francigena 2013 dal monginevro 3

 

Colazione alle 7,30 preparata dalle suore nella loro cucina , buona ed abbondante , come se fossi in albergo . Ringrazio , do il mio donativo , attraverso Susa per la ricerca delle induicazioni del cammino ,  ben segnalato riuscendo ugualmente a sbagliare per le mie solite disattenzioni ,  ma torno subito sul percorso giusto per una tappa completamente pianeggiante nella vallata , contornata da belle montagne . Sono su  sterrati ben segnalati , in questo caso ottima la guida di Terre di Mezzo , bisogna saperla leggerla fermandosi a riflettere , usando sempre  la testa per trovare la retta via . Prima fermata a Foresto e a San Didero per vedere da vicino una casa forte , molto ben conservata , rifornirsi di acqua alla fontana e ricontrollare il percorso , fermandomi a chiaccherare con un signore a passeggio con il cane , che per prendermi in giro mi dice che manca poco per arrivare a Roma . Passa un gruppo di ciclisti , uno si ferma ed esce dal gruppo per chiedermi se sto percorrendo la via Francigena , mi parla del cammino di Santiago , da cui e’ appena tornato entusiasta di quello che ha fatto . Passo per Bogone di Susa , per campi passo vicino ad  un canale , scorre  sopraelevato rispetto al piano di campagna , e che porta acqua ad una centrale eletrrica prima di ributtarsi nella Dora Riparia . Mi fermo per pranzo su un prato , a lato di un sovrappasso del canale , non c’e’ in giro proprio nessuno , riposandomi sotto un bel sole , prima di ripartire  per Sant’Antonino di Susa , grosso centro con le prime fabbriche industriali della cintura torinese . Telefono per la ricerca dell’alloggio per la prossima notte a Torino ma dei quattro indirizzi indicati sulla guida , tre non rispondono e i salesiani non possono ospitarmi  perchè al completo  , trovo per la notte una camera in un albergo  a due stelle nei pressi di Porta Nuova . Da Vaie vedo in lontananza la Sacra di San Michele in cima ad un colle , era una meta molto importante per i pellegrini medioevali , situata a meta’ strada fra Sant Michel , in Bretagna , e San Michele Arcangelo in Puglia . Sono tentato di salirvi , ma sono stanco e proseguo diritto per Sant’Ambrogio Torinese , cerco il campanile , trovo la chiesa e la casa del parroco Don Romeo Zuppa , che mi accoglie , timbra la credenziale accompagnandomi poi in un appartamento lungo la via principale del paese adibita al ricovero dei pellegrini . Parliamo un po’ del suo paese , dei problemi dei giovani e del lavoro , della crisi che pure qui si fga sentire . Sono le 16,30 , tutto il tempo per riposarmi in attesa della cena al ristorante Africa , consigliato da Don Romeo , cena a base di minestra e di un  filetto di pesce impanato con dei broccoletti fritti , veramente quisiti . Dopo cena , tornando verso casa , vedo la chiesa aperta , entro e la vedo gremita di fedeli , giovani e meno giovani , con Don Romeo intento a celebrare la messa  .

 

francigena 2013 dal monginevro 2

 

Messa nella cappella dell’oratorio , con poche vecchiette presenti , colazione in un bar vicino all’oratorio , riconsegna delle chiavi , breve visita all’antica’abbazia ,  alle 8,30 mi rimetto in cammino camminando sulla statale  attraversando un’anonima periferia commerciale  da grande città , fino a incrociare la strada per Gad da dove comincia il sentiero dei Franchi . Li ha inizio il gran bosco di Salbertrand , molto gradevole e tranquillo su sentieri e strade sterrate , con cartelli di spiegazioni sul parco  , sul lavoro che gli abitanti nei secoli passati facevano nel bosco ,  lavoravano la roccia e la trasformarvano in calce , per costruire le loro case . All’interno del bosco  si incontra anche il sentiero che ricorda il Glorioso Rimpatrio dei Valdesi di ritorno dall’esilio , verso una loro terra promessa . fatti realmente accaduti in queste zone che ricorda la loro storia vissuta . Il tempo tende al bello , solo un po’ di vento che non da fastidio e comincia a far caldo a far caldo : esco dal bosco e vado verso Exilles , perdo il segnale del pellegrino bianco , sono molti i cartelli segnaletici dei percorsi e dei sentieri di montagna , confondono e  mi aiutano a sbagliare strada , scendo verso Salbertrand , passo sotto l’autostrada e chiedo informazioni , devo girare all’esterno dell’autogrill autostradale  per ritornare successivamente sulla via Francigena . Bella la visione del forte  , attraverso il paese e arrivo sul piazzale ai piedi del castello , imponente nelle sue forme e per il suo volume posto sulla roccia , leggo  della sua storia mentre pranzo seduto su una panchina , per la stanchezza decido di non visitarlo  . La mia prossima meta è Chiomonte , voglio vedere da vicino la zona interessata ai lavori relatvi all’alta velocità , contestata dai  NO TAV , cercare di capirci qualcosa , trovo molte scritte sui muri delle case e sui piloni , veramente alti dell’autostrada ,  molte sono le bandiere dei contestatori alle finestre delle case . Lungo il fiume , di la dalla strada che sto percorrendo , vedo un presidio dei NO TAV , con tende da csampeggio predisposte come base per future riunioni o manifestazioni. Alla centrale elettrica perdo i cartelli indicanti il sentiero della Francigena , salgo a Chiomonte , attraverso tutta la lunga via del  paese ,  fermandomi in un  bar per una bella birra alla spina , per riposare e per parlare un po’ con un ragazza del posto che sa di tutto sulla storia sula tav , facendomi consigliare da lei  come raggiungere meglio Susa . Siamo a metà pomeriggio , prima di ripartire chiamo il parroco di Sant’Ambrogio Torinese per prenotare per la prossima notte , risposta positiva che mi tranquillizza . A causa del precedente sbaglio di percorso , devo percorrere molti km sulla statale , camminando sui marciapiedi  a bordo strada , diversi lavori stradali  in corso che disturbano , poco il traffico ma sempre fastidioso che allonatana il silenzio . Prima di Susa si attraversa il confine fra lo stato dei Savoia e il Delfinato francese , ora simbolico , segnalato da un cippo recentemente ricostruito sui ruderi di un precedente forte . Per scendere a Susa bisogna fare a piedi diversi tornanti della statale  , dove arrivo verso le 17,30 , chiedo informazioni per la casa delle suore , dove sono accolto da suor Benania ,  solite formalità d’ingresso per i pellegrini , vengo accompagna alla mia camera nel convento ,  indicazioni per la serata e come poi rientrare dopo cena nella loro casa , dove sono rimaste  poche suore , ora serve  per accogliere i pellegrini e vari gruppi di fedeli per ritiri ed  esercizi spirituali . Come dai salesiani sono sempre solo , non ci sono altri pellegrini in giro , oggi ho incontrato solo due ragazze francesi che risalivano  la Francigena da Roma e ora sono in cammino verso la Francia . Esco alle 19,15 , cammino per le strade del centro storico  alla ricerca di un buon ristorante , ma trovo solo aperte delle pizzerie ,  bisogna accontentarsi  . Freddo è il rientro dalle suore , ma  un buon riposo mi rimette in sesto .

francigena 2013 dal monginevro 1

 

In treno da Como S. Giovanni alle 6,36 , freccia rossa da Milano centrale alle 8,00 , a Torino Porta Nuova alle 9,00 , coincidenza con il regionale per Oulx alle 9,16 , a Oulx dopo circa un’ora , successivo  autobus per Claviere  delle 10,40,  in quanto nei giorni feriali l’autobus non sale al Monginevro. Uscuto da casa senza macchina , orari previsti e coincidenze rispettate , ottimo per essere una prima volta ,  un buon inizio di cammino  . Cielo nuvoloso ma senza pioggia con qualche spiraglio di sole in val di Susa , vedo le cime dei monti che la contornano tutte imbiancate di neve , un bel paesaggio dopo l’anonima periferia di Torino . Sceso dall’autobus a Claviere , all’ufficio turistico chiedo informazioni per la salita al passo e mi faccio apporre il primo timbro sulla credenziale , telefono e prenoto per la notte a Oulx dai salesiani , che mi confermano la stanza  . Voglio cominciare dal passo fissando lì il mio kilometro zero , lo raggiungo alle 12 dopo  mezz’ora di salita su sentiero sul lato sx della valle,  attraversando un confine simbolico con la Francia . Sonoo ai 1854 mt. del passo , primo comune francese , stazione di sci , agglomerato di case  e condomini per vacanze , per niente bello , solo le cime dei monti rallegrano l’animo.  Timbro sulla credenziale all’ufficio turistico , due passi per visitare il paese e visita della chiesa prima di iniziare la discesa verso Claviere, giusto il tempo di orientarsi per scendere sul lato dx della valle sul sentiero che costeggia il laghetto alpino e  il campo da golf , diverse buche e molto ben tenuto .  Il cammino e’ poco segnalato , ma non si puo’ sbagliare , bisogna solo scendere e arrivare alla periferia di Claviere senza  rientrarci , poca statale fino all’indicazione della cappella di San Gervasio , in alto sopra la strada, dove inizia un sentiero a tornanti in discesa , fondo ghiaioso abbastanza sconnesso e pericoloso  in questa gola spettacolare , in vista di un bellissimo ponte tibetano o nepalese , ora chiuso , che collega le due parti della valle . Al fondo della valle attraverso il torrente in piena su un passerella di travi in legno con il sentiero che lo costeggia , riparato recentemente delle parti ammalorate , un parapetto con funi di acciaio protegge per sicurezza . La valle si allarga , il sentiero attraversa boschi di abeti , larici , pini e alberi di sorbo con un sottobosco pulito e ben tenuto , dopo 2 km circa di statale arrivo a Cesana Torinese , attraverso tutta la via principale del paese , ben tenuto , arrivo alla chiesa principale per fermarmi a riposare , trovata chiusa , mi siedo su  una panca in pietra all’esterno all’ombra , tolgo lo zaino , fame e sete si fanno sentire . Ecco che arriva il parroco , apre la chiesa ed entro con lui , ma  riesco subito per continuare il mio leggero pranzo . Quando lui riesce , parliamo del paese  e del suo lavoro , dei suoi continui spostamenti per celebrare le funzioni nelle varie frazioni e paesi dell’alta valle a lui affidati , per stare vicino ai bisogni della gente , ora è in attesa  dei bimbi per il catechismo . Gli chiedo di apporre il timbro sulla credenziale , non lo ha appresso , scende in paese a casa sua a prenderlo , ritorna mentre poco alla volta stanno arrivando i bimbi  . Lo ringrazio , telefono per prenotare la prossima notte dalle suore a Susa , rimettendomi in cammino alle 14,30 verso Oulx . Attraverso le frazioni di Mollieres e di Solomiac , incantevole paesino , sempre per boschi , senza particolari dislivelli , passando poi su una strada bianca sterrata , infine sulla statale per circa 7 km con due brevi gallerie fino all’ingresso di Oulx , con poco traffico ma monotono e pericoloso , non ci sono altre soluzioni . Brutto è l’ingresso in paese , per forza attraversare la statale e cercare di capire quale direzione prendere :  una porta all’autostrada ,la seconda a Sauze d’Oulx e l’ultima verso il paese , divisi fra loro da guard rail in cemento . Forse la stanchezza o forse i cartelli non ben disposti , e’stato facile sbagliarsi e prendere per l’autostrada , accorgendomi subito dell’errore fatto . Ricerca dei salesiani che si trovano vicino alla stazione , da dove ero partito questa mattina , passo davanti all’oratorio , la città dell’allegria , trovo l’ufficio e l’economo addetto al ricevimento,  dopo la registrazione e il timbro sulla credenziale , dato il donativo e chiesto l’indicazione di un ristorante per la cena , mi accompagna in camera situata  in un altro loro fabbricato , li vicino . Bella e semplice la prima camera del cammino , doccia , riposo e cambio in attesa dell’ora di cena . In questo ristorante-pizzeria sono l’unico cliente , parlo con il proprietario–cuoco , che mi riconosce subito come pellegrino : mi prepara una minestra di verdure , veramente buona , con sopra una bella spolverata di parmigiano , per secondo un favolosa trippa con pecorino , il tutto accompagnato da un buon vino rosso sfuso . Arrivano altri clienti , torno in camera per prendere la credenziale da far timbrare anche da lui per un ricordo della serata , anche per digerire il troppo che ho mangiato , ritorno a pagare Ignazio , il proprietario che mi offre un liquore , ALKABUSER , che mi riscalda ben bene e mi da la ricetta , offrendomi in regalo una forma di pane da lui appena fatta , che mi tornera’ buona nei prossimi giorni . Prima notte del nuovo cammino , stanco , fa freddo ma molto contento per come è iniziato .

 

 

1 – francigena 2013 dal monginevro

Dal Monginevro a Vercelli

Dopo il cammino di Santiago per la via della Plata dello scorso maggio, sentivo il bisogno di uscire dalle solite abitudini quotidiane, avendo una settimana libera, ho deciso di camminare per questa parte della via Francigena che proviene dalla Francia, percorrendo tutta la val di Susa per arrivare infine a Vercelli, ricollegandosi così al cammino di Sigerico che parte da Canterbury per arrivare a Roma. Avevo attraversato lo scorso agosto velocemente l’intera valle, in macchina, di ritorno dalla Francia, dopo aver visitato i castelli della Loira ed in particolare il giardino del castello di Chaumont sur Loire, dove Daniela era stata invitata al festival international des jardines 2013, e con grande soddisfazione era riuscita a realizzare la sua idea e il suo giardino, intitolato a COURIR POUR VOIR LA COULEUR DU VENT.  In un solo giorno dalla Francia attraverso il tunnel del Freyus, autostrada per Torino con le uscite per i vari paesi della valle, i cui nomi  molto riportati dalla cronaca relativi alla costruzione della TAV,  AD ALTA VELOCITA’ che collegherà un domani quando sarà finita Torino con Lione, prima bisogna dare inizio all’opera. In quel momento decisi che nei prossimi mese dovrò percorrerla a piedi, A BASSA VELOCITA’ , prima di far l’intera via Francigena che prevedo di fare nella prossima primavera. Da tempo sto studiando questo cammino, letto su internet i diari di alcuni pellegrini, ma lo spunto decisivo mi è stato dato a Civate, Lecco, in occasione di Immagimondo, sui viaggi dell’anima, al termine di una conferenza tenuta dai due autori dei quaderni sulla Francigena, Mario Matto e Giampaolo Falletti, ospitaleri a Santhià e a Vercelli, documenti importanti per capire meglio la complessa e ricchissima realtà dei percorsi francigeni italiani per far conoscere e riscoprire le caratteristiche dei territori che si attraversano, toccare con mano le realtà che si andranno ad incontrare lungo il percorso, riscoprire la storia passata e il presente che non sempre conosciamo, anche per conoscersi meglio dentro di noi. Camminare diventa un modo per lasciarsi alle spalle la tristezza, e ridare un senso allo spaesamento di chiunque si mette in cammino.

 

39 – via della plata ….5.6

a Milano

Colazione con Vittorio e Bernard, tornato dalla visita, fatta in treno, alla  città di La Coruna, con Vittorio che ha sempre la sua gamba molto gonfia. Ultimi acquisti in Santiago,di nuovo in cattedrale dove sul piazzale trovo Carlo, il pellegrino di Novate M. già incontrato sul cammino e amico di Paola e Daniela, molto stanco e distrutto, di ritorno da  Finisterre passando pure per Muxia, sempre a piedi. Nuova messa del pellegrino alle 12 con l’ocillazione del boutafumerio, ora visto da un’altra angolazione con un effetto forse migliore. Pranzo al self service con Vittorio, ritiro dello zaino e trasferimento in aereoporto, dove ritrovo Carlo già in attesa del volo per Milano. Il lungo cammino adesso è veramente finito, ma resta la soddisfazione molto forte di aver percoso il lungo cammino che porta a Santiago, oltre mille chilometri fatti. Un mese è passato camminando per sentieri e strade, rincorrendo albe e tramonti, attraversando ambienti e paesaggi sempre diversi, verso una meta che ogni giorno sembrava sempre lontana. Si ritorna a casa carichi di ricordi e di nostalgia.