dancalia 2016…9′ giorno

5 gennaio 2016 martedi’

Subito dopo il decollo , passo in un sonno profondo svegliato dopo due ore per la cena . Alcuni posti sono vuoti , spostandomi  permetto ad Alessandra di stendersi ,  eccoci a Roma  alle 7 , dopo il ritiro dei
bagagli , il nostro gruppo si divide : in 7 proseguiamo  per Milano con il volo delle 8 lasciando e  salutando gli altri 6 amici del sud  , con la certezza e la speranza di ritrovarci in futuro , tutte persone stupende .
Alle 9 siamo a Milano Linate , ultimi saluti con la promessa di ritrovarci presto , almeno noi , per una cena a Milano . Ora ognuno a casa propria per ricominciare un nuovo anno , rivedere foto e sognare di nuovo .

 

dancalia 2016 …8′ giorno

4 gennaio 2016 lunedi’

Oggi ultimo giorno in Etiopia . Subito dopo colazione trasferimento in bus dall’albergo al vicino aeroporto per il volo per Addis Abeba : soliti controlli e nessun problema per i bagagli . Un’ora di volo e siamo nella capitale , visita al museo etnologico , sede anche di diverse facoltà universitarie , traffico intenso sulle strade pochi i semafori ma tempi lunghissimi per il passaggio dal rosso al verde .  Addis Abeba ha diverse linee metropolitane , costruite dai cinesi , che permettono veloci spostamenti in città distesa su una superficie collinare congrandi quartieri : girando con un piccolo bus passiamo nei pressi  di in un vecchio quartiere ,  alcuni edifici dei quali furono costruiti dagli italiani durante il periodo coloniale , ormai decadenti e in disfacimento . Passando di nuovo vicino  all’ingresso del palazzo di Menelik , evito di fare  foto : non è un giorno festivo , ci sono molte meno persone in giro e sui marciapiedi , mercatini e bancarelle lungo le vie non mancano di certo . Entriamo con il bus nel cortile – giardino dell’università fermandoci all’ingresso principale contemporaneamente  giungono sul piazzale diverse classi di bambini e bambine di circa 6 anni , tutte nella loro bella divisa della loro scuola , penso in gita scolastica e sono accompagnati dai loro insegnanti , entrano pure loro al museo . I bambini sono tutti belli ,  con i neri capelli ricci , le bimbe con nastrini fra i capelli di vari colori , tutti sorridenti , hanno occhi splendenti sul loro visino di un nero delicato . All’ingresso , pannelli sulla storia dell’università e molti altri sulla storia politica , economica e culturale dell’Etiopia  . 20160104_112404Si sale al primo piano sede del museo , ora manca la corrente ,  un po’ buie , ma una volta ripristinata , vediamo nelle diverse teche oggetti preziosi della storia etiope , nelle sale diversi reperti etnici delle varie tribù  . Usciamo e in attesa del nostro  gruppo , escono pure i bimbi etiopi che vengono a sedersi accanto a noi , sui muretti dell’ingresso : ordinatamente su invito dei loro insegnanti cantano  battendo le mani , si fanno fotografare volentieri , scambio con un loro maestro l’indirizzo mail per trasmettere successivamente loro le foto scattate . Pranziamo in un locale caratteristico vicino al museo , da piatti etnici  alla pizza , tante specialità a base di  carne . Torniamo a casa di Gilbert , persona disponibilissimo pronta a rispondere ad  ogni nostra domanda , per un attimo di pausa e di riposo .  Ora in un altro quartiere per prendere in un locale tipico un caffè caratteristico etiope , molto forte ; sulla strada siamo assaliti da venditori di strada locali , vendono di tutto dalle cartine dell’Africa alle collanine , dai cd con le loro musiche , molti i  mendicanti lungo il marciapiede , bisogna fare particolare attenzione ai borseggiatori che qui certo non mancano . Ora al mercatino turistico per gli ultimi acquisti , sia sulle bancarelle lungo la strada oppure in un palazzo con molti negozi  ai vari piani dove si trova di tutto , anche libri stampati durante il periodo coloniale italiano . Andrea ha ora prenotato alcune camere in un albergo li vicino , per sistemarsi  prima della cena e della partenza di questa notte dall’aeroporto per il rientro a casa .
Due ore , chi in camera , chi nella spa per doccia , sauna , bagno turco e lettini per un relax . A chiudere cena in un ristorante tipico con musica dal vivo dove sul palco si esibiscono cantanti , ballerini e ballerine presentando balli e canti delle varie regioni del paese : sono veramente scatenati nei loro movimenti , hanno un’energia incredibile . Pure la cena è davvero particolare , difficile da descrivere il piatto unico uno per tutti , piccoli pezzetti di carne di montone , tante salsine, riso e insalata , inizialmente da prendere il tutto con le mani poi aiutati dalle posate . Manca ora solo la partenza, controlli doganali e due ore di attesa prima dell’imbarco previsto per mezzanotte da trascorrere in questo aeroporto internazionale , non dei migliori fra quelli visti fin’ora .

dancalia 2016 …..7′ giorno

3 gennaio 2016 domenica

Notte tranquilla e silenziosa , alle 5  inizia a piovviginare , gli amici che hanno scelto di dormire all’esterno sotte le stelle , devono rientrare al coperto ,  un po’ di trambusto prima di iniziare una nuova giornata . La pioggia aumenta , bisogna spostare i letti per preparare i tavoli della colazione , subito dopo smontare il campo , caricare il tutto sui fuoristrada prima di lasciare il villaggio per  iniziare la risalita dalla depressione dancalia verso Makele e il ritorno ad Addis Abeba . Alcune carovane di dromedari e muli , carichi di blocchi di sale ,  sono già in marcia per la risalita verso Berhale . Sulla strda incontriamo molte frane cadute a causa della pioggia dalle alte pareti di arenaria dai lati della stessa , sassi e grossi massi rendono difficile la risalita ai mezzi pur con il poco il traffico , ma qualche autista disgraziato o sbronzo lo si trova sempre con incidenti sempre possibile , bravo il nostro autista a schivarlo . Una breve sosta lungo la strada per vedere scorrere nella gola sotto di noi  le acque vorticose di un torrente in piena , ieri asciutto e a secco , senza  un filo d’acqua , solo un letto di pietre e sassi  disegnava il paesaggio . Passiamo in un centinaio di kilometri , dai -100 mt dalla depressione Dancala ai 2000 mt di questa cittadina posta sull’altopiano del Tigray , dopo aver passato  i villaggi di Wucro e Dogoum ,  ci si ferma per pranzo in un ristorante  . Ora non abbiamo più il  deserto con piste sabbiose , ma in questa zona abbiamo una rigogliosa vegetazione , l’acqua non manca e viene prelevata dai pozzi , bovini dalle grande corna nei campi sia sulla strada che nei campi , sempre sotto il controllo delle donne o da parte di alcuni bambini . Dopo il pranzo con piatti locali , prendendo una sterrata laterale andiamo a visitare una delle 125 chiese rupestri scavate nella roccia , Abraha Atsba , che risale al dodicesimo secolo . Lungo la strada ci si ferma ad osservare dei grandi panorami che si aprono davanti a noi con sullo sfondo i monti del Tigray . La strda ha termine  in un villaggio dove all’arrivo , decine di bimbi cercano di venderci conchiglie e fossili , loro piccoli tesori , di cui la zona ne è piena , ma rinviamo la trattativa la trattativa e il loro assalto al termine della visita al tempio . Con una breve salita , siamo all’ingresso del complesso monastico , l’esterno della chiesa era stato completamente rifatto , a suo tempo , durante il periodo coloniale , dagli italiani , come offerta o devozione :  antica , affascinante  e parzialmente scavata nella montagna con i due pope all’ingresso per la vendita dei biglietti , dentro si deve entrare scalzi , Andrea ci illustra e spiega  i dipinti sulle pareti interne,  affrescate ma rovinate parzialmente dal tempo e dall’incuria,  alcuni fatti direttamente su intonaco , altri su teli intonati fissati successivamene alle pareti . Scesi al villaggio nuovo incontro e scontro con le decine di bimbi che ci stanno aspettando per la vendita dei loro piccoli fossili , non possiamo comperare uno pezzo da ognuno e  accontentarli tutti , eventualmente con una moneta ciascuno , intavolo con loro una trattativa facendo mettere per terra allineati i pezzi più grossi , si forma una grande ressa , tutti parlano e urlano in amarico , non ci si capisce nulla , non si combima nulla e mi dispiace non poter comperare nulla , ma mi richiamano e dobbiamo ripartire .
Il nostro fuoristrada chiude la fila , a metà salita  una foratura ci ferma , gli altri mezzi sono molto più avanti : l’autista inizia la sostituzione della gomma , mentre siamo fermi veniamo raggiunti da una famiglia partita a piedi dal villaggio , un uomo con due donne ed un bimbo piccolo imbragato sulle spalle della mamma , un altro ragazzino , ognuno di loro ha un pollo vivo in mano , con le zampe legate , sono diretti ad un villaggio posto  più  in alto , ci chiedono un passaggio che non possiamo dare . Preoccupati del nostro mancato arrivo , ecco ritornare uno degli altri fuoristrada riuscendo infine alla sostituzione della gomma . Nel tardo pomeriggio arriviamo distrutti all’albergo a Makele  , cena allo stesso ristorante , sistemazione e rifacimento bagagli , riposo dopo questa lunga giornata .

dancalia 2016….6′ giorno

2 gennaio 2016 sabato

Sveglia  poco prima dell’alba , colazione e subito in partenza per il Dallol .  con i fuoristrada , a destra e a sinistra della strada numerosi  turisti sono accampati in altre baracche , molto peggio rispetto al nostro campo ; su sterrato prima di arrivare alla salina , che approssimativamente è  lunga circa 40 km per 20 di larghezza , arriviamo dove inizia questa distesa bianca tutta ricoperta da incrostazioni di sale , una visione dell’infinito che si stende a perdita d’occhio con sullo sfondo il vulcano Dallol . Una grande pozza d’acqua salata con i primi soffioni che fuoriescono dalla superfice stessa , vera trappola per gli uccelli che nelle loro migrazioni vedono dall’alto questi specchi d’acqua , vi si tuffano e vi muoiono  . Sempre  a bordo dei mezzi ci avviciniamo alla base del vulcano , per evitare alcuni gruppi già sul posto , passiamo sul lato sinistro del vulcano , ora deserto , dove ci aspetta una nuova meraviglia della natura  per la sua bellezza unica . Le eruzioni vulcaniche hanno lavorato le rocce saline nel corso di millenni facendole assumere forme fantastiche ,  le foto non renderanno mai  le sensazioni che noi proviamo dentro o da condividere poi . Lasciata questa baia naturale , una breve risalita al vulcano , con le nostre guide e sempre con il militare armato che ci protegge , arriviamo in un luogo di una bellezza inaudita , nessun pittore o artista ha potuto o potrà mai dipingere . Molte le foto per riprendere questo paesaggio , ma solo quelle che ognuno porterà a casa dentro il cuore , rimarrà per sempre impresso , un auguro a tutti gli amici e ai parenti di riuscire un giorno a vedere , la natura trasforma ma la bellezza rimarrà , se l’uomo non interverrà . Questo vulcano non ha un cono vero e proprio , tante piccoli laghetti sulfurei da cui fuoriescono innumerevoli piccoli gayser con fuoruscita di acqua calda creando laghetti dai mille colori su tutta la spianata superiore , simultaneamente si formano piccole e stupende piccole sculture , vere opere d’arte . Dispiace lasciare a malincuore questa meraviglia della natura , ridiscendere , un’altra sorpresa ci aspetta ;  all’ombra dei fuoristrada , breve sosta per riprenderci con delle fette d’auguria , datteri e biscotti , acqua fresca in bottiglia , mai mancata durante tutto il tour , questo per ritemprare il corpo e lo spirito . Il caldo ora si fa sentire , dovrebbe essere superiore ai 35 gradi ,ma sopportabile . Dal vulcano alla salina vera e propria , dove i tigrini spaccano la crosta del sale con due lunghi bastoni di legno , sollevando e spostando il blocco irregolare con la forza delle loro solo braccia e l’aiuto dei soli legni . Sono circa le 12 , nel momento della maggior attivita’ produttiva della giornata , dalla frattura della crosta di sale si passa al taglio dei blocchi , lavoro che possono fare solo gli afar per tradizione .  Armati di uno scalpello a lama larga riducono e squadrato i blocchi di sale in forme regolare , un lavoro faticosissimo con un caldo cocente , il riflesso del sole allo zenit brucia gli occhi , molti di  questi lavoratori sono senza occhiali , senza guanti o cappelli , ne chiedono a noi turisti ed ognuno da quello che può . Ora la terza fase del lavoro , per il carico di prova dei dromedari , seduti in ordine sparso con le loro lunghe zampe sulla salina , da parte dei cammellieri , subito poi scaricati per essere ricaricati solo al momento della partenza della carovana . Questo  lavoro inizia a settembre e va avanti fino a marzo , si ripete da millenni , si ferma solo nella stagione calda quando il termometro potrebbe raggiungere anche i 60 gradi . Torniamo al campo base per il pranzo e un breve riposo sotto la tettoia , come tutte le case del villaggio , è costruita con trochetti e ramaglia in legno , sia per le pareti che per il tetto , un telo nero di plastica viene fissato e legato come copertura , ma restano sempre fresche grazie al vento che passa  attraverso le molte fessure . Al tramonto ,  con tutto il gruppo andiamo a piedi e osserviamo come vivono gli afar : nelle piccole baracche , come veri negozi , viene venduto di tutto , altri trasformati in bar , per la consumazione dove servono  bibite tenute al fresco in congelatori , accesi solo quando c’è corrente , niente birra perchè  sono mussulmani . Su un poggio , alto sopra la valle , vediamo l’arrivo delle carovane di dromedari carichi dei blocchi sale , che stanno lasciando la depressione , in senso contrario ne arrivano di nuove dirette alla salina per il carico del giorno dopo . Passano pure alcune carovane di piccoli muli che trasportano pochi blocchi , forse piccoli propietari che non appartengono al monopolio : tutte  risalgono a Berhale impiegando due o tre giorni di cammino ,  li il sale sarà poi immagazzinato per essere smistato e succesivamente trasportato sull’altopiano del Tigray , ora con gli autocarri , una volta con lunghe carovane , sale necessario per gli animali . Ottimi cena con spaghetti , con dolci casalinghi e fette di pandoro che alcuni amici hanno portato dall’Italia . Non ci manca proprio nulla : Andrea ha procurato diverse bottiglie di acqua fredda e una bottiglia di uzo greco , di cui alla fine vedremo solo il fondo . Con Lorenza e Andrea torniamo al villaggio , per la ricarica elettrica delle nostre batterie telefoniche e fotografiche , prima del ritorno ci si ferma  alla base militare  ritrovando lì la nostra guida e i suoi aiutanti , insieme li  beviamo delle birre fresche , qua è possibile , aspettando l’ora dello stacco del generatore prima di tornare al campo illuminandoci la strada con le nostre lampade frontali  . Tutti gli altri gia’ riposano , chi dentro e chi fuori la tettoia .

dancalia 2016….5′ giorno

 1 gennaio 2016 venerdi’

Un nuovo anno davanti a noi : i desideri e i sogni sono tanti , auguro  a tutti i famigliari , parenti , amici cari un anno migliore o almeno che sia come quello appena finito , possibilmente  con solo  i lati positivi .
Sveglia alle 5,30 : con Lorenza e Alessandra nella nostra suite abbiamo riposato abbastanza bene , ragliate dei dromedari o mie russate a parte , ora tutto il bivacco alle nostre spalle si sta svegliando :  alcuni gruppi scendono nuovamente al lago del vulcano , altri lasciano il campo e scendono a valle . Anche noi ci apprestiamo a scendere lungo lo stesso sentiero percorso in salita fino al campo base , dove i fuoristrada sono già pronti e caricati per la nuova partenza , smobilitazione generale del campo da parte di tutti i vari gruppi . E’ stato confermato ad Andrea che la pista prevista per raggiungere il Dallol è tuttora chiusa a causa delle pioggie dei giorni scorsi , quindi percorso alternativo rifacendo in parte lo stesso  dell’andata : prima su piste impegnative laviche , poi sabbiose , fra i nostri fuoristrada inizia quasi una gara di un paio d’ore per superarsi fra loro , per arrivare fra i primialla strada asfaltata , costruita ultimamente dai cinesi per raggiungere e  sfruttare le cave di potassio situate nel Dallol in modo da trasportare il più economicamente possibile il materiale a Gibuti per la successiva esportazione e lavorazione . Durante la trasversata delle dune sabbiose riusciamo a intravvedere una gazzella , velocissima a scappare sulla sabbia  e uno struzzo in lontananza . Un nuovo stop per riunire in gruppo i fuoristrada , breve sosta per bere ed ammirare il brullo paesaggio desertico , raccolgo dei piccoli fiori da uno spoglio albero , donandoli poi ad alcune ragazze del gruppo . Raggiungiamo il villaggio di Amedila , sosta per pranzo nello stesso ristorante della volta precedente

Immagine 472

, comperato un kilo di caffe’ fresco da tostare a casa , due passi per le vie del villaggio attorniati dai bimbi , negozi dentro queste baracche che vendono di tutto dalla frutta alle verdure , dalla carne ai recipienti di ogni genere , muli e capre anche loro sulle strade interne . Amedila era una volta un punto obbligato di passaggio dove le carovane pagano le tasse per l’estrazione e il trasporto del sale .

Comincia la discesa verso la depressione dancala , sempre su strada asfaltata con grandi tornanti , arriviamo a Berhale , grande villaggio dancalo , crocevia commerciale e strategico , posto a 50 mt di altitudine . Breve sosta  per vedere in una piazzale sottostante la strada centinaia di cammelli , come se fosse un mercato di animali , li fermi per una successiva formazione di carovane . Immagine 484Proseguiamo superando un posto di blocco militare , vediamo piccole e caratteristiche case afar ai lati della strada che non riesco a fotografare , pochi alberi e rari cespugli buoni per solo per dare da brucare a capre o ai cammelli . Andrea con il suo fuoristrada ci ha preceduto per trovare un posto migliore per il nuovo campo base , e quando noi arriviamo e’ tutto predisposto . Preparate brandine e materassini per la notte , alcuni al coperto , altri all’esterno con un lato protetto dai fuoristrada ,  predisposto un box doccia dove alcuni la faranno con acqua portata con dei bidoni da un pozzo , infine una buonissima cena con brindisi finale di auguri per il nuovo anno . Mentre ceniamo

vediamo sfilare numerose carovane di dromedari che si incamminano verso la salina per il carico del giorno successivo dei blocchi di sale .

Giornata intensa , piena di ricordi da portare a casa .