazione all’ostello , a piedi e senza zaini verso il castello di Kochi , posto su un colle , ben conservato : si arriva prima per strade della città , si sale attraverso un parco con molte lanterne , rivestite con carte colorate , un bel monumento posto su piu’ piani con tante stanze vuote , una bella vista sulla città dall’ultimo . Si riscende e a piedi per grandi viali andiamo in stazione : grandi marciapiedi , sopratutto ad uso dei ciclisti che arrivano davanti o da dietro senza che tu te ne accorga . Con qualche difficoltà troviamo il bus per andare al Machino Botanical Garden , un bellissimo giardino posto sul colle , ogni pianta e’ segnalata sia in inglese che in giapponese , sia per le ornamentali che per le piante medicinali ,per veri amanti del verde : gli edifici attigui contengono la libreria , il museo e il book shop, inseriti bene nel parco . Scendiamo al tempio N. 31 CHIKURIÑJI , molte scolaresche , tutti in divisa , sono in visita al tempio e al giardino . Ora in autobus per il prossimo tempio , poi a piedi con un lungo ed erto sentiero saliamo al tempio n. 32 ZENILJIBUJI , dove ci vengono offerti dei biscotti e un buon te . Ora , con passo accellerato , via verso il prossimo tempio , bisogna prendere il Ferry boat alle 16,10 per poter attraversare un braccio di mare per arrivare all’altro tempio .
In ritardo e a pochi km dall’imbarcadero , prendiamo un taxi per arrivare al ferry boat in tempo , salgono pure dei ragazzi in bicicletta e altri due pellegrini , ancora 2 km a piedi eccoci al tempio n. 33 SEKKEIJI , uno dei tre templi zen del cammino . Veloce la visita , troviamo subto l’autobus che ci riporta a Kochi , a piedi in stazione e con un altro treno all’ostello , con cena giapponese . Abbiamo camminato oggi per non piu’ di 20 km .
24 aprile venerdi’
Doppio materasso sul tatami per dormire meglio , sveglia alle 6 ,buona colazione alla giapponese ed inizio una nuova giornata di cammino .
Alcuni contrattempi di ieri fra noi , ora pero’ riconessi . A piedi alla stazione di Engyojiguch , con il treno fino a Ino.st a 10 km ,la lunga periferia di Kochi . La carrozza piena di studenti, sempre in divisa , che vanno alle loro scuole . Scendiamio alla sesta fermata , cerchiamo di orizzontarci per vedere quale strada prendere per il tempio 35 .
Avendo deciso di fare prima il 35 e poi il 34 , non troviamo i segnali del cammino , chiediamo quale direzione prendere , sempre su statali con traffico intenso , passiamo un ponte autostradale e per strada secondaria sempre risaie ai lati , in 2 km saliamo al tempio n. 35 KIYOTAKIJI , situato
sempre in collina e sempre con tante scale da risalire . Piazzale sempre con molti autobus , pellegrini gia in preghiera ammirando la loro fede con cui si accostano ai templi . Subito ripartenza per il 34 , fa molto caldo e il riflesso del sole nell’acqua delle risaie comincia a bruciare ; questa mattina ho dimenticato il cappello e non ho messo creme di protezione , ora il viso diventa sempre più rosso e brucia pure la testa . I km aumentano e non si vede la fine , la nostra guida cartacea non è particolarmente precisa , un cartello segnala il tempio a 4 km , ma alla fine saranno molti di più . Ora siamo al tempio n. 34 TANEMAJI , subito alla ricerca di informazioni per rientrare con l’autobus a Kochi .
Alle nostre richieste ripete , la signora dell’ufficio , per niente educata , sempre in giapponese ripete la stessa cantilena , riuscendo alla fine a farci uno schizzo dove raggiungere la fermata dell’autobus . Grazie ad una giovane pellegrina giapponese che mastica un po d’inglese ci si spiega , poi gambe in spalla e per vie secondarie arriviamo alla fermata , ma con gli orari non ci siamo . Da un ufficio li vicino riusciamo a farci chiamare un taxi che ci riporta a Kochi station , anche se siamo senza zaini e’ sempre una gran fatica . Nuovo treno per l’ostello e finalmente a casa dopo aver fatto 30 km a piedi e con altri vari mezzi . Cena giapponese e sake’ frizzante , un calice colmo , senza nessuna sbronza .
Nuovo programma per domani e alle 20 a letto .
25 aprile sabato
Colazione all’ostello con gli altri ospiti , fra cui un australiano , uno svizzero e un franco-giapponese e dei giapponesi . Chiediamo di poter spedire in Italia via posta due bottiglie di sake’ con le bollicine , ma questo non è possibile per via delle norme antiterrorismo ,restera’ solo un buon ricordo .Lascimo l’ostello e con i nostri zaini a piedi in stazione diretti a Kochi station , osservando le case , sono costruite quasi toccandosi a neanche un metro una dall’altra , lontano alcuni condomini , brutti pure quelli , mentre le colline circostanti sono verdi e totalmente assenti di fabbricati , quale sara’ il èiano regolatore . La ferrovia e’ sopraelevata tagliando in due parti l’intera area . Arrivati in stazione , ricerca dell’autobus che ci deve portare al tempio 36 , posto a circa un’ora verso Tosa . Costeggiamo tutta la baia di Kochi con magnifici panorami sul Pacifico , in una bella calda giornata . Nonostante la crema sul viso , rimane forte il dolore sulla nuca per il troppo sole di ieri . La fermata finale dell’autobus si trova poco prima di un grande ponte ad una sola arcata che unisce la terraferma alla penisola di Yokonami , ci incamminiamo a piedi verso il tempio lungo un bella e lunga spiaggia : nessuno in giro , altre abitudini rispetto alle nostre , i giapponesi le disertano , solo qualche raro pescatore sulla riva sta pescando . Nessuna barca o peschereccio naviga sulle calme acque della baia , nemmeno i gabbiani in cielo o sulla sabbia . Ci fermiano in un gazebo in un grande parcheggio, ora vuoto , zona di riposo fronte mare , per riposare e rivedere sulla cartina il percorso verso il tempio . Mancano ancora 3 km , sembrano pochi come sempre , ma una lunga scalinata in pietra si presenta davanti a noi al tempio n. 36 SHORYUJI . Lo visitiamo con calma , tempo ne abbiamo in quanto la nostra giornata terminerà all’albergo prenotato Kokumin-shukusta Tosa che sta in alto a picco sul mare . Come da accordi presi , Alberto telefona all’hotel da una cabina telefonica per venirci a prendere con il pik up . Verso mezzogiorno siamo in albergo , a lato c’è un resort hotel villa santorini , costruzione bianca come se fossimo in Grecia , vista sul Pacifico , con piscina esterna .
Ci accontentiamo del nostro , ci sistemiamo in una piccola stanza con un terrazzino vista mare , ma i tatami ci stanno appena .
Pranzo in hotel, un piatto unico con carne di pollo macinato e con tanto riso e umido di verdure con una buona birra alla spina ci accompagna .
Riposo in camera fino alle 4 , ora in cui aprono le docce e il bagno onsen , prima di queell’ora chiuso . Doccia alla giapponese come lo fanno loro , poi tutti nudi nel grande bagno comune tutti insieme , non è proprio rilassante , forse non abbiamo le loro abitudini . .
Scendiamo sul terrazzo esterno con in mano una bella birra fresca alla spina guardando l’oceano e l’infinito orizzonte , ripensando a quando ero sull’isola della Reunion con Maristella con davanti a noi l’oceano Indiano .
Rientriamo nella hall dove il direttore sta pulendo alcune gabbiette di piccoli animali : Alberto che prende in braccio un piccolo ermellino bianco , non e’ la dama di ermellino dipinta da Leonardo da Vinci , mentre io
prendo in mano un riccio , ha un bel musetto , occhi attenti e zampette sempre in movimento , lo accarezzo ma non punge molto . In un altra gabbia un grosso coniglio e un buffo maialino . Bisogna pure far passare il tempo da turista per tirare l’ora di cena : due vassoi con varie specialita alla giapponese , ottima la presentazione sia per la vista che per il palato .
Un calice di sake centellinato nella hall , parlando poi con una ragazza giapponese che sa un po’ d’italiano .
Oggi fatti non più di 6 km a piedi , ci rifaremo prossimamente .
26 aprile domenica
Svegliamo all’alba con il sole appena sorto , una leggera foschia aleggia sull’oceano . Lasciamo l’hotel dopo colazione e l’incantevole vista sulla baia di Tosa con un cielo terso , una calda giornata di trasferimento coi mezzi ci aspetta , scendiamo su strada asfaltata per 3 km , raggiungiamo la fermata dell’autobus che in un’ora ci portera’ fra colline e risaie alla stazione ferroviaria di Ino , da dove noi eravamo partiti per il tempio 35 .
In treno viene con noi WING , in italiano ALA , pellegrina di circa 40 anni , di Hong Kong , parla un buon inglese e ci sarà di aiuto , con il nostro linguista Alberto , per il proseguire il cammino di oggi e domani .
Mezz’ora dopo , arriva il nostro treno per Kubokawa , piccola cittadina frazione di Shimanto a due ore da qui . La ferrovia si addentra tra montagne , i campi sono sempre coltivati a riso circondate circondati da verdi boschi che assumono macchie di vari colori ; alcuni tratti si costeggia la costa , un paesaggio aspro e frastagliato . Durante le due ore di viaggio scambio di informazioni con Wing , sul suo e sul nostro cammino . Alle 12 siamo a Kubakawa , poco distante dalla stazione troviamo il tempio n. 37 IWAMOTOJ con l’annesso ryokan gia’ prenotato per la notte .Siamo accolti dalla proprietaria o gestrice che sia , che oltre al giaponese parla quasi bene lo spagnolo : bene per Alberto , ormai sa diverse lingue : è strano trovare una signora anziana che si rivolge ai pellegrini in spagnolo . Un particolare differenzia questo tempio dagli altri : il soffitto di uno dei templi è costituito da 575 pitture differenti ed e’ cosi definito :
regardless of wether one likes Western or Eastern art , this temple is definitely worth a visit
Con Wing a pranzo in un ristorante li vicino , spaghetti al sugo per noi e riso per lei , verifica degli orari del treno e dell’autobus per domani , in attesa della cena , sempre per le 18 .Oservandomi mi accorgo di avere tutti i piedi , le gambe , mani e avambracci di un colore bianco intenso e non riesco a spiegarmi il perché . Rientriamo dalla cena alla giapponese come si deve , con noi nel locale hanno mangiato anche 4 giapponesi , osserviamo come utilizzano delle bacchette per mangiare , si arrangiano anche loro come possono . Ritornati in camera alle 19 , Alberto legge qualche pagina del blog e commenta . Io sono preoccupato per i miei piedi e le mani che restano di un bel bianco : sorge il dubbio di aver adoperato la crema del dentrifricio anziche’ la crema solare e di avermela spalmata per bene , così è : una gran bella stupidata , ora devo rilavarmi tutto per tornare normale , non voglio diventare una gheisha o una maiko al maschile , mancava solo questo . Le pareti delle camere sono in legno , con una struttura in legno sottilissima , quasi di cartone , come pure le porte , si sente il respiroe le voci dei vicini , chissa’ il nostro russare . Sono da poco passate le 20 , una lunga notte ci attende : il tatami è duro ma provato si riposa bene . Anche oggi pochissimi km a piedi , non siamo veri pellegrini .
27 aprile lunedi’
Mi mancava questa esperienza : nel sonno girandomi , sono caduto dal materasso sul tatami , girandomi nel sonno o sognando , niente di grave , da 10 cm ci si riesce a farsi male . Sveglia alle 6 , per colazione andiamo in stazione : la Coca Cola ha posizionato ad ogni angolo delle citta’ e lungo ogni strada , in posti impensabili , i suoi distributori automatici , un vero monopolio , in questa stazione a Kubokawa troviamo anche bibite calde dal caffè al brodo knorr , te e molto altro . Appuntamento con Wing alle 8 in stazione , per andare prima in treno poi in bus verso il tempio 38 .
Il treno ad una sola carrozza , come una nostra vecchia littorina , non elettrificata , su linea privata Dosan Line , in un’ora ci riporta a Kubokawa
passando per vallate alpine , molto verdi , fiumi e torrenti in piena , i fondovalle coltivati a riso , l’acqua non manca di certo .
Il treno si ferma in diverse stazioncine , per modo di dire , a servizio dei piccoli villaggi , costeggia il Pacfico , lunghi tratti rocciosi e ottimi scorci con poche spiagge , tanto i giapponesi non le userebbero . A Kubokawa si prende l’autobus per il capo Ashizuri-misaki cape : occorrono due ore di viaggio per arrivarci , abitanti del posto che salgono o scendono alle varie fermate , vecchiette con le borse della spesa piene fatta in città segnalando all’autista la loro femata . Alcune citta’ hanno il loro porto mercantile , non turistico . Siamo gli ultimi a scendere e la fermata è proprio a fianco del tempio n. 38 KONGOFUKUJI , che visitiamo subito ed e’ uno dei migliori visto fin’ora . Abbiamo prenotato all’youth hostel , camera spartana e bagni e docce comuni , al capo ci sono pure altri ottimi alberghi , ma noi ci accontentiamo . Come in tutti gli altri , bisogna togliersi gli scarponi prima di entrare , pantofoline fino alla camera e a piedi nudi sul tatami a disposizione . Andiamo per informazioni all’ufficio del parco, la cui visita la rinviamo a domani , sara’ una giornata di riposo dopo i tanti trasferimenti fatti , anche se non a piedi . Salutiamo Wing che ci lascia , noi due pranziamo nell’unico ristorante ordinando spaghetti , in realtà sono udon , freddi e immangiabili : ce li facciamo riscaldare , Alberto si rifiuta di mangiarli ordinando un piatto diverso : mi sacrifico , li mangio entrambi e male non mi faranno . Predisposti i letti sul tatami , piumino da sotto e copertina leggera per lenzuolo , cuscino sempre duro , come sempre in tutti gli altri ryokan . Ora due passi in un paese che non esiste alla ricerca di un ristorante per cena , non avendo prima prenotato il dinner in ostello . Non troviamo nulla , ora metto in pratica il mio giapponese gestuale : chiedo ad una signora dove trovarne uno , riesco a farmelo indicare , ma si trova a oltre 4 km da dove siamo ; le chiedo un passaggio e lei gentilmente ci accompagna in macchina , da soli non lo avremmo mai trovato . Un buon ristorasnte dove ordiniamo due piatti di spaghetti al pomodoro , come abbiamo fatto non lo so . Si ritorna a piedi all’ostello per una strada secondaria , sta imbrunendo in una serata calda lungo la costa del Pacifico . In camera molte zanzare , con questo caldo qui è gia’ quasi estate .Anche oggi pochi km .
28 aprile martedi’
Svegliandoci e affacciandoci alla finestra troviamo un cielo coperto e molto nuvoloso : leggera colazione , si deve fare , prima di iniziare la passeggata al parco . Infatti siamo sul promontorio , a lato del tempio , si stende l’Ashizuri-Uwakai National Park , con una bella mappa presa al tourist information center iniziamo la visita .
Percorriamo sentieri in questo subtropical botanic garden , pitosfori in fiori con un forte profumo e vista sulla costa frastaglata e rocciosa a picco sul mare . Si osservano le – the seven wonders of cape Ashizuri – per arrivare alla grande Hucusan natural arch : un arco naturale scavato nella roccia dalla forza dell’oceano . Siamo su una spaggia sassosa , dove le tartarughe vanno a deporre le uova come indicato , non vedo dove possano farle sui sassi : le tartarughe sono moòto rappresentate in questo luogo , una grossa in pietrae’ posta all’ingresso del tempio , un’altra più piccola davanti ad un tempio , con molte monetine lasciate come ex voto dei pellegrini e un’ultima grossa roccia naturale sempre a forma di tartaruga nel parco . In un albergo della cittadina , chiediamo e ci danno la password per collegarsi ad internet , riuscendo finalmente a connettersi e a trasmettere foto e blog , impossibile nei giorni scorsi . Rientriamo all’ostello per preparare il programma dei prossimi giorni : si avvicina la GOLDEN WEEK , settimana di feste nazionali giapponesi , fra cui la festa dei bambini molto importante in Giappone con scuole chiuse e la gente in vacanza con quasi tutti gli alberghi gia’ prenotati . Vedremo cosa fare .
Nell’ostello troviamo un pellegrino giapponese , l’unico incontrato finora che parla un po d’inglese intercalando pure qualche parola d’italiano imparato lo scorso anno in Italia . Con lui andiamo a pranzo a piedi nello stesso ristorante di ieri sera : con lui ora il menù è leggibile , ordiniamo della carne con sopra uova strapazzate con verdure e miso .
Ora dopo aver tanto faticato serve un riposino , fuori ora piove ma non mi preoccupo . Ora per cena , non abbiamo molta , ci accontenteremo di un brodino all’ostello . Eravamo venuti al capo per vedere l’alba e il tramonto sull’oceano stando seduti in uno stesso punto , ma non ci siamo riusciti .
Rinviamo ad un’altra volta il DAWN-SUNRISE e il SUNSET .
29 aprile mercoledi’
Faccio da solo colazione alla giapponese , Alberto non la prende , in attesa dell’autobus prendiamo una lattina di caffè caldo dalla macchinetta . Puntuale arriva , ritorniamo per lo stesso percorso dell’andata fino alla stazione di Nakamura : dai finestrini vediamo la lunga spiaggia sabbiosa , ora con molti surfisti che affrontano le onde dell’oceano . Un treno ci porterà attraverso zone collinari e piccoli villaggi , fIno alla stazioncina di Hirata , da dove raggiungerem a piedi il tempio n. 39 ENKOJI , distante circa 4 km dove prevedavamo di fermarci per la notte . Non sarà possibile , con un pellegrino giapponese e sua moglie danese , con un altro olandese di Amsterdam , ci rimettiamo in cammino verso Sakumo dove Alberto , con molta difficoltà , è riuscito a prenotare un riokan . La nostra guida sembra facile da consultare ma spesso trae in inganno ritrovandoci spesso fuori strada : dopo un’ora di cammino sempre sulla statale ci fermiamo per una birra in un bar , chiamiamo un taxi , che ci porta a Sukumo city , con l’aiuto del taxista troviamo un riokan . Sistemati in camera , si resta in attesa della doccia , che come in molti altri , si può fare solo dopo le 16 . Perché ? Nulla di speciale in questa città , cerchiamo un ristorante per la cena : diverso perché al centro di ogni tavolo è predisposta una piastra che accesa servira’ a preparare al momento la cena davanti a noi .
Una frittata di patate con altre verdure e un piatto di soba con spaghetti scaldati pure loro sulla piastra . Parlano solo giapponese , ma il conto in inglese lo dicono e lo sanno fare . Ritorno al riokan per strade deserte gia alle 19 , con un cielo che sta diventando sempre piu’ nero .
Alberto è molto preoccupato , giustamente , per il tipo di settimana che si sta avvicinando per le prenotazioni difficili per le notti successive , difficile stendere un programma .Io sono diverso , sono per un programma di massima lasciando un po’ al caso , al cammino che si farà giorno per giorno , un po di suspense non guasta mai . Ora è gia tardi rispetto al solito , sono le 21 .
Anche oggi poco cammino , non più di 15 km .
30 aprile giovedi’
Colazione non prevista al ryokan , ma prima di uscire la proprietaria ci offre un buon caffe’ e due fette biscottate spalmate con marmellata .
A piedi alla fermata degli autobus , in cielo nuvole nere pronte per la pioggia , con l’impiegato del giorno prima già al lavoro : puntuale la partenza , con l’impiegato in strada a dirigere il traffico , che non c’è , ma con grandi inchini di saluto al mezzo che sta uscendo . Anche noi , senza volerlo, ci stiamo abituando a fare inchini alle persone che ci salutano o che danno informazioni .
Da Sukomo city in un’ora , arriviamo nei pressi del tempio n. 40 KANJIZAIJI , con pochi pellegrini in giro . Visita veloce al tempio ,
riuscendo cosi’ a prendere la prima coincidenza con l’autobus che ci porterà alla stazione di Uwajima in due ore circa : fermate ad ogni villaggio lungo la strada , salgono sempre studenti e vecchiette , avanti con l’età e sempre più ingobbite , forse per il tanto lavoro della loro vita o per i troppi inchini fatti , diretti in citta’ . Arrivati in stazione , cerchiamo subito gli armadietti dove poter depositare gli zaini , in modo da visitare senza zaini i prossimi due templi . Ho fame , forse un calo di zuccheri : data la fame , non posso non entrare in una bella bulangerie che espone diversi dolci con diversi tipi di cornetti , talmente buoni , da rirtornarci prima dell’arrivo del nuovo bus che ci portera’ al tempio 42 .
L’esperienza dovrebbe insegnare , ma continuiamo a sbagliare : negli armadietti , oltre agli zaini , sono rimasti anche le giacche antipioggia dato che ora comincia a piovere . Siamo al tempio n. 42 BUTSUMOKUJI in circa un’ora : bel tempio , ben inserito nel paesaggio circostante .
Andiamo a piedi al tempio successivo , a circa una decina di km ma una nuova forte pioggia ci costringe a ripararci sotto una tettoia appena fuori dal tempio : fermiamo un autocarro , chiediamo informazioni all’autista , il quale si presta ad accompagnarci , va a prendere la sua macchina e ci porta al tempio n. 41 RYUKOJI , non riusciamo proprio ad andare a piedi .
Piace anche questo tempio , ci accorgiamo di aver perso la coincidenza con il bus che ci doveva riportare a Uwajima : difficile chiedere informazioni , neanche quelle poche avute da diverse persone coincidono fra loro , forse non riusciamo mai a farci capire . Un ragazzo si presta ad accompagnarci a piedi alla stazioncina di Muden , a 3 km , dove da un po’ non si fermano più i treni : nuove richieste varie , trovando infine la fermata dell’autobus , prevista dopo un’ora . Pazienza , ricomincia a piovere , il traffico sempre intenso , alle due l’autobus e senza problemi siamo di nuovo in città : un’altro caffè al bar , seduti e guardati come extraterrestri con nuove domande dalle persone di passaggio per sapere da arriviamo e sul cammino che stiamo facendo , si capisce poco ma va bene così . Con un taxi andiamo al Uwajima youth hostel , su in collina fra i boschi con tanta pioggia : restiamo in attesa dell’apertura alle 16,30 , sotto la tettoia dell’ingresso . Paghiamo per due notti , solo colazione e non cena come pensavamo , così dopo eserci sistemati , chiamiamo u taxi per tornare in città : ottima la cena , anche se costretti a far scaldare la soba , perché loro la servono fredda , buone anche le polpettine e il sake caldo finale . E’ tardi ormai , non conoscendo le strade di nuovo in taxi all’ostelloi , telefoniamo a Miwa , socia Servas , giapponese di Matuyama , gia’ interpellata via e-mail da Como , per passare a trovarla ed eventualmente dormire da lei in questo fine settimana : lei non potra’ accoglierci ma solo accompagnarci per le visite ai templi della sua citta’ ma cerchera’ di trovarci una camera in uno degli alberghi di sua conoscenza . Infatti tutti gli alberghi sono pieni per la golden week , riesce a trovare una stanza d’albergo , forse un po’ expensive ma non c’è altro , restiamo in contatto con lei con il telefono e via e-mail .
Pensavo Miwa come uomo , meno male che Alberto leggendo la scheda di servas osserva chedonna , per non fare figuracce quando la incontreremo : io sono sempre troppo impulsivo , è un mio difetto , e ogni tanto mi urto pure con Alberto , quello che penso lo dico e lo faccio , poi rifletto ma difficilmente cambierò . Oggi fra i vari spostamenti non più di 15 km .
1 maggio venerdi’
Notte al Yiouth hostel , letti con spondine , per non cadere .
Via mail Miwa conferma l’incontro di domani a Matsuyama .
Piccola colazione alla giapponese , poi scendiamo a piedi alla stazione a circa 3 km , quasi voliamo senza il peso degli zaini . Alberto va dal parrucchiere per il taglio dei capelli , io alla panetteria della stazione per rifarmi dei molti zuccheri mangiando diversi dolci . Prendiamo un treno per il prossimo tempio : Uwajima e’ una stazione terminale , prima della partenza ogni vagone viene ripulito e i sedili rivoltati verso il senso di marcia , una vera differenza con i treni italiani oltre alla puntualita’
In meno di un’ora siamo a Unomachi , poi a pedi in 4 km con sentierti attraverso boschi arriviamo al tempio n. 43 MEISEKIJI , un luogo che da pace e serenità . Torniamo in paese lungo una strada asfaltata , di nuovo in stazione per riprendere il treno per Uwajima : la ferrovia segue la costa frastagliata , molti tunnel e gallerie per attraversare queste vallate .
In attesa che riapra l’ostello alle 16,30, andiamo a vedere il taga-jinjia e il museo del sesso , connesso in passato ai riti della fertilita , ora un campionario sconnesso di oggetti stavaganti raccolti in tutto il mondo , immagini e simboli di forma fallica . È stata una gran stupidata venirci , anche il taxista non sapeva la strada . Ritorniamo a piedi fino all’ostello attraversando tutta la citta’ in circa 7 km . Doccia e lavatrice , nuovo programma per i prossimi giorni con domande da porre domani a Miwa .
A piedi di nuovo in città per la cena allo stesso ristorante : carbonara con pasta di calamari , tempura per me e spiedini per Alberto , con un buon sake caldo in un ambiente rumoroso in cui tutti urlano per niente rilassante . Risalita a piedi all”ostello con le nostre torce per illuminarci la retta via in salita . Giornata non delle migliori , per vari motivi , camminando per non piu di una quindicina di km .
2 maggio sabato
Sveglia alle 6 : colazione con una famiglia giapponese , due bambini oltre ai genitori . Come in tutti i precedenti ryokan , dove siamo stati ospiti , sopratutto in questo , appena varcato l’ingresso bisogna togliersi scarpe o scarponi , calzare ciabattine per camminare negli spazi comuni ma non si deve entrare nelle camere sui tatami : debbono essere lasciate fuori della porta , allineate e posate nel senso di uscita dalla camera come pure prima di entrare in bagno o in doccia , sempre fuori dalle porte . Operazione contraria quando si lascia l’albergo riponendole in un casellario .
Zaini in spalla , scendiamo per 3 km in stazione , sabato con poco traffico in giro . In attesa del treno e dopo aver fatto i biglietti , ritorno in panetteria , non posso farne a meno talmente questi dolci sono buoni .
Con un treno poco affollato , in due ore circa siamo a Matsuyama .
Nel nostro programma avevamo previsto di visitare Ozu city e Uchiko Town , dispiace perderle ma abbiamo l’appuntamento per le 10,30 con Miwa in stazione . Matsuyama City è una grande città , capitale della prefettra di Ehime e lo si vede subito arrivando e uscendo dalla stazione : enormi palazzi , grandi alberghi , grande traffico con molta gente sulle strade , un grande castello domina la città . In una stazione piena di viaggiatori , due pellegrini come noi si riconoscono subito : infatti ci avvicina Miwa , day host di servas , che dopo le presentazioni e dietro nostra richiesta , si adopera per trovare la possibilità di prelevare soldi in banca o in posta . Nelle banche è impossibile , solo nell’ufficio postale centrale riusciamo. Il nostro programma iniziale prevedeva l’arrivo a Matsuyama verso l’8 maggio rendendosi disponibile per quella data , ma il nostro anticipo , come concordato nei giorni scorsi , potra’ accompagnarci con la sua macchina a due soli templi , il 44 e 45 , difficili da raggiungere con i bus , lontani e in montagna . Lei oltre ad insegnare inglese , facilita lo scambio di informazioni grazie ad Alberto .
Andando verso i templi con l’autostrada , ci si ferma nell’unico autogrill visto fin’ora , per un leggero lunch : un posto indescrivibile , dai parcheggi ai supermercati , sel service per il pranzo con vari negozi esterni sul piazzale . Ora siamo in montagna arriviando prima al tempio n. 44 DAIHOJI , successivamente al n. 45 IWAYAJI situato in cima ad un’altra montagna a cui si arriva salendo per una scalinata di 286 gradini , con alberi di conifere centenari in un bel parco . Sono veramente belli questi due templi . Questa sera lei aspetta le figlie che studiano a Tokio e tornano per la golden week , gentilmente si presta a portarci , sempre in macchina per visitare i templi li vicino , risparmiandoci una grossa fatica per l’indomani con gli zaini pesanti che ci ritroviamo , almeno il mio .
In pochi km , arriviamo al tempio n. 46 JORURIJI , al n. 47 YASAKAJI , al n. 48 SAIRINJI e infine all’ultimo della giornata, il n. 49 JODOJI .
Templi molto simili fra loro , sempre con pellegrini in preghiera , tanti inchini quando si incontrano e che salutano sempre fra loro . Miwa ora ci accompagna all’albergo prenotato in centro , ci si saluta ringraziandola augurandoci di rivederla in Italia , non si sa mai , ma resteremo di nuovo in contatto per eventuali necessità dei prossimi giorni . Per la prima volta abbiamo due camere singole , cerchiamo per cena un ristorante segnalato dalla loney planet , in centro , ma per questa benedetta settimana , sono tutti pieni . Un buco lo troviamo ugualmente cenando con un bel piatto di spaghetti alla carbonara . Siamo nel pieno della movida notturna di Matsuyama , quasi un quartiere a luci rosse da quel che c’è in giro che non fa per noi così , un po più tardi del solito andiamo a dormire .
3 maggio domenica
Cielo grigio con pioggia in arrivo , alle 8 usciamo , senza colazione , per la stazione degli autobus : informazioni per andare al tempio 53 raggiunto dopo mezz’ora di viaggio posto alla periferia nord della città fermandoci proprio a lato del tempio n. 53 ENMYOJI . Pellegrini passano ai vari templi interni per pregare , noi per fotografare : all’uscita si avvicina un pellegrino giapponese , con un grande inchino ci offre , sempre con due mani , un’offerta , un sacchetto contenente 2 dolci , due piccole lattine di latte e dei salatini . Ringrazio con inchino , forse Buddha si era accorto che avevamo fame . A piedi per 3 km verso il tempio n. 52 TAISANJI , un semplice tempio vicino ad un altro villaggio in un bosco . Una leggera pioggerellina che ci accompagnerà per tutta la giornata , scarpe sbagliate e senza giacca impermeabile , ma il cappello da pellegrino si . Torniamo verso il tempio 53 per riprendere il treno alla stazione di Iyo Wake e tornare a Matsuyama , avendo perso la coincidenza con l’autobus . Dalla stazione a piedi per 2 km in citta’ torniamo alla stazione dei bus , da dove eravamo partiti stamattina , solita ricerca di un nuovo bus per andare al tempio 50 . Ottima ed efficiente l’organizzazione dei trasporti per muoversi in città , verso ogni direzione , ora in autobus andiamo in periferia facendo a piedi gli ultimi 3 km per il tempio n. 50 HANTAJI , compostela che si sta riempiendo di ideogrammi per ogni tempio visitato .
Costa ogni ideogramma , un bel ricordo con una bella spesa finale .
Manca l’ultimo tempio della giornata , poche indicazioni e con la guida per niente affidabile ma chiedendo diverse volte a varie persone lo raggiungiamo . Al tempio n. 51 ISHITEJI si accede da un ponticelo , storie e leggende ricordano il passato , si passa sotto un lungo porticato , tante bancarelle ai lati per la vendita di ricordini relativi al tempio . Veramente bello nel suo insieme , con molti altari riccamente decorati , museo e pannelli esterni , nel giardino , in cotto con diverse rappresentazioni buddiste . A piedi andiamo al Dogo Onsen , sempre su strade trafficate , rimandansdo la visita ai bagni all’indomani , attraversiamo il parco del dogo koen con le ultime bancarelle che stanno chiudendo , in tram che in poche fermate ci lascia vicino all’albergo . In strada siamo riconosciuti da un ragazzo , dipendente dell’hotel da lui accolti ieri all’arrivo , ci chiama a voce alta per nome : Mario San e Alberto San , sono proprio pochi gli stranieri per essere subito riconosciuti . Cena alle 18 in un ristorante dal nome con esposta la bandiera italiana : una carbonara e un dolce , restiamo delusi . Due passi nello stesso quartiere , ristoranti a cui per accedere , prima di aprire la porta , bisogna spostare della tendine , chissà cosa nascondono , molte vetrine espongono volti di ragazze , quartiere a luci rosse . In albergo , come due bravi pellegrini , alle 20 siamo già in camera a tirar mattina . Non molto cammino oggi , forse circa 20 km .
Domani nessun tempio , visita ai bagni e al castello .
4 maggio lunedi’
Oggi visita di Matsuyama . Colazione al supermercato vicino all’albergo , poi con il tram al Dogo Onsen , per i bagni termali , forse da farsi . Il biglietto si paga al momento della discesa direttamente al tranviere , si scende solo dalla porta anteriore , nessuno può uscire senza pagare , tutti rispettano lke regole ordinatamente . Attraversiamo un grande mercato coperto con una lunga galleria commercilae , molta gente sopratutto turisti giapponesi in città per la golden week . Ci sono due dogo onsen con acque termali : entriamo nel primo , qullo nuvo ,togliendoci gli scarponi , possiamo andare solo nella parte maschile , in una grande vasca troppi uomini nudi a bagno , l’acqua sarà pure termale , ma non so quanta igiene possa esserci , loro saranno abituati , noi no , cosi’ rinunciamo .
Passiamo ora ai bagni storici , li visitiamo solo estenamente : è uno storico antico edificio in stile giapponese , ben conservato ma sovrastato attorno dai moderni edifici e un caotico traffico annulla la sua bellezza .
Trovo passando per negozi dei regalini e un chimono per il regalo di compleanno di Liliana . All’esterno dalla galleria , una piccola vasca d’acqua termale , continua , non un bagno ma ad un pediluvio non rinuncio , come molti altri lo stanno facendo . Ora un serio problema : non rientra l’obiettivo della machina fotografica senza spegnersi . Panico , vedremo poi il da farsi , cercheremo un centro per ripararla .
In tram all’ingresso del Matuyama-jo , castello in cima alla collina che domina la città : tre modi per salire in cima : a piedi , in seggiovia o in funicolare . Proviamo quest’ultima , sempre molti i turisti , si sale lungo i bastioni della cittadella fortificata con una legggera pioggia : attesa in fila per il pagamento del tiket , di nuovo senza scarponi e calzando delle ciabatte messe a disposizione visitiamo i vari piani del castello con panorami sulla città da tutti i punti cardinali .
Si ritorna al stazione dìarrivo della funivia , ridiscendiamo in città con la seggiovia , a piedi attraversando una nuova lunga galleria commerciale , mangiamo in una pizzeria napoletana con prezzi esposti in euro , passando alla stazione ferroviaria , per verificare gli orari dei treni per domani . Al tourist office riusciamo a farci indicare un centro per materiale fotografico per riparare la macchina fotografica : missione impossibile anche per capirci , l’unica possibilità e’ acquistarne una economica con istruzioni in italiano o in inglese , grazie alle verifiche di Alberto ,concludo l’acquisto . Stanco , senza aver capito cosa possa aver causato la rottura della macchina fotografica , sono sempre stato attento .
Domani trasferimento in treno alla stazione di Iyo Tomita per i prossimi templi .
5 maggio martedi’
Non trovo quanto ho scritto in questo giorno , cercherò di ricostruirlo .
Pazienza
6 maggio mercoledi’
Colazione al supermecato , in stazione con gli zaini per il treno per Saijo City dove questo treno terminera’ la corsa , nuova linea ferroviaria e nuovo treno per Iyo Komatsu , una quindicina di fermate dove arriviamo alle 9 .
Ora aspettiamo l’autobus delle 10,30 , prendendo un buon caffè mentre Alberto , facendo diverse telefonate , riesce a prenotare un ryokan per la prossima notte vicino al tempio 65 . Questo lungo trasferimento è necessario perché il tempio 60 si trova in cima al monte , a oltre 800 mt di quota , l’unico bus che vi arriva parte solo da questa città . Oggi e’ una calda giornata , con noi sull’autobus molti pellegrini giapponesi , la strada scorre fra boschi con qualche casa isolata , vediamo un grosso lago artificiale giu’ in valle , formato da una alta diga . Prima della salita finale al tempio , con strada a tornanti e sempre piu’ stretta , cambiamo l’autobus prendendone uno più piccolo , ad ogni tornante incontrando altri mezzi , per poter proseguire uno dei due deve sempre retrocedere .
Finalmente arrivati al parcheggio , l’autista ci da solo mezz’ora di tempo a disposizione per la visita al tempio n. 60 YOKOMINEJI perche’ deve rispettare gli orari . Un bel tempio ben inserito su questa collina , ricompensa della fatica sostenuta . Il tempio 61 e’ vicino , vorremmo scendere a piedi , ma non troviamo segnalato il sentiero , prendiamo l’autobus che ci lascia dopo 1 km di strada vicino al sentiero ora visibile :
un bel sentiero , in discesa fra boschi di conifere , foglie e radici non preoccupano , meno male che non piove altrimenti sarebbe stata dura .
Breve sosta in un rest hut dove ci accorgiamo che Alberto ha perso o dimenticato sull’autobus la nostra guida del cammino : sarà pure fatta male ma , indispensabile per proseguire . Buddha ci verrà in aiuto .
Mancando diversi segnali sul percorso , con difficolta’ arriviamo al tempio n. 61 KOUONJI : all’ufficio dei timbri , una bella sorpresa , ritroviamo la nostra guida recuperata da un pellegrino che era con noi sull’autobus e che sapeva che saremmo passati poi da questo tempio
Un grazie di cuore e riconoscente a questo amico sconosciuto . Questo e’ un tempio recentemente costruito , nuova grande edificio in cemento armato per niente giapponese esternamente , un grande salone al 1 piano con un’enorme statua di Buddha al centro . Andiamo al successivo tempio li vicno , il n. 62 HOJUJI sulla statale e di nuovo in cammino verso il n. 63 Kichijoji. , dopo averne visti gia’ diversi , molti si assomigliano fra loro .
Si rientra al ryokan per cena : carne e verdure fresche , cotte in pentola su fornello , posto ognuno davanti ai vari commensali . Molto originale il sistema , bello il piatto iniziale da cui ci si serve, ma difficoltà con le bacchette per cuocere la carne , le verdure e funghetti nell’acqua bollente . Bisogna sempre da imparare .
Oggi abbiamo percorso fra sentieri e strade oltre 22 km , superando 400 km di vero cammino .
7 maggio giovedi’
Alle 20 già a letto , verso le 3 comincia a piovere intensamente , quasi un nubifragio . Si resta svegli , alle 6 colazione alla giapponese al ryokan , compreso aringa affumicata . Ha appena smesso di piovere , ogni pellegrino esce e va per la sua strada , noi zaini in spalla alla stazione , per il treno delle 8 per il prossimo tempio . Anche se e’ a solo 5 km con gli zaini che pesano , il treno è meglio : dalla stazione in un solo km siamo al tempio n. 64 MALEGAMJI , niente di speciale . Riprendiamo il treno delle 10,30 per la stazione di Iyo Sangawa pensando di fermarci per la notte all’youth hostell gia’ prenotato , rinunciamo in quanto l’ostello è fuori città e non da la cena . Prendiamo un nuovo treno , cielo sempre più coperto e pioggia in arrivo . Scendiamo alla stazione di Iyo Mishima , sulla guida nei pressi della stazione sono segnalati diversi ryokan trovandoli tutti chiusi trovarsi . Con un po’ di fortuna , troviamo
un hotel non segnalato , ad un prezzo veramente economico , prenotiamo per due notti consecutive per poter domani tranquillamente visitare due templi posti sempre in in cima ai monti e difficili da raggiungere.
In queste villaggi o citta’ dove ogni tanto ci fermiamo , li vediamo senza una vita sociale senza ritrovi per ragazzi o persone anziane come potrebbe essere da noi , giapponesi fanno casa e lavoro , ragazzi vanno alle loro scuole , molte piccole o grandi case sembrano disabitate , senza vita , senza una piazza con panchine dove ci si può fermare a chiacchierare .
L’unico punto di ritrovo sono i grandi centri commerciali o piccole catene come i Lawson , dove si trova di tutto : unica cosa positiva , un servizio autobus gratuito nei piccoli villaggi per accompagnare le vecchiette per la spesa , aspettandole per poi riaccompagnarle a casa . In città non troviamo un ristorante , spesa e pranzo al supermercato con due confezioni di spaghetti , scaldate al microonde mangiando ai tavolini interni .
In albergo , e’ difficile intendersi e spiegare a l’impiegato giapponese quello che vogliamo , cerchiamo chiarimenti per l’itinerario di domani per i templi 65 e 66 . Decidiamo di visitare domani solo il 65 e rimandare l’altro al giorno successivo . Di nuovo al supermercato per cena riscaldata al microonde : pesce in crosta , con riso e frittatina . Comperata una bottiglietta di sake che il direttore proibisce di berla nel locale , ma bevuta poi in camera si tratta di un semplice spumante .
Non sapere leggere bene le etichette , abbiamo questo risultato .
8 maggio venerdi’
Solito sveglia mattutina , non riusciamo a dormire di più .
Colazione alla boulangerie , buoni dolci appena sfornati ed un buon caffe macchiato . Cerchiamo il lungomare per vedere l’oceano , senza riuscirci , un alto muro lo separa dalla strada in questa zona periferica della citta’ , brutta e senza vita . Restiamo in albergo in attesa dell’autobus delle 11 per il tempio , riverificarndo il programma dei prossimi giorni .Non trovo il cellulare , penso di averlo perso dove abbiamo fatto colazione : di corsa al supermercato , aiutato dalle commesse dal direttore stesso , non lo troviamo . Consigliano di denunciare lo smarrimento alla polizia , torno in albergo ricontrollando con Alberto tutto la camera , non riesco a spiegarmi come e dove posso averlo perso . Nella hall , Alberto riguarda di nuovo sotto le poltone trovandolo : un grosso sospiro di sollievo , diversamente il viaggio sarebbe proseguito in crisi profonda . Restiamo in attesa dell’autobus , che in mezz’ora , passando per vari villaggi , scendiamo in uno di questi dove inizia la strada per la salita ai 450 metri del tempio , poche case sparse e molti terrazzamenti a risaie ai lati con aranceti in piena fioritura dagli intensi profumi . Fatti 4 km di salita arriviamo al tempio n.65 SANKAKUJI sempre con un’ultima lunga scalinata finale : fatica ripagata dal paesaggio e dagli stessi bellissimi edifici del tempio .
Riscendiamo alla fermata dell’autobus , che passera’ fra 3 ore , torniamo a piedi all’albergo sotto un sole cocente facendoci 3 ore di cammino non avendoi altre alternative . Questa è un’ulteriore conferma che questo non è un cammino come lo intendiamo noi europei , non serve neppure a conoscere il Giappone com’era nelle nostre intenzioni , anche per la difficolta’ con la lingua nonostante la loro gentilezza .
Arriviamo all’hotel , stanchi e stufi : Alberto prosegue la ricerca per prenotare i prossimi alberghi per i giorni a venire , sempre più difficile .
9 maggio sabato
Colazione alle 7 alla pasticceria del supermercato , ancora chiuso : ottimi dolci e un buon caffè . Si ritorna in albergo per gli zaini , in stazione per il treno delle 8 per Kanonji city ,che viaggia lungo la costa sempre con molte risaie ai lati della stessa . Andiamo subito l’albergo prenotato per lasciare gli zaini , tempo brutto e comincia a piovere , bisogna coprirsi anche per il freddo . Una città anonima , grandi palazzi lungo le vie principali con tanti centri commerciali . In 3 km arriviamo al tempio n. 68 KANONJI e subito a lato il tempio n. 69 JNNEIN : inseriti bene sul fianco di una collina con vista sul fiume e sulla città . Dalla guida della Loney Planet vediamo che questa località è famosa per la Zenigata , monumento piatto , una distesa di sabbia a forma di moneta , con enormi trincee scavate internamente , la si puo’ leggere ed ammirarla solo dall’alto da un belvedre dopo essere saliti per 390 gradini . Per evitare di scendere dalle stesse scale , prendiamo una via , molto piu’ lunga , che gira attorno al promontorio , altri 4 km in più per il rientro in città . In stazione in attesa dell’autobus delle 12 per il tempio 66 , situato ad oltre 10 km , in una sperduta valle per salire poi in cima al monte a circa 1000 di quota .
Si ferma ad ogni villaggio , presso vari centri commerciali o a fermate anonime , dove ad ogni fermata salgono o scendono solo persone anziane quasi un autobus per scopi sociali . Siamo arrivati ai piedi della salita con una forte pioggia e poche indicazioni del percorso per proseguire : con il pollice alzato , fermo una macchina guidata da una signora , chiedo informazioni e un passaggio verso il tempio , subito acconsente , cosi comodamente senza bagnarci siamo ai piedi della funicolare per la risalita al tempio . Costato pochissimo il biglietto del bus sociale ,molto cara la risalita con la funivia che ci porta in vetta . Siamo fra le nuvole e continua a piovere ,ombrelli a disposizione dei pellegrini , e’ un angolo di paradiso questo tempio , con oltre 500 statue di Budda a grandezza naturale , divesi fra loro secondo di quello che vogliono rappresentare , posti lungo tutti i vialetti interni del giardino . Anche in questo tempio il n. 66 UNPENJI , molti i pellegrini saliti con noi , tutti intenti a pregare davanti ad ogni tempio , accendendo candeline e incensi negli appositi bracieri .
Ridiscesi con la funivia , un caffè per pensare come ritornare in città : la fermata dell’autobus e’ in fondovalle , non riusciamo a farci capire , allora gambe in spalla ci facciamo i nostri bei 5 km in discesa , molti aranceti in fiore con un profumo intensissimo , penso ai miei limoni lasciati in giardino che saranno pure loro in fiore . Per puro caso ci ritroviamo allo stesso punto di partenza del mattino , passa un bus , quello sociale , lo fermo e chiedo per la stazione , ci fa salire : a bordo gia’ molte vecchiette cariche di borse piene della spesa e su loro richiesta , scenderanno alle loro case sparse lungo il percorso , versando il loro obolo all’autista , dopo un lungo girovagare , stanchi ,siamo di nuovo in stazione . Torniamo in albergo , dove in camera Alberto cerca ma non trova più la sua macchina fotografica , pensa forse di averla persa sul bus . Disperato e convinto ormai di averla persa , ma forse Buddha ci penserà anche stavolta .
Nonostante il contrattempo dobbiamo cenare , un ristorante semplice che va bene per noi pellegrini : una buona carbonare e un dolce , a prezzi giusti . Ritorniamo in albergo , il gestore , avvisato da un poliziotto , dice ad Alberto che alla stazione di polizia è stata consegnata la macchina fotografica ritrovata sul bus dall’autista . Ci indica la strada , di corsa ulteriori 2 km , dopo il verbale e tanti inchini di ringraziamento , Alberto è tornato in possesso della sua macchina .
Ancora una volta viene confermata la gentilezza e l’onestà dei giapponesi , da non credere . E’ stata una buona giornata , fatti a piedi una quindicina di km .
10 maggio domenica
Nuova giornata con un bel caldo sole, da visitare oggi il tempio n. 67 DAIKOJI ; in stazione non si capisce quale autobus prendere per raggiungere il tempio , optiamo per un taxi , le corse costano poco , in breve tempo arriviamo al tempio , sempre attraversando risaie con ai lati canali per irrigare i campi . Il tempio merita di essere visitato come molti altri , ognuno ha la sua caratteristica che lo differenziano dagli altri .
Ora a piedi verso il prossimo con diverse richieste di informazioni alle persone che si incontrano , mancando spesso i segnali del cammino :
una signora , vedendo due stanchi pellegrini , ci offre due succhi di frutta . Decidiamo di prendere il treno alla stazione di Matuyama per risparmiarci i prossimi 12 km di strade asfaltate : due fermate e siamo a Mino . Ci aspettano ora altri 4 km di asfalto di salita verso il tempio n. 71 IJADANIJI : arrivati al parcheggio del tempio , si deve salire , ad oltre 500 mt di quota , a piedi sempre su lunghe scalinate oppure con un piccolo bus . Preferiamo farle in discesa queste scale a tornanti , stanchi del lungo cammino di oggi . Bellissimo tempio, molti edifici sacri con giardino ben disposto sui fianchi della collina . Discesa per nulla difficile come pure il ritorno a piedi alla stazione trovando subito la coincidenza per Kanonji per rientrare in albergo . Oggi a piedi solo 18 km . Il difficile ora e’organizzare le prenotazioni alberghiere per le successive notti , Alberto inizia ad interpellare diversi ryokan , trovandoli tutti esauriti diventa per noi snervante , finalmente una ci conferma la camera . Cena con un buon dolce per chiudere la giornata .
11 maggio lunedi’
Colazione al supermercato , ripresi gli zaini poi in treno per Marugame , davvero un modo diverso di fare il cammino . Nei pressi della stazione troviamo il ryokan prenotato , lasciamo gli nuovo zaini dopo aver pagato per due notti , colazione e cena non previsti , ma una camera spaziosa con servizi al piano . circa 22 gradi con un caldo secco , nuovo treno per Zentsuji per visitare i 3 templi previsti per oggi .Li arrivati , con un autobus comunitario , sociale e gratuito , che farà tutte le fermate possibili raccogliendo le vecchiette dei villaggi , siamo nei pressi del tempio n. 72 MANDARAJI : finalmente a pedi , 2 km di salita su asfalto , eccoci arrivati .
con ai lati della strada campi di aranceti tutti in fiore e di un profumo intenso .
Un altro km di salita e arriviamo al tempio n. 73 SHUSSKAKAJI , con campi di aranci in fiore ai alti della strada che emanano fortissimi profumi, molte le statue dei vari Buddha che si ripetono e si assomigliano fra loro fin dal pimo , sarà un problema un domani a casa sistemare e riepilogare le fotografie . Ci incamminiamo verso l’ultimo previsto per oggi , per niente segnalato , strade trafficate senza marciapiedi e poca sicurezza per i mezzi che sfrecciano vicino a noi : in 3 km siamo al tempio n. 74 KOYAMAJI , simile agli altri , ma una cava per produzione di sabbia e calcestuzzi solleva fumo e polvere disturba non poco . Siamo nei pressi del tempio75 , la cui visita la rimandiamo all’indomani , siamo stufi . , Sbagliamo pure la strada per la stazione , nonostante le indicazioni con viali simili fra loro arriviamo in ritardo al treno per Marugama, prendiamo uno successivo e salgono con noio due pellegrine giapponesi con cui cerchiamo di colloquiare sul cammino , non si riesce a socializzare .
Questo è il vero problema e la differenza con i cammini europei :manca la socializzazione durante e al termine di ogni tappa , non solo a causa a causa della lingua , ma hanno un’altra mentalità per come loro intendono il cammino . Tornati al ryokan , fatti i letti sul tatami e un breve riposo , Alberto telefonicamente conferma una camera per due notti a Kotohira , in attesa della cena due passi lungo la galleria commerciale , alla ricerca di qualcosa di diverso o di un buon ristorante per cena , pochi i ristoranti alcuni con le fotografie del menu esposti, passiamo al moderno museo di arte visive e contemporanea a lato della stazione .
Entriamo in un ristorante dove e’ difficile capirsi e piu’ ancora ordinare : coscia di pollo alla griglia , due foglie di insalata come antipasto , due big birre da un litro , sake finale caldo con il cameriere che spiega come versalo e berlo , come se ormai non lo sapessimo dopo averlo provato molte altre volte . Ora diamo stanchi , forse anche a causa della birra e del sake , va bene così , solo 12 km. oggi .
12 maggio martedi’
Oggi visiteremo solo 3 templi , in Marugame citta’ . La notte è sempre lunga da far passare e alle 6 , prima dell’alba siamo in piedi , colazione alla panetteria della stazione , dolci diversi fra loro ma sempre buoni .
Cielo coperto e nuvole che promettono pioggia , siamo usciti leggeri senza giacche per l’acqua , speriamo . Dalla stazione in 3 km siamo al tempio n. 75 ZENTSUJI , il più grande di tutti gli 88 templi e sulla cui superfice potrebbero essere messi tutti gli altri . All’ingresso troviamo gicanteschi alberi di canfora e una pagoda a 5 piani alta 43 metri , questo è il luogo dove è nato Kobo Daishi , fondatore dello shintoismo dopo il suo ritorno da un viaggio in Cina . Ci ha stupito moltissimo il Mie-do : un corridoio lungo 100 metri posto sotto il tempio principale da attraversare nella più completa oscurità , avanzando con cautela tenendo premuta la mano sinistra alla parete ( sulla quale dicono siano dipinti mandala , angeli e fiori di loto ) seguendo senza pericolo il cammino indicato dal Buddha .
Cammino molto sensoriale , mai provato fin’ora nella mia vita un percorso simile . Uno degli addetti al tempio chiede da dove veniamo e parlando di Milano , lui è l’unico finora in Giappone che accenna all’expo , molti non sanno neanche cosa sia lìexpo ; gli regalo delle cartoline dell’expo e di Milano , lui ricambia con un bel segnalibro plastificato con dipinti religiosi e con tanti inchini , traducendo da google con il suo cellulare alcune frasi in italiano . Ricomincia a piovere , ritorniamo in stazione per andare in treno verso il tempio n. 76 KONZOJ , nei pressi della prossima . Oggi Buddha non ci aiuta proprio e non possiamo maledirlo , visto che continua a piovere nuovo treno per il prossimo tempio verso Tadotsu , fermandosi due ore in attesa che smetta , pranzando con panini , l’umidità e il freddo aumentano decidendo così di rientrare a Marugame in treno , rinviando la visita al tempio 77 all’indomani . Pomeriggio di riposo sotto le coperte al ryokan non sapendo cosa fare d’altro . Alle 5 con coraggio e ben riparati dalla pioggia , usciamo per due passi in galleria alla ricerca di un nuovo ristorante per la sera : veramente tutto brutto e per niente invitante , pazienza non c’e’ altro . Brutto pure il ristorante , pasta , patatine fritte e un dolce . L’unico giorno del cammino con tanta pioggia , ora sembra che si stia aprendo , speriamo domana per Kotohira .Sono le 19 , è tardi , bisogna vedere e pensare come far passare la ore della notte .
13 maggio mercoledi’
Unità di crisi , segreteria generale della Farnesina . Si trasmette il seguito del messaggio del Consolato Generale d’Italia a Osaka .
L’agenzia meteorologica giapponese ( JMA ) ha segnalato l’avvicinarsi del tifone NOUL alle coste sud orienntali dell’isola di Kiunshu diramando un’allerta limitata , al momento, alle isole di Okinawa ed all’area di Kagoshima . Nelle prime ore del pomeriggio , il tifone dovrebbe raggiungere il Kansai e in tarda serata le coste di Osaka . Verso le prime ore di domani l’area di Tokyo . Si pregano i connazionali , a qualsiasi titoli presenti in Giappone , di seguire attentamente i comunicati e gli aggiornamenti diramati dalla Japan Meteorological Agency sul suo sito .
Oggi già caldo di primo mattino : colazione e treno per Tadotsu :
in 1 km siamo al tempio n. 77 DORYUJI , niente di specia le simile a quelli di altre citta’ . Tornati a Marugame , nuovo treno per Kotohira , senza templi da visitare , ma con il più grande santuario buddhista e shintoista del Giappone , protettore dei marinai , di grande importanza storica e culturale . E’ una bella cittadina , pulita e ordinata , affollata come sempre da pellegrini e scolaresche in gita scolastica , di tutte le età . Dovremmo aver prenotato per due notti al ryokan indicato dalla loney , ma come al solito e’ difficile intendersi ,ce ne confermano una sola , poi vedremo .
In stazione riuscamo a collegarci ad internet riuscendo a spedire foto e blog . Per salire al santuario bisogna fare un’estenuante salita di 1388 gradini in pietra , pure contati , fortuna senza pioggia, altrimenti impossibile da farsi . Negozi di souvenir di ogni genere offrono di tutto , prima dell’ascesa al tempio , vi salgono giovani e anziani , ragazzi e scolaresche , anche di bambini piccoli di 3 – 4 anni , anziani non in grado di camminare vengono portati a spalla con una portantina . In un tempio è in corso una cerimonia religiosa tenuta da piu monaci , preghiere e canti con i pellegrini , accompagnati con una musica suonata con un strumento particolare mentre due monache danzano ritmiticamente e armoniosamente davanti all’altare . Indossano tutti costumi e vestiti d’epoca , e’ piacevole vederli, sentirli e fotografarli . Sul piazzale un sacrario ai marinai con tanti come ex voto alle pareti del tempio , come da noi in certe chiese . La salita prosegue per altri 700 gradini sul fianco della collina fino all’ultimo tempio in cima , dove facciamo apporre sulla compostela il timbro e l’ideogramma in sanscrito ,diverso dagli altri .
La discesa facile , visitiamo velocemente il museo del sake non danno assaggi , dobbiamo essere per il chek in delle 4 al ryokan , pranziamo in un piccolo ristorante con pollo e riso con due belle birre .
Sistematii i materassi sul tatami , doccia , mentre Alberto porta i vestiti sporchi in una lontana lavanderia , scrivo il blog in attesa della cena che stasera faremo qua al ryokan .
Cena veramente ottima , alla giappoese , con tante specialita e tanta varietà di cibo dal shusi alle verdure , riso e salmone , e molto altro .
L’ostello è stato pieno di giovani pellegrini o turisti , ma la città fuori è vuota , andiamo sul ponte del fiume vicino all’ostello per vedere le ultime luci del giorno riflesse e le luci delle lampade che si stanno accendendo : l’acqua scorre e porta via tutto , pensieri positivi e negativi del nostro cammino . Nuovo programma e vedremo cosa succedera’ .
14 maggio giovedi’
Colazione preparata alla giapponese dalla signora del ryokan , ottima ma senza caffè . In stazione , treno per Marugame e torniamo allo stesso ryokan per tre giorni anziché i due previsti pagando subito per le tre notti .
Nuova giornata bella e calda , in treno per la stazione di Utazu , grande città , palazzi alti e strade ben tenute . Da li a piedi arriviamo al tempio n. 78 GOSHOJI , di nessun interesse particolare . Di nuovo cambia il tempo e tira aria da pioggia : proseguiamo , a piedi , per il prossimo tempio , per 8 km di strade asfaltate attraversando piccoli villaggi . Pensando di essere arrivati e di trovarci al 79 , entriamo , ma si tratta invece di un tempio di un cimitero , ne avremmo fatto a meno . Il cammino ora è ben segnalato , con la prime gocce di pioggia arriviamo al tempio n. 79 TENNOJI , con il sole e con la luce , sarebbe stato veramente bello . Centinaia di statue di piccoli Buddha sono poste ben allineate su scaffali in un locale sottoterraneo del tempio : cerimonia con preghiere ad alta voce tenuta da un monaco ad un gruppo di pellegrini . Pioggia insistente , forse sarà la coda del tifone , ora di nuovo in treno per la stazione di Kokobu per raggiungere il prossimo tempio n. 80 KOKUBUNJI , lo visitiamo velocemente .In stazione in attesa del treno di rientro per Marugame pranziamo in una bettola con soba in brodo caldo che almeno ci riscalda un po’ . Due passi al porto , gran confusione con pescherecci e barche come ferrivecchi , senza nessuna passeggiata sul lungomare .
Torniamo al ryokan , nuovi programmi discutendo con Alberto : pur brutto che sia questo cammino , io non voglio sempre programmare ogni momento , verificare i giorni che mancano al completamento del cammino o quanti yen saranno ancora necessari , ma voglio lasciare qualcosa agli imprevisti che potranno capitare , il cammino per me e’ questo da farsi giorno per giorno , come sempre tutto andrà a buon fine .
La cena di questa sera è stata particolarmente buona : tempura di verdure e pesce , un assaggio di arrosticini , miso e sake’ ,il gestore giapponese parlava anche spagnolo capendosi bene con Alberto .
Una decina di km a piedi oggi .
15 maggio venerdi’
Oggi pioggia , ci equipaggiamo in merito , colazione in panetteria , in treno alla stazione di Yasoba , ricerca dell’autobus per niente facile , difficile e’ farsi capire . Ci viene in aiuto un pellegrino che parla un po d’inglese intendendosi con Alberto e dovendolo prenderlo pure lui ci facilita il compito e la ricerca del percorso . Dopo l’attraversatamento della lunga periferia di questa citta’scendiamo alla fermata prevista ,ora sentiero in salita per oltre 4 km con diverse scalinate in pietra , oltre 400 i gradini contati da Alberto fino al tempio n. 81 SHiROMINEJI . Siamo in collina su un altipiano a 500 mt.di quota , molti pulman di pellegrini gia arrivati , siamo in un tempio immerso nel verde , disposto su più terrazze , piacevole da visitare anche perche’ e’ tornato il sole . cambiamo il nostro programma , con il nostro amico pellegrino decidiamo di proseguire per il successivo tempio percorrendo un sentiero , senza asfalto , immersi nella vera natura dell’isola di Shikoku , boschi di conifere e bambù , panorami sulla costa sottostante arriviamo al tempio n. 82 NEGOROJI , un altro bel tempio : lungo dei corridoi di una sala di un locale vicino al tempio principale sugli scaffali sono conservati ed esposti centinaia di piccoli Buddha , corridoi illuminati da molte piccole lanterne che illuminano debolmente le statuine che rendono uno straordinario fascino .
Bisogna decidere ora come tornare a Takamatsu : con l’amico pellegrino andiamo alla stazione di Kinashi , giù in valle ad oltre 8 km : non c’è alternativa , sempre per asfalto e pochissimi sentieri di scorciatoie per risparmiare strada , in due ore di cammino siamo alla stazione .
Bella Takamatsu e la vista sul mare interno , panorama sulle tante colline circostanti a forma di cono , forse antiche eruzioni vulcaniche .
In stazione treno per Takamatsu , meta dei prossimi giorni , con l’occasione andiamo alla ricerca dell’albergo indicato dalla lonely , lo troviamo e per evitare spostamenti continui per visitare con comodo gli ultimi templi , lo confermiamo per piu’ giorni . Ritorno a Marugame con cena al ristorante prenotato : tempura e spiedini . Due passi in galleria per digerire e per vedere la vita movida notturna , niente di niente .
Oggi oltre 6 ore di cammino con circa 20 km fatti , alcuni tratti veramente piacevoli , quasi unici in questo cammino .
16 maggio sabato
Oggi fermi a Marugame . Dopo 9 ore di sonno , l’unica cosa da fare è far colazione alla nostra panetteria , ormai clienti abituali , pero’ sempre piena . Torniamo al nostro ryokan dove Alberto vuole fare un nuovo programma : non me la sento , troppi programmi mi confondono , bisogna sempre lasciare qualcosa al quel che potra’ succedere . Vado da solo , anche se piove , a visitare il castello di Marugame posto al centto città in cima a un colle , un grande fossato pieno d’acqua lo contorna , grandi pietre fanno da basamento e dal piazzale in cima una bella vista sulla citta , le cime dei colli circostanti emergoo dalle nuvole . Non sono ancora le 9 orario d’apertura , un custode mi permette di entrare a visitarlo , sempre dopo aver tolto gli scarponi : poche maschere le tradizionali e gli arredi , niente in confronto con quello di Himeji .
Continua a piovere tornando al ryokan , Alberto alla lavatrice per il vicino per il lavaggio dei vestiti . In attesa dell’asciugatura , non sapendo cosa fare , due passi al porto per far passare il tempo . Ieri , tornando in treno da Takamatsu , abbiamo visto dal finestrino , a Itazu , una grande edificio , sembrava una cattedrale gotica . Ci chiediamo cosa ci fa un simile edificio in mezzo a centri commerciali o a palazzoni in un’architettura urbana per niente bella . Prendiamo il treno e andiamo a vederla , il fabbricato e’ ora riiusato per matrimoni di gente facoltosa , un gran resort con una fontana sul piazzale tipo la barcaccia di piazza Navona a Roma , tutto anacronistico . Al MacDonalds per un panino , anche se si cammina poco bisogna pur mangiare , a lato una grande libreria dovea trovo un regalo per Nicolo’ . Annoiato e stanco si torna a Marugame , riesco a dormire per due ore sul tatami , dopo una doccia usciamo per i soliti due passi in galleria e citta morta senza vita .
Cena al nostro ristorante : stasera tempura e shusi con sache’ finale .
Domani trasferimento a Takamatsu .
17 maggio domenica
Salutata la signora del ryokan , dopo colazione partenza per Takamatsu in una bella e calda giornata : poca gente in stazione e pochi gli studenti , forse anche i giapponesi riposano . Il treno fa tutte le fermate lungo la linea , eccoci a Takamatsu, capitale della prefettura di Kagawa , una grande citta’ a giudicare dai grandi e moderni edifici e dagli ampi viali alberati dove si respira una piacevole aria . E’ famosa per gli udon , nessuna può dirla di averla visitata senza aver mangiato almeno una scodella della celebre specialità locale , i Sanuki udon , fatti a mano .
Lasciati gli zaini all’albergo prenotato , quello a minor prezzo adatto alle tasche dei pellegrini , a piedi per 3 km per lunghi viali alberati andiamo al Ritsurin-Koen , uno dei giardini più belli di tutto il Giappone .
I larghi marciapiedi su entrambi i lati della viasono divisi in due parti ben segnalate : una riservata ai pedoni , l’altra alle biiclette , chissa’ se potra’ essere realizzata anche da noi , per una mobilita’ sostenibile . Altro particolare importante , nessun parcheggio ai lati della strada , le macchine possono essere parcheggiate solo nei parcheggi coperti multipiano a pagamento . Il giardino presenta diversi motivi di interesse sia botanici per le essenze sviluppate negli ultimi due secoli ,al suo interno molti lagheti e corsi d’acqua con grossi pesci ; è un parco dove si dovrebbe passeggiare con la persona giusta , fermardosi nelle case da te per sorseggiare un matcha con i dolci tradizionali . Takamatsu ha le sue lunghe gallerie commerciali , ricche di negozi firmati , ormai pure qui globalizzati . Ristoranti e bar caratteristici di tutti i tipi ci fermiamo in uno di essi per pranzo : pasta alla carbonara alla giapponese e spaghetti al peperoncino per Alberto . Rientrati in albergo , prendiamo possesso della camera che sarà nostra per alcuni giorni . Dopo un breve riposo , alla ricerca del ristorante segnalato dalla Lonely , il kawafuku , per mangiare i famosi udon . Con fatica e con l’aiuto di un giapponese , nei meandri delle gallerie , troviamo l’insegna scritta in giapponese del nostro ristorante : gli udon sono dei grossi spaghetti , fatti a mano , lunghi circa 40 – 50 cm , portati in tavola in un recipiente di acqua calda , bisogna prenderli con le bacchette un po alla volta e passarli per dargli sapore in una ciotolina di soia , con aggiunta di altri aromi : il solo problema è portarli alla bocca , questo spiega il perché i giapponesi sono rumorosi quando mangiano , loro aspirano . Sono buoni , Alberto però prende una tempura per lui piu semplice . Torniamo all’albergo , strade e palazzi illuminati a giorno , belle le due torri principali della citta’ . Una considerazione : le donne e le ragazze di Takamatsu sono molto più carine , belle e curate , un portamento piu signorile diversamente dalle altre viste finora a Shikoku , è un piacere solo guardarle . Oggi una decina di km li abbiamo fatti ugualmente .
18 maggio lunedi’
Abituati a svegliarci presto , alle 6 circa siamo già in stazione per colazione :e’ una bella giornata per visitare i prossimi due templi
alla periferia di Takamatsu . Sempre in treno a mezzo di una linea secondaria andiamo a Ichimoiya : secondo la guida dovremmo prendere una strada , ma due signore ci richiamano e ci accompagnano per vie secondarie al tempio n. 83 ICHINOMIYAJI , difficile da trovare . Sono appena le 8 da un’uscita secondaria andiamo in un monastero li vicino , dove troviamo diverse monache intente a pulire i vialetti interni .
Veramente bello , luogo per meditare in solitudine , tory lacati in rosso nel giardino , molte statue raffiguranti animali di ogni genere oltre a diverse statue di Buddha . Un pellegrino giapponnese batte con un martello di bambù una pietra spiegandomi che questo gesto serve ad invocare Buddha , per ingraziarlo sperando di ricevere aiuto in denaro : chiede anche a me di ripetere il gesto , facendomi fotografare , vedremo se saro’ esaudito . Se Buddha mi ascoltera’, vedremo un domani .
Di nuovo a Takamatsu e con un’altra linea secondaria ci dirigiamo a Katamoto con il suo tempio posto in cima ad una collina a 300 mt di quota da raggiungere a piedi , prima attraverso la città , poi su per scalinate, in mezzo al bosco si arriva al tempio n. 84 YASHIMAJI , non grande ma molte leggende aleggiano sulla sua storia . Molti punti panoramici con vista sulla citta , sul suo porto , sulle costa del mare interno e sulle isole vicine fra cui vediamo Naoshima , nostra meta prima della fine del cammino . Ora mancano solo 4 templi da visitare per portare a termine questa nostra esperienza , completamente diversa da come l’avevamo pensata . In albergo prima il lavaggio della biancheria , poi a cena passeggiando prima lungo le gallerie commerciali , molta persone in giro , molte anche in bicicletta , che senza che te ne accorga arrivano da ogni dove . Desidero gli udon , che Alberto non gradisce , pazienza . Comincia a piovere rientrando all’albergo ,in un bar un buon sake caldo che farà solo bene . Domani in base al tempo , decideremo se andare al prossimo tempio oppure per librerie e centri commerciali , vedremo .
Una dozzina di km pure oggi .
martedi’ 19 maggio
La nostra camera è al 5′ piano , la parete di un altro fabbricato si trova a 25 cm su cui si affaccia l’unica finestra della stanza , solo alzando gli occhi vediamo un po di cielo . Pioggia persistente per tutta la notte , anche quando scendiamo per colazione . Treno per la stazione di Yakuri , da li a piedi fino alle prime alture della collina alle spalle del villaggio : con una funicolare in breve tempo saliamo al tempio n. 85 YAKURIJI , a 300 mt di quota in mezzo ai boschi . I templi sulle cime dei colli riservano sempre belle sorprese , da come sono distribuiti i vari locali sacri e le molte statue delle divinita’ e dei Buddha . A piedi proseguiamo per il prossimo tempio distante una decina di km : su strada asfaltata , in discesa e in mezzo ai boschi , abbastanza silenziosa , solo il canto degli uccelli rallegra i nostri passi . Scesi al piano , comincia il solito passaggio per stradine interne attraversando villaggi con percorso segnalato, nei pressi di un cimitero 3 persone ci fermano indicandoci una tomba , interpretiamo qualcosa ma sempre molto poco . In breve siamo al tempio n. 86 SHIDOJI con una pagoda a più piani posta all’ingresso del giardiino , molto verde e accogliente per i fedeli che devono pregare . Acquistatiamo il libro ricordo che raccogliera’ tutti i santini , bianchi e rossi , ognuno con le divinita’ dei templi visitati e raccolti durante il cammino al passaggio di ogni tempio . Ritorniamo a Takamatsu in treno verso le 3 : scrivo il blog di oggi , Alberto esce per andare in qualche galleria commerciale , mentre io vado a vedere il castello di Takamatsu e il suo parco , ad Alberto non interessa , fissando di ritrovarci alle 6 per cena . Passo poi sul lungomare , alle spalle moderni palazzi con ardite architetture , percorrendo il lungo molo arrivando al faro con panorama su tutte le isole che si affacciano sulla baia .
Un’aiuola particolarmente mi ha colpito : rose in fiore di tutti i colori e varieta’ , rampicanti , a cespugli , a fiore semplice e doppio .
Moltissime signore , non più giovani , armate di potenti macchine fotografiche con potenti teleobiettivi , riprendono ogni rosa da ogni angolatura, veramente appassionate . Molti i pescatori sul molo , tutto il pavimento della passeggiata e’ in doghe dilegno , dal molo uno stupendo sky line sulla città di Takamatsu . Cena in un ristorante in stazione con soba e tempura . Soliti due passi nelle gallerie per evitare di andare a dormire troppo presto . Fra cammino ai templi e passeggiiate varie circa 18 km percorsi , domani gli ultimi due .
mercoledi’ 20 maggio
Oggi finiamo la seconda parte del nostro viaggio in Giappone . Per la prima volta Alberto si lamenta di aver dormito poco , si rifarà .
Giornata già molto calda al mattino , treno per Nagao distante quasi un’ora da Takamatsu per il tempio 87 , li arrivati troviamo l’autobus per l’88 che parte subito , andiamo a vedere prima quest’ultimo .
Un’ora di bus con pochi altri pellegrini a bordo , sI sale in collina ad oltre 800 mt di quota .Essendo l’ultimo il tempio n. 88 OKUBJI , come meta finale lo pensavamo come il piu’ importante o il migliore , confrontando con il cammino di Santiago quando si arrivava alla cattedrale o come per la francigena quando si arrivava a San Pietro ; nulla di tutto questo , si un bel tempio ben inserito ma niente di speciale . Compilare la compostela con il mio nome e cognome scritto in giapponese resta un bel ricordo di questo cammino sull’isola di Shikoku . Nonostante il caldo si sta bene all’ombra in attesa dell’autobus per oltre tre ore per il ritorno al piano . Nell’attesa Alberto non mangia nulla , io prendo un bel piatto di udon in brodo con un bel te caldo , anche questo e’ un ricordo del Giappone : seduto allo stesso tavolo con giapponesi loro mangiando succhiano la soba e gli udon con notevoli rumori di risucchio . L’autobus carica molti pellegrini , noi ci facciamo lasciare nei pressi del tempio n. 87 NAGAOJI , l’ultimo ma anche il meno bello per noi fra quelli visitati , sempre pero’ con molti pellegrini in preghiera . Subito di nuovo treno per Takamstsu : a soffitto dei vagoni per il gran caldo con tutti i ventilatori accesi al massimo , gran caldo quando all’uscita dalla stazione fino all’albergo , penso oltre i 35 gradi di temperatura . Riposo fino all’ora di cena , quando la temperatura si sara’ un po abbassata , ma alle 18 quando usciamo grossi nuvoloni si addensano in cielo , tira vento e fa freddo , siamo passati a circa 10 gradi .
Andiamo a cena sulla torre non trovando nulla che piaccia , andiamo a finire in un ristorante cinese . Un sake caldo in un ristorante della stazione , un giro in piazza e alle 20 in camera per la notte .
21 maggio giovedi’
Giornata da passare a Takamatsu , siamo forse stanchi o pigri , nessun problema di orari ,con Alberto una lunga passeggiata sul lungomare e sul molo fino al faro , gia fatta ieri . Visto a quest’ora del mattino si vedono in modo diverso i colori che ci circondano , il blu del mare e il verde delle isole , non ci sono gabbiani in volo o sul mare . Lasciato il molo , andiamo a piedi raggiungendo la penisola che chiude il porto alla sx. della citta : a fianco del porto e del molo industriale , passiamo per piccoli villaggi , strada nei boschi con un sentiero finale sulle rocce e dopo 3 ore di cammino raggiungiamo un magnifico punto panoramico . Ci sono solo
alcuni pescatori intenti a pescare , le due piccole spiaggie di sabbia completamente deserte , conferma che i giapponesi non amano star seduti a non fare nulla sulle spiaggie . Un pezzo della strada di ritorno sotto il sole , il resto in treno . Riposo in camera , usciamo solo nel tardo pomeriggio per spese : difficile la ricerca di una borsa capiente atta a contenere il cappello da pellegrino a non schiacciare per il ritorno in Italia
Sempre a piedi per gallerie , lunghe e larghe , con molta gente in giro e tante biciclette che girano in lungo e in largo in mezzo ai pedoni . In questa città ci sono più biciclette che macchine con un gran numero di parcheggi per biciclette , anche a due piani sovrapposti .È una bella serata con un quarto di luna crescente in cielo .
Oggii una quindicina di km fatti e stiamo bene .
22 maggio venerdi’
Oggi a Naoshima , un’isola del mare di Seto , in Giappone al largo di Takamatsu . Lo spunto per inserirlo nel programma lo preso da un articolo scritto sul corriere della sera un mese fa . Un’isola amata dai maestri dell’avanguardia , oasi dell’arte hi-tech . Con il primo ferry in partenza dal porto , in un’ora circa siamo a Naoshima , alture verdi in contrasta con i vari promontori alternati da spiagge di sabbia rosa , per niente frequentate . Una scultura di bronzo colorata di rosso a forma di zucca ci accoglie sul molo , un’altra gialla la troveremo davanti al Benessere Arte Site , diventate vere icone e simbolo stesse dell’isola .
Attraversiamo l’isola a piedi per vedere ad Hommura “Art Hause Project Area” e il museo di Tadao Ando , opere architettoniche di un’architettura d’avanguadia , difficile da capire e talvolta assurde . Sono sistemate in diverse vie , difficili anche da individuare , si paga un solo biglietto per tutte , dopo ogni visita viene apposto un timbro su un’altra compostela .
Lasciamo delusi questo posto , forse ignoranti della nuova arte , a piedi lungo tutta la costa nord con tanti giovani in giro , nessun italiano , alcuni in bicicletta . Naoshima sta portando avanti questo suo progetto di comunicazione fra arte e natura con molti artisti che arrivano per creare opere e lasciando segni importanti . Qui ha lavorato Tadao Ando progettando delle architettura davvero uniche , nuovi musei , ognuno più bello e coinvolgente dell’altro . Il LEE UFAN MUSEUM e il CHICHU ART MUSEUM , opere in cemento armato che solo un grande architetto può creare . Bellissimi pure le opere contenute con capolavori di Monet ambientati meravigliosamente nelle varie sale .
Un po’ di attesa per il rientro a Takamatsu avendo perso una coincidenza ,
Una ventina di km anche oggi , in un’isola sconosciuta .
23 maggio sabato
Alberto desidera trovare e comperare un oggetto che gli sta a cuore visto , forse , visitando i primi templi del cammino , decidiamo di ritornare al tempio 1 e ripercorrere il cammino almeno fino al tempio 3 , sperando , se non siamo matti , poco ci manca . Con il treno da Takamatsu ad Itano , poi nuovo treno per Bamdo , ricominciamo il cammino , tempio per tempio , senza che Alberto riesca a trovare qello che sta cercando , alla fine ne dovrà fare a meno . E’ stata una breve passeggiata di una decina di km per non perdere le abitudini . Ritorna in albergo da Itano nel primo pomeriggio per Takamatsu , preparazione degli zaini per il trasferimento di domani a Okayama . Nel pomeriggio , avendo tempo a disposizione , torno a Marugame per comperarmi un libro su Naoshima visto allora , commenti e scritti in giapponese , ma lo desideravo , la commessa mi regala pure un poster dell’isola . Manca ancora una settimana al ritorno in Italia , ma il peso complessivo fra zaino , borsa a tracolla e nuova borsa , aumenta , la carta pesa , speriamo di farcela . Cena con tempura e miso , sake finale . Alberto è alle prese con il suo cellulare bloccato da un po di giorni , riuscendo a sistemare il pin e il puk .
Con la decina di km di oggi , abbiamo superato in totale i 600 , molto meno di quelli previsti ma va bene cosi .
24 maggio domenica
In attesa del treno per Okayama andiamo a respirare un po di aria pulita sul lungomare con alle spalle i grandi palazzi per uffici e l’hotel clement della J R , le pensiline sopraelevate e coperte che collegano la stazione ferroviaria alla mariittima , tutti interventi ben studiati architettonicamente ben inseriti nel contesto della moderna citta’. Salutiamo Shikoku e i suoi templi , con un supertreno in un’ora siamo a Okayama , altra grande città del Giappone . Folla in stazione , negozi e nuovamente grandi gallerie commerciali , prima di tutto andiamo in albergo per lasciare gli zaini , anche per il caldo afoso . Decidiamo cosa vedere per primo , andando subito verso il giardino di Koraku-en , uno dei tre giardini più grandi del Giappone . Questo giardino è un vero capolavoro paesaggistico , comprende stagni , corsi d’acqua con isolotti artificiali , case da te e eleganti padiglioni in mezzo a distese erbose con sullo sfondo aceri , ciliegi e albicocchi , oramai sfioriti oramai qua e’ estate . In giro nei viali del parco molte coppie in kimono per le fotografie di rito che usano fare prima del matrimonio, i loro costumi sono molto belli come i fiori del giardino . Sul colle sopra il parco si trova il castello di Okayama , nero di colore , domina la città , chiamato ‘castello del corvo nero ‘ in contrapposizione al castello dell’airone bianco di Himeji . Ritorniamo verso l’albergo con fame fermarmandoci subito per pranzo , ma mangiando veramente male e con caffè freddo nero ancora più schifoso .
Ora in camera , la migliore fra quelle che provato fin’ora : doccia , Alberto poi esce subito , mentre io preferisco riposare .Neanche 10 minuti , e’ subito di rientro per il troppo caldo . Solo in tarda serata usciamo per un giro in stazione per ricerca di informazioni per il programma di domani , troviamo moderni edifici e molti centri congressi , un museo che illustra e ricorda la distruzione della città a seguito dei bombardamenti duarante la seconda guerra mondiale che era stata rasa al suolo . In una via laterale , ci fermiamo in un bar per una birra fermardoci anche per cena . Chiacchere con Alberto su come ognuno di noi vede la propria vita e come la si affronta : abbiamo due modi completamente diversi di vederla e di affrontarla , ognuno è fatto alla sua maniera . Senza vita notturna e’ ora di andare a letto .
25 maggio lunedi’
Alle prime luci dell’alba siamo svegli pronti per una nuova giornata .
Oggi con il treno verso due località che la Lonely segnala come importanti , la prima è la città gemella di Okayama , Kurashiki interessante per il suo pittoresco quartiere con edifici storici che in epoca feudale erano utilizzati per conservare il riso , ora trasformati in musei . Con un altro treno proseguiamo per Takabashi dove ci sono le dimore degli antichi samurai presso il villaggio di Bitaki-Takabashi : questa volta non rimaniamo delusi , queste antiche dimore con i loro arredi rivelano la potenza e il gusto di questi antichi guerrieri . Nei pressi troviamo un bellissimo tempio ‘RAIKYU’ meravigliosi gli interni ma veramentre unico il suo giardino : per me meglio del giardino di pietra visto il primo giorno a Kyoto , gia’ lui superlativo , questo lo supera vedendolo camminanbdo sulle sue passerelle che girano attorno al tempio , per non calpestare in nessun modo la fine sabbia che collega le aiuole e i laghetti , tutto talmente ben curato , un disegno portato nella realta’ . Questo ci ripaga del caldo afoso di oggi ; un treno espresso rientriamo a Okayama nuovo in albergo per il troppo caldo e per un breve riposo . Due passi prima di cena in un enorme centro commerciale : e’ un intero isolato su 7 piani con centinaia di negozi , ristoranti , supermercati , librerie , prodotti di ogni genere da ogni parte del mondo , decine di scale mobili , studi di registrazione televisivi , giardini e terrazzi , di tutto e di piu’ , una cosa del genere mai vista prima . Cena in un ristorante pizzeria , il pizzaiolo giapponese parlava italiano , imparato a Napoli facendo le pizze . E’ tardi , molta gente ancora in giro per le strade anche in bicicletta , dei quasi agenti agli incroci semaforici con un bastone luminoso in mano , uno su ogni angolo dell’incrocio , per dirigere il caotico traffico .
Nuovo programma per domani per l’ultimo giorno ad Okayama .
26 maggio martedi’
In stazione per colazione , subito al museo di storia e cultura della prefettura di Okayama situato vicino al giardino visto ieri , la citta’ si e’ svegliata da un po , i marciapiedi sono gremiti di persone , e lo si nota in modo particolare quando agli incroci scatta il verde , tutti compresi quelli in bicicletta attraversano contemporaneamente le strade ,
Interessante le opere esposte al museo , tutte le didascalie e le spiegazioni in giaponese , quindi da interpretare . Giornata calda ed afosa da piena estate :in questi due mesi di Giappone , non abbiamo mai sentito neanche una piccola scossa di terremoto , meglio così . Poi sul finire della mattinata andiamo a Niwasa per il giardino delle rose segnalato dalla guida . Prima in treno , due fermate , poi in taxi : il giardino è a 2 km dalla stazione sotto un sole cocente su asfalto preferiamo non andare a piedi : rose di tutte le varieta’ e in fiore , disposte a cerchi concentrici , prati verdi ben rasati , bello ma non eccezionale . Il ritorno a piedi in stazione , sempre su strada con grande traffico , ritorno ad Okayama per il riposarsi in camera : per isolarmi da tutti e da tutto , ho deciso di farmi un’ora in un centro per massaggi : il massaggiatore giapponese , a cui mi rivolgo , fa un bel massaggio dalla testa ai piedi , che spero possa far passare un dolore persistente alla gamba . Alberto passeggia in galleria , cena nel grande centro commerciale di ieri al ristorante pizzeria similnapoletano ed un buon sake finale con le bollicine . Fatti i biglietti del treno per Osaka delle 6 , posti riservati . Vedremo domani come trasferirci al monte Koya per l’ultima tappa del nostro viaggio in Giappone per la visita ai templi e alla tomba di Kobo Daishi .
27 maggio mercoledi
Il Nozumi, il supertreno delle 6 non ci può aspettare per Osaka. Lasciamo Okayama senza rimpianti, la stazione apre 10 minuti prima, posti prenotati ,in un’ora siamo ad Osaka: qua le prime difficoltà per trovare il treno per il Koyosan. Bisogna trasferirsi dalla stazione di Namba ad un’altra stazione, sembra facile, ma con gli zaini in spalla pesanti e con in mano altre borse, non è per niente facile. Altro treno locale che ci porterà al monte Koyosan: ora altri tipi di viaggiatori, non più impiegati, studenti o gente in carriera, ma solo pellegrini o turisti che vogliono raggiungere i principali templi dello shintoismo e la tomba di Kobo Daishi. Una funicolare che da 400 metri ci porterà dai 400 mt alla cima del monte a 1000 di quota. All’arrivo in cima, prendiamo un autobus diretto ai templi e al nostro albergo prenotato: infatti è vietato percorrere a piedi questo tratto di strada, meglio per noi anche per gli zaini pesanti. Stanchi dopo 6 ore di viaggio, finalmente arriviamo al tempio che sarà anche il nostro albergo. Lasciamo subito gli zaini nella hall, con sola borsa da pellegrino andiamo verso la tomba di Kobo Daishi : molti sono i fedeli sulla via per questa meta finale, su sentieri lastricati che attraversano vecchi cimiteri, pronti anche per nuove salme o ceneri. Mi ero fatto un’altra idea, conpletamete diversa, di questo luogo religioso, molti sono i fedeli in raccoglimento davanti agli altari ma tanta confusione in giro, con poco raccoglimento per meditazione, dai piazzali degli autobus arrivano continuamente nuove frotte di turisti-fedeli. Diversamente rispetto agli altri templi, i pellegrini , anziche lavarsi le mani con l’acqua delle vasche, la prendono con un mestolo e lo adoperano, come rito propiziatorio, per bagnare le statue dei vari Buddha. Torniamo in centro, sempre molti negozi con le solite cianfrusaglie o dolci per turisti, fede unita al commercio. Non avendo fatto colazione, la fame si fa sentire, ora pranzo, poi in camera per un breve riposo; al risveglio, Alberto è gia uscito per un suo giro: questo luogo , santo per gli shintoisti, ha 52 templi, troppi da visitare tutti dopo gli 88 già visti sul nostro cammino, alcuni però devono essere visitati per la loro unicità e bellezza . Vado nell’area centrale della cittadina, alcuni di questi templi da soli meriterebbero il viaggio in Giappone, talmente sono belli e ricchi, alla ricerca di particolari da particolari da fotografare, unici e ben inseriti nel verde, con alcuni giadini zen, il tempio n. 1 di questa nuova serie ha il piazzale in ghiaino tirato quasi a pennello, non calpestabile, soffusi canti religiosi riconciliano l’anima con l’ambiente esterno. Di nuovo in albergo per una cena servita nella sala del tempio: cena giapponese compreso gli udon, che mi piacciono molto mangiando pure quelli di Alberto, tante verdurine, miso, pesce e frutta, birra e sake finale. In città per digerire, ultima notte sul tatami, riposo dopo 16 ore intense .
28 maggio giovedì
Sveglia alle 6 per partecipare alla cerimonia buddista delle 7 dove sono stati invitati tutti gli ospiti dell’albergo, una quindicina di turisti.
Celebra un monaco seduto davanti al suo altare ed è coadiuvato da altri due monaci, ai suoi lati, tutti con paramenti sacri molto colorati. Iniziano con la lettura dei sutra, ripetuti come cantilena una infinità di volte, invocando sempre il Buddha per ottenere favori attraveso le loro preghiere, musiche sacre fatti da loro eseguite con i piatti e su un tamburo battendo delicatamente con un bastoncino un grande vaso di ceramica che emette un particolare suono. Subito dopo colazione alla giapponese nella grande sala prima del ritorno verso Osaka con un percorso inverso rispetto ad ieri . Ora bisogna trovare Henimo, frazione dell’immensa cintura periferica di Osaka , vicino all’aereoporto del Kansai dove era stato prenotato l’albergo. Prendendodue diversi treni, ci arriviamo in questa mega struttura, ulteriore conferma che tranne i centri storici delle città turistiche, il resto del Giappone per ora non piace per nulla. Pranzo al self service dell’albergo ,a prezzo fisso ma molta varietà dei piatti, gli ultra sessantacinquenni hanno pure degli sconti . Riposo in camera al quattordicesimo piano dopo aver chiuso la nostra cassa comune, pochi gli yen rimasti, stasera cena leggera. Prenotato il transfer gratuito dell’albergo per il trasporto di domattina all’aerroporto previsto alle 6,30. Sono stanco sognando di ripartire per andare a vedere altri paesi.