kinshasa….4′ giorno

 

Dopo colazione , subito al lavoro con Gadier alla casa , devo verificare lo stato delle fondazioni e completare i rilievi interni . Il figlio della signora anziana non ci permette di entrare nei due locali , lei si affaccia ad una finestra , è veramente brutta e vecchia , forse una volta da potente come si dice , sarà stata una vera signora  . Prima faccio scavare da Gadier a lato di un pilastro nel cortile interno , ad un metro di profondità dove rileviamo  una buona fondazione con un muro in c.a. collega i vari pilastri   .  All’esterno , su tutti i lati faccio scavare a lato dei muri in pietra , ben conservati trovando diversi tratti con buone fondazioni , sul lato posteriore i muri di grosso spessore che scendono oltre 8o cm dal livello rispetto al piano interrato, non troviamo alcun tipo di fondazione  . Ora fa veramente caldo , rientro per dissetarmi , riposare , ne approfitto per andare nell’orto con Jan de Dieu , responsabile agronomo , parla un po’ d’italiano ,  mi illustra tutte le verdure dell’orto , le varie erbe che coltiva , simile agli spinacci , che vengono raccolte , esiste una piccola serra , per modo di dire , coperta con foglie di palma per proteggere dal sole le piantine seminate nelle mezze bottiglie di plastica a mo di vasetto pronte per il successivo trapianto . Molte sono le piante di papaya con grossi frutti ,mi illustra le piante di muringa ,  alcune parti sono medicinali ,  ma non riusciamo a capirci bene . Consiglio uno scavo lungo tutto il perimetro dei muri del giardino per cercare di allontanare le acque e far in modo che possano scolare piu’ velocemente facendo eventuali fori ai  piedi del muro anche se porteranno ancora piu’ acqua sulla stradina delle baracche sottostanti . Vedremo di ragionarci come risolvere il problema di questa terra che non assorbe nulla . Don Antonio sta incontrando varie persone per risolvere vari problemi del foyer , fra cui anche l’architetto del progetto della nuova casa : gli espongo le mie perplessità sul suo progetto e le mie idee , suggerisce di andare a vedere  una sua casa in un’altra zona della città , per osservare il tetto mansardato in legno che ha fatto  . Don Maurizio è d’accordo , propone di andarci nel pomeriggio , così faremo . Con il loro fuoristrada con alla guida Tobi’ , ottimo autista ,  attraversiamo tutta la città , difficile per me orientarmi , in una piazza , talmente affollata ,   tutto è bloccato , siamo nell’ombelico del mondo , come dice don Maurizio , gente che vende e offre di tutto , molti ragazzi con sulla testa un grosso contenitore che contiene piccoli sacchetti d’acqua cercano di venderla ai passanti , donne dai vestiti multicolori anche loro in strada  portando sulla testa contenitori chi con la frutta , chi il con pane , chi con uova fresche impilate  su una decina di ripiani uno sopra l’altro . Lungo la strada ogni genere di negozi con la merce  esposta sui marciapiedi : divani , mobili , ferramenta , generi alimentari e di tutto e di più si può trovare  . Le insegne dei negozi indicano parrucchieri per uomo o donna , internet point , ristoranti  e bar , molta gente seduta sotto gli alberi , altri sempre in cammino , intere famiglie con bambini fuori dalle loro catapecchie intenti alle loro attività quotidiane . Lasciamo queste vie laterali , ci portiamo sulla principale , in alcune grandi rotonde sono stati eretti monumenti ai primi presidenti del Congo , Kasabubu il primo nel 1960 , Lumunba il secondo nel 1964 che sembra indicare la via da seguire ai congolesi , niente al terzo Mobuto , che ne ha fatte di disastri , morto poi di tumore in Marocco . Non parliamo poi degli ultimi due , Kabila padre e figlio , che non vuole per ora mollare il potere e non indice nuove elezioni . Arriviamo alla casa dell’architetto , curati bene gli intonaci , ma tutte le finiture  da completare , il tetto mansardato in legno non e’ quello che ho pensato , questo non mi piace proprio . Lasciando la casa , vedo da lontano il fiume Congo , desidero fermarmi sulla sua sponda , chiedo e mi accontentano . In questa strada  lungo il fiume ci sono molte  guardie   armate che controllano il confine con la Republica Popolare del Congo e la sua capitale Brazzaville, andiamo a prendere una birra in un giardino- bar lungo il fiume che solo l’architetto conosce : un angolo verde , dietro la baraccopoli di questo quartiere , da dove in tanti cercano di fuggire . Il fiume Congo fino al mare non è più navigabile a causa delle rapide , mentre il tratto a monte fino Kinsangami , per migliaia di kilometri , molte sono le navi e i  barconi che collegano le varie cittadine e i villaggi sulle sue sponde . L’acqua corre veloce e impetuosa ,  alcuni  bimbi fanno il bagno nel fiume e diverse donne lavano la loro biancheria . Il ritorno al foyer è sempre difficile come per l’andata , altre due ore di macchina per questo mio primo viaggio in città , rientriamo finalmente nel nostro paradiso . Don Maurizio celebra la messa in cappella , subito dopo con tutti i piccoli e con i ragazzi grandi sul piazzale da il via alla via crucis quaresimale , un ragazzo porta la croce fermandosi per le preghiere in diversi punti , come se fossere le  stazioni nelle nostre chiese . Una sobria cena chiude la nostra giornata .

kinshasa ….3′ giorno

 

Notte di pioggia intensa , al mattino torna a splendere il sole subito caldo afoso . Con don Maurizio e don Antonio facciamo colazione , mentre i ragazzi responsabili del giardino sono scesi all’orto per un primo controllo , quasi impossibile , perchè tutto il giardino è allagato  coperto con oltre 30 cm di acqua , l’acqua non scola , si aspetta , come sempre , che il sole provveda ad asciugare , ma tutto il lavoro fatto per la semina e il trapianto delle verdure sembra andato perso . Per ora non posso far nulla , esco e vado verso i ragazzi che si stanno preparando per la scuola ,  osservo bene le strutture e i vari locali interni , alcuni ragazzi stanno provvedendo alle pulizie , altri stendono il bucato al sole , Tresor responsabile economico della gestione e’ gia al suo lavoro in ufficio al 1′ piano , ogni attività sta ricominciando .  Con don Maurizio esco per due passi a piedi lungo la via che porta verso il centro , non ci sono baracche ma solo case abbastanza fatiscenti , alcune proprietà di gente ricca sono chiuse da alti mura  ,  entriamo in una chiesa parrocchiale cattolica ben tenuta , dove diversi gruppi di ragazzi si stanno esercitando cantando in coro , pochi gli anziani seduti li fuori , sguardo  assente , altri piccoli in chiesa in preparazione per fare i chierichetti .

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Arriviamo fino alla via principale che scende in centro , percorsa con ogni mezzo con traffico già caotico , da moto taxi con 3 persone a bordo , da pulmini con panche in legno all’interno dove si accalcano a spinta tutte le persone che ci possono stare compreso le loro mercanzie , diversi carretti trainati a mano con  carichi di ogni tipo di materiali , sui marciapiedi o in strada  camminano donne e uomini verso dove non si sa . Ai lati della strada  bancarelle  vendono di tutto , appoggiando le loro merci sulla terra , qualche volta su un tappeto . In una scuola elementare cominciano ad entrare diversi ragazzi , tutti in divisa , mi ha colpito molto un edificio li vicino adibito ad centro mediacal pour assistance et reabilitation des victimes de torture ma adibito anche a ”  Laboratorie Radiologie Echografhie Maternite Dentistere Medicine Generale ” speriamo che funzionino al meglio. Ritornati al foyer , chiedo a don Maurizio di farmi accompagnare da un ragazzo per visitare ed  entrare  nella bidonville o baraccopoli che si stende sotto la nostra struttura . Si raccomanda di non portare con me messuna macchina fotografica o il tablet , mi fa accompagnare da  Gadier , il mio ragazzo dei rilievi , forse a suo tempo vi ha abitato pure lui , ma quello che sto vedendo con i miei occhi ha qualcosa di indescrivibile , passo a lato delle loro case in lamiera , poche quelle in blocchi di cemento seppur fatiscenti , la  vita di queste persone con i loro bimbi si svolge tutta all’esterno , vivono , mangiano e si lavano come possono , con gli animali da cortile e pure i topi che razzolano attorno , pochi i sorrisi delle persone e qualche saluto in lingala , sono l’unico persona bianca che ora sta camminando in mezzo a loro , sembro un alieno ,  suppongo che non molti altri bianchi in questi ultimi tempi vi siano entrati . Siamo arrivati sulla strada principale che collega diversi quartieri , caos e forte inquinamento con tutti i mezzi che devono fare enorme gimkane per superare le buche enormi che si aprono sulla carreggiata , ma il maggior aspetto negativo è tutto quello che l’acqua di ieri ha trascinato a valle intasando i pochi canali di scolo e il torrentello che raccoglie le acque , bottiglie e sacchetti di plastica hanno intasato tutto formando dighe di sbarramento ovunque . Mi fermo presso due banchetti : uno vende erbe o rametti magici che servono a curare ogni tipo di malattie , me lo spiega in lingala senza capirci nulla , un’altro vende insetti essiccati di ogni genere , dai vermi alle cavallette o altro , che vuole farmi assaggiare , ringrazio ma 20160306_15370020160306_15354320160306_153711rifiuto – 20160306_153536Usciamo dalla strada principale , prendiamo un sentiero con a lato una grande e alta parete di terra quasi argilla , color rosso vivo , sullo spiazzo sottostante imbevuto d’acqua con pozzanghere ad ogni dove diversi giovani giacano a pallone , il sentiero riscende nella baraccopoli , bloccato però da alcuni ragazzi con un tronco di bambù’ e per farci passare chiedono soldi , provvede Gadier con un’offerta , io non ho nulla . 20160306_155341Le sorprese non finiscono mai , c’è’ proprio di tutto , in questo piccolo universo di vita vissuta nella massima povertà’ , il sorriso e il saluto di qualche bimbo mi ridà un pò di serenità , tutti gli altri ti guardano di traverso , ma con Gadier mi sento al sicuro . A pranzo racconto agli altri questa mia esperienza vissuta , ma mi dicono che in molti altri quartieri le persone stanno ancora peggio .

 

Nel pomeriggio completo gli ultimi rilievi alla casa  , verifico  dove  posso far fare gli scavi per controllare lo stato delle fondazioni . Abbiamo  oltre a 50 gradi di temperatura , rientro a casa per dissetarmi , trovo don Antonio che si sta riprendendo dal lungo viaggio e pronto ad aiutare questi ragazzi con nuovi programmi , è un vulcano di idee . Il sole ha fatto il suo lavoro e a prosciugato tutta l’acqua dell’orto . Non sono stanco , ma e’ stata senz’altro una giornata impegnativa .

kinshasa ….2′ giorno

 

Dopo due notti insonni , prima per l’attesa della partenza , poi per il lungo viaggio aereo , questa notte ho riposato bene , svegliato solo alle 5,30 dalla campanella che da l’inizio al nuovo giorno per tutti i ragazzi . Don Maurizio dorme in una cameretta all’agorà , mentre noi siamo al foyer . Le attività iniziano con una preghiera , poi i piccoli fanno colazione con un filoncino di pane e una scodella di latte , mi dicono che questi piccoli non usano mangiare e sprecano le teste del panino perchè’ è stata toccata da altri mani , abitudine dura a morire . Subito dopo tocca ai ragazzi grandi , con le stesse quantità , a turno i vari incaricati provvedono al lavaggio e alle pulizie . Tutti ora si preparano per andare a scuola , i piccoli alle elementari accompagnati , i grandi alle diverse facoltà universitarie chi a piedi altri con i mezzi  . Io devo iniziare il mio lavoro presso la nuova casa per i  rilievi e le verifiche delle fondazioni , analisi dello stato di fatto e delle coperture , vengo accompagnato da Gaider , ragazzo tuttofare della comunità , che non è riuscito a completare gli studi per gravi problemi famigliari , allontanato ma subito riaccolto per non lasciarlo in strada . Parla francese , oltre al lingala sua lingua madre , ma riusciamo bene ad intenderci e a capirci , so cosa voglio , magari ripedendomi , mi aiuta molto , bindella e metro in mano procediamo bene . Procedo con tutti i rilievi interni del piano terra , sfondando controsoffitti per vedere come è fatta la struttura di copertura , sfondo alcune porte , parte della casa è occupata da una signora africana , vedova con figli grandi , in altre stanze del piano terra e nell’interrato vivono e dormono una decina di giovani con materassi posati per terra , un locale ad uso cucina . Il tutto senza servizi , senza corrente , fatiscente è dir poco , inabitabile e immondizia in ogni dove ma tutti con il loro telefonino . Il rilievo grafico , salvo le misure , è abbastanza corrispondente all’esistente redatto dallo studio di architettura di Kinshasa . Caldo soffocante , forse siamo sui 50 gradi , sospendo e torno a casa per il pranzo . Siamo a tavola quando si scatena un diluvio , pioggia monsonica continua , dai tetti che non hanno canali di raccolta , scendono fiumi d’acqua , tutto va verso il basso e allaga completamente l’orto sottostante formando un lago , sono state fatte delle grosse buche per la raccolta dell’acqua subito piene  . Questo pioggia o diluvio va avanti per tutto il pomeriggio fino a notte inoltrata , manca sempre la corrente , il generatore in azione ne produce parzialmente . Penso alla baraccopoli sottostante , oggi sono passati da alloggi infuocati per il caldo all’acqua che avrà travolto tutto , trasportando sempre verso il basso tutta l’immondizia che avrà trovata sulla strada . Anche tutti i ragazzi sono rientrati , prima la messa celebrata in francese da don Maurizio e concelebrata con don Antonio , accompagnata dai canti e dalle musiche dai ragazzi . Cena preparata da Graziosa , siamo una decina di persone a tavola e tutti danno una mano . E’ stato un bel inizio di cammino , una nuova esperienza di vita .

primo giorno a kinshasa

2016-03-04 15.58.23

Nessuna zanzara , forse solo una leggenda , la zanzariera è ottima e avvolge molto bene il letto . Incontro e comincio a conoscere Don Maurizio , arrivato qua dal quartiere della Barona di Milano come parroco e prima diversi anni trascorsi in Zambia come missionario , poi mi presentano la signora Graziosa , del COE di Barzio , da anni a Kinshasa dopo aver passato molti anni in Camerun , sempre al servizio degli altri . Faccio colazione con loro e con don Antonio , un pò affaticato dal lungo viaggio . Don Maurizio mi spiega e illustra tutte le attività del Foyer Saint Paul , accompagnandomi per una prima visita delle strutture esistenti : sono 3 corpi di fabbrica , costruiti circa quindici anni fa , per volere e per  volontà di don Antonio , per dare un tetto e per accogliere i bambini di strada , per dare loro un’istruzione e portarli nel tempo , solo se si impegnano , a frequentare gli studi universitari per potersi laureare nelle varie discipline  e integrarsi nel loro paese rendendosi autonomi dagli aiuti esterni sostenendosi con il proprio lavoro  . Alcuni dei primi bimbi entrati al coe anni fa , sono ora al termine degli studi e stanno per laurearsi , un sogno che sta diventando realtà , con  una fatica immane ed economica da parte di chi organizza ogni giorno questa dura realtà . Visito con lui la Benedicta , dove sono ospitati i piccoli , il Foyer , vero centro di ogni attività , al piano terra una piccola cappella e una sala congressi , lavanderia e locali tecnici al piano interrato , una cucina e una sala da pranzo al primo piano , camere per delle ragazze anche loro avviate allo studio , e poche camere per ospiti occasionali . L’ultimo corpo di fabbrica è l’Agorà , al primo e al secondo piano le camere dei ragazzi , un ufficio che gestice la gestione dei ragazzi  , al piano terra cucina e magazzini , un grande porticato esterno lato sud su tutto il fronte del fabbricato , con tavoli e panche , da loro costruiti  , serve per colazione , pranzo e cena per tutti i ragazzi . Tutti i fabbricati sono in buono stato di conservazione   . Esiste all’interno del complesso  un campo di calcio e un piccolo parco giochi per i piccoli , ma quello che mi ha molto colpito è la grande area sogttostante prevista per  l’orto , dove vengono coltivati diverse verdure da consumare per il bisogno della casa , non autosufficiente , ma grande è il loro impegno , anche per il clima non facile . L’acqua viene prelevata da un pozzo interno , depurata e quindi bevibile senza problemi , hanno un generatore di corrente che sopperisce alla quotidiana mancanza di energia elettrica dalla rete , che in questo periodo arriva solo dopo le 18 e termina alle 23 circa . Tutto il complesso per un minimo di sicurezza e’ chiuso da recinzioni , siamo in un quartiere che una volta era residenziale , ora con le varie vicissitudini politiche di questi anni è molto degradato , all’esterno sotto di noi si estende una grande baraccopoli e bidonville , di miseri fabbricati di lamiera , uno addossato all’altro dove convivono migliaia e migliaia di persone , bimbi compresi , difficile da descrivere se non la si vede di persona  . Con don Maurizio vado a vedere il nuovo fabbricato acquistato e che dovrà ospitare sia i bambini di strada che i ragazzi grandi , come da progetto dello studio redatto in Congo , da verificare e rilevare in questi giorni prima di prendere poi decisioni definitive . Torniamo per pranzo con un caldo soffocante , il cielo si sta caricando di nuvole nere , pomeriggio di riposo , donando  quello che ho portato per loro . Ottima la prima cena comunitaria , in compagnia anche di Nadia , laica missionaria , ora a Kinshasa per il rinnovo del suo passaporto , ma pronta a ritornare a Rungu , nel nord del Congo vicino all’equatore , e alle due giovane ragazze  italiane impegnate come servizio civile volontario con il COE , una come psicologa per l’aiuto ai bimbi , l’altra come agronoma . Buono come inizio , qualche ragazzo sa un po’ d’italiano , il mio problema resta la lingua , spero di impegnarmi casa per lo studio del francese che un domani mi servirà senz’altro .

kinshasa……trasferimento

 

 

Nesssun problema durante il volo : scalo a Bruxelles , cambio aereo e  8 ore di lungo volo fino a Luanda , capitale del’Angola , dove diversi passeggeri li diretti fanno scalo ; in quest’ora di attesa , il personale di terra provvede a pulire tutto l’aereo , al termine delle operazioni risalgono altri viaggiatori chi diretti a Kinshasa , chi per il ritorno a Bruxelles con lo stesso volo .  Da Luanda all’arrivo a Kinshasa  tre ore di volo  . Scesi a Kinshasa , don Antonio osserva che tutti gli ambienti dell’aereoporto , dagli uffici doganali agli ingressi , sono stati rimessi a nuovo rispetto all’ultima volta da lui visti , pur piccolo per essere un aereoporto internazionale è bello e in ordine : solite formalità doganali , ritiro dei bagagli e dei 5 scatoloni portati da Milano da don Antonio, all’ingresso ci aspettano  5 ragazzi del foyer , grande festa e saluti al loro caro prete , caricano tutto sul fuoristrada con cui sono arrivati , percorriamo una lunga arteria rettilinea verso Kinshasa . Sono le 10 di sera , poco traffico a quest’ora , osservo ai lati della strada per tutta la sua lunghezza tutte le casupole basse , piu’ ci si avvicina al centro , molti persone e  famiglie intere sono fuori dalle stesse , forse al fresco , con fuochi accesi e bancarelle di ogni genere che si susseguono . Il fondo stradale è buono , al buio sembra anche tutto pulito , si lascia la superstrada per dirigerci verso il comune di Lemba , quartiere RIghini , dove ha sede il Foyer Saint Paul . Ora cambia tutto : le strade diventano piste , le buche diventano profonde fosse , gimkana fra le macchine per schivarsi fra loro , alcuni vigili cercano di dirigere il traffico , in una piazza caos indescrivibile , riuscendone a venirne fuori . Entriamo al Foyer e grande festa a don Antonio da parte di tutti i ragazzi e dei giovani della comunita’ con canti di benvenuto ,   conosco don Maurizio , responsabile in primis di tutto e degli altri  collaboratori . Siamo stanchi , mi accompagnano alla mia cameretta , completa di tutt0 , letto con zanzariera , anche se per ora queste zanzare non si sono fatte sentire . Sono contento di essere arrivato e bene .